Dieta Dukan e Tisanoreica, ecco perché non dimagrisci

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Fra bufale e sondini, intervistiamo Andrea Ghiselli, esperto nutrizionista. Che ci spiega perché non dobbiamo perdere peso. E perché dovremmo tutti metterci a correre

Dukan, Tisanoreica, dieta del sondino: i metodi per perdere peso più o meno velocemente non passano mai di moda. Ce ne sono, ogni volta, di nuove però: le si può più o meno suddividere in gruppi. Quelle che abbiamo citato, sostanzialmente, sono diete che possiamo definire ipocaloriche ed iperproteiche: ma fa poca differenza perché tanto, in linea di massima, non funzionano.



L’INTERVISTA – Non funzionano se il nostro obiettivo è perdere peso nel rispetto del nostro organismo, della fisiologia umana e dell’armonico funzionamento del nostro corpo. A parte che, come ci dice Andrea Ghiselli che abbiamo contattato al telefono, è l’obiettivo stesso di una dieta pensata per “perdere peso” che dovrebbe essere smantellato, in favore di una vera e propria rivoluzione dei costumi che dovrebbe portarci ad essere molto più attenti al non mettere su pancia.

Alla prevenzione, insomma. E’ anche per questo, insieme ad altri elementi propri dei regimi alimentari in questione, che le diete come la Dukan funzionano fino ad un certo punto. La dieta Dukan è stata messa a punto da un ex medico francese, appunto Dukan, che si è poi autoradiato dall’ordine francese in polemica con lo stesso.



TISANE E SONDINI – Si basa sostanzialmente, come ci spiega il Salvagente di questa settimana, su una repentina ed integrale abolizione di cereali, frutta e dolci in favore di una totale assunzione di proteine: carne e uova la fanno da padrone, il soggetto deve assumerne a regime massiccio e attraverso dei “checkpoint” scadenzati dal medico: c’è la fase shock “dell’attacco” poi la dieta entra a regime e dopo un po’ di tempo si può gradualmente reinserire l’apporto di carboidrati. Man mano che l’organismo assume energia sistematicamente e solo dalla carne, il peso cala perché altri alimenti, solitamente energetici ed ingrassanti come la pasta ed il pane, vengono a mancare. Simile per la reazione che provoca nell’organismo la dieta a base di decotti e tisane, la Tisanoreica inventata da Gianluca Mech, imprenditore ed ideatore del procedimento.  Attraverso i prodotti Tisanoreici – venduti a caro prezzo dal team di Mech – si assume acqua “insaporita” come gli alimenti che invece non si mangiano, per ingannare l’appetito e la fame: i cosiddetti Pat. Intanto, tutto ciò che si può assumere è carne ed altri fonti di proteine, sempre in dosi stabilite dal procedimento Tisanoreico.



LA STRADA GIUSTA – Si tratta di procedimenti dietetici che, dicevamo, condividono lo stesso principio: l’attivazione della chetosi, il meccanismo che calma la fame dell’organismo e che può portare ad un vero e proprio “avvelenamento da proteine”, come ci spiega il nutrizionista Andrea Ghiselli, dirigente ricercatore dell’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione, l’Inran. “Il nome non importa: le possiamo chiamare diete Dukan, Ghiselli o Paperino. Tutte le diete ipocaloriche pensate per perdere peso, comunque si chiamino sono destinate all’insuccesso”, ci dice Ghiselli.

Perché?
Perché ammesso che la perdita di peso sia un successo, un successo duraturo si ottiene soltanto con l’attività fisica. Le diete come la Dukan o quella del sondino, o altri tipi di dieta del genere che sono ben noti, sono dei tentativi di riparare un danno estetico nel breve tempo; ma la questione fisica, il peso dunque, l’equilibrio complessivo dell’organismo, non viene intaccato. Cioè, alla fine, non riparano nulla.

E fanno anche male? 
Fa male il concetto.  Non è così che si dimagrisce. Queste diete sono un po’ magiche e tutte uguali: chi le fa con assunzioni mirate di proteine col sondino, chi elimina la verdura… Sono tutte diete ipocaloriche ed iperproteiche. L’organismo in una dieta senza carboidrati va in chetosi – una situazione in cui non ci si accorge di star facendo una dieta. Dopo alcuni giorni di questi trattamenti si è intossicati dai corpi chetonici e per questo ci si sopprime la fame. Per cui, se la si fa per 10/20 giorni come primo incentivo per passare ad uno stile di vita salutare va benissimo; se invece si prende questa strada come rimedio a sistematici cicli di abbuffate, fa malissimo: ci sono quelli che mangiano come disperati, poi si mettono il sondino, e rimangiano. In questo senso, alla lunga sono diete che fanno male.

Le leggo una frase: “La Tisanoreica ha un obiettivo: eliminare ciò che fa ingrassare e che impedisce di dimagrire. Noi partiamo dal paradosso che per dimagrire bisogna mangiare in maniera disequilibrata provocando una carenza mirata, un temporaneo ‘squilibrio’ alimentare per perdere peso ma non perdere le forme e la tonicità”. L’ha detta Gianluca Mech, inventore della Tisanoreica. 
Certo che bisogna “provocare una carenza” per dimagrire, ma semplicemente togliendo i carboidrati e non facendo attività fisica si perdono sia forma che tonicità. Quel che dice Mech non è vero, o quantomeno, lo deve provare: in letteratura scientifica non ci sono lavori che supportano questa linea. C’è qualcosa, stanno cominciando all’università di Padova a studiare dieta accompagnata all’uso di tisane; sostanzialmente i decotti servono a farti passare l’appetito, uno si riempie di acqua e così passa la fame. Ma non si può campare così.

E appunto, dottor Ghiselli: come si “dovrebbe vivere”? E come si fa a perdere peso in maniera salutare? 
Ma guardi, è proprio sbagliato. Non bisogna perdere peso: il punto è non prenderlo. Il punto è non acquistarlo. Siamo su un altro piano della discussione. Facciamo un esempio: la terapia del cancro punta a curare la malattia; ciò non toglie che sarebbe meglio non farla venire affatto. E’ per questo che l’azione primaria che noi dobbiamo fare è quella di non acquistare peso, e questo si fa mantenendo uno stile di vita sano, muovendosi, mangiando quel che è il nostro fabbisogno e non di più. Bastano 10 kilocalorie al giorno in più o in meno per avere una modifica del peso. La strategia corretta sarebbe quella di perdere peso sui lunghi periodi, anche su 50 o 60 anni, perché è questo il periodo in cui, potenzialmente, si acquista il peso. Ma è ovvio che questo non è il discorso che ci interessa.

E dunque, per chi vuole “fare la dieta”?
Bisogna sì creare uno squilibrio fra entrate ed uscite, ma non deve essere superiore alle 500 chilocalorie in meno al giorno. E questo “deficit calorico” in parte deve venire dall’alimentazione – non serve tanto, 250 kcal sono due bicchieri di vino in meno, lasciar stare la fetta di dolce, meno pasta – ma le altre 250 devono arrivare aumentando il fabbisogno calorico. Farsi una corsa, mezz’ora di corsa al giorno basta.

C’è chi direbbe che in questo mondo veloce e moderno non c’è più il tempo di fare attività fisica…
Baggianate.  Alla gente non va di farlo. Ma scherza? Mezz’ora di corsa è il giro dell’isolato. Che ci vuole? Basta parcheggiare la macchina un quarto d’ora dalla casa, così è un quarto d’ora ad andare e un quarto a tornare; e poi, farsela di corsa. Tranne casi rarissimi dei pendolari che si svegliano alle 4 di mattina, la stragrande maggioranza delle persone non ha semplicemente voglia di fare attività fisica.

Chiarissimo, professore. Come ci comportiamo, però, sul lato dell’alimentazione?
Gli alimenti, tutti, hanno sia le calorie che i nutrimenti necessari per la nostra salute. Dobbiamo però scegliere come assumere questi nutrienti. Se noi scegliamo un’alimentazione di frutta e ortaggi riusciamo ad avere tanti nutritivi in poche calorie e abbiamo meno spazio per altri alimenti che hanno meno nutritivi e solo più calorie. La scaletta tradizionale del pranzo va “invertita”: frutta e verdura non sono né contorni né dessert, dovrebbero essere le portate principali del pasto. Il pasto deve essere rappresentato per più della metà del volume da frutta e ortaggi, dovrebbero essere al posto degli antipasti, dei primi ed, eventualmente, il contorno può essere la carne. In questo modo si abbasserà la densità della dieta e si aiuta a perdere peso. E poi, come detto, bisogna aumentare il fabbisogno.

Quindi quel che lei sostiene è un vero e proprio cambiamento nella “società dell’alimentazione”. 
Il punto è questo. I nostri nonni, che mangiavano essenzialmente zupponi di verdura, non ingrassavano mai perché il costo “fisico” del cibo era incluso nell’alimentazione. Ovvero, bisognava zappare. Ora non è più così, perché ovviamente si alza il telefono e arriva il supermercato. Per cui è normale che nessuno fa più attività fisica, non c’è più la percezione del bisogno di farla: a chi gli va di andare in palestra? Uno se ne resta a casa, davanti alla tv, davanti al computer, si legge un libro. Ma questa non è più una alimentazione complessivamente corretta; il problema, però, non si risolve semplicemente con una modifica nel regime alimentare.

Grazie.
A voi.