Denti nuovi (e in fretta) con le staminali
29/05/2010 di Pietro Salvato
Una nuova e rivoluzionaria tecnica basata sull’uso di cellule staminali, promette in sole 9 settimane di ricostruire un dente “vero”, anatomicamente perfetto.
La tecnica è stata presentata sul Journal of Dental Research da una equipe di medici del College of Dental Medicine che lavora presso la prestigiosa
Columbia University. Si tratta di un promettente sviluppo dell’uso delle cellule staminali che, a detta degli autori, permette di ricostruire dei sostituti biologici, in tutto e per tutto uguali ai nostri denti andati perduti. E’ una tecnica all’avanguardia sia per quanto concerne l’ingegneria dei tessuti sia per la cosiddetta medicina rigenerativa di laboratorio, predisposta dal dottor Jeremy Mao e dal dottor Edward V. Zegarelli, che, attraverso l’impiego delle cellule staminali e alla loro successiva crescita su “un’impalcatura tridimensionale“, assumeranno nel giro di 9 settimane la perfetta forma anatomica di un dente il quale sarà poi impiantato nel cavo orale.
MAI AVUTO CARIE IN VITA MIA – Le persone che hanno perso alcuni o tutti i loro denti in età adulta, in genere optano per una dentiera, o, più recentemente, per impianti dentali. Infatti, vivere senza denti non è solo un inconveniente estetico ma può portare anche tutta una serie di gravi patologie dell’apparato gastrointestinale poiché, come già ammonivano gli antichi “la prima fase della digestione avviene proprio nella bocca“. Inoltre, sia le dentiere, sia gli impianti sono dei modelli, generalmente fatti di materiale sintetico, che “emulano” il dente andato perduto ma non sono, ovviamente, denti veri e propri. Inoltre, manca del tutto la sensibilità (che in certi casi, come in molti tristemente sanno, non è sempre un inconveniente). Inoltre, i più recenti impianti prevedono l’ancoraggio dei denti alla mascella o alla mandibola mediante viti, ma non sono in grado di rimodellarsi – come invece fanno i denti naturali – ai cambiamenti che necessariamente occorrono nel corso della vita delle stesse ossa facciali.
TI SPUNTA UN FIORE IN BOCCA – Uno studio su di un modello animale ha rivelato che delle cellule staminali infuse e coltivate “ortotopicamente” in un ponteggio realizzato in materiali naturali ed integrati nel tessuto circostante, si rinforzano perfettamente con il tessuto circostante, cosa che invece non accade con i metalli od altri materiali duri. Per il dottor Mao: “Questi risultati rappresentano la prima evidenza di un rapporto di rigenerazione delle strutture che prendono forma anatomica perfettamente uguale al dente, così come quando era vivo. Non solo, l’uso delle cellule staminali porta alla formazione degli stessi micro-canali e alla rigenerazione dei legamenti parodontali attaccati all’osso alveolare“. Questo studio è stato pubblicato nell’ultimo numero del prstigioso Journal of Dental Research, la più importante rivista scientifica dedicata alla diffusione di nuove conoscenze ed informazioni per l’odontoiatria. Gli impianti dentali attuali, fatti con denti sintetici, di solito sono costituiti da una vite in titanio a forma di cono con una superficie ruvida o liscia che viene impiantata direttamente nella mascella. Mentre la chirurgia implantare può essere eseguita come una procedura ambulatoriale, i tempi di impianto sono molto variabili e richiedono più visite presso dentisti generici e chirurghi orali. Generalmente, per completare l’operazione sono necessari da due a sei mesi, salvo ulteriori complicazioni. In questo caso, fra le cure necessarie e il successivo reimpianto possono passare anche 18 mesi.
LA RIVOLUZIONE DI MAO – Il lavoro del dottor Mao, invece promette un processo naturale, tempi di recupero più veloci e lo sfruttamento delle potenzialità proprie del corpo umano per far ricrescere il tessuto. Il dottor Ira B. Lamster, decano del Collegio di medicina dentale, ha dichiarato: “Questa ricerca fornisce un esempio di ciò che è realizzabile quando la biologia viene applicata a comuni problemi clinici. La ricerca del Dott. Mao è un passo decisivo verso il futuro della medicina dentale“. Questo studio stato sostenuto dai finanziamenti del National Institute of Craniofacial and Dental Research. La Columbia University ha subito depositato la domanda di brevetto per questa tecnica, e attraverso il suo ufficio di trasferimento tecnologico, il Columbia Ventures Technology, sta adesso attivamente cercando un partner per commercializzare la nuova tecnologia.