Dirty Diaries, il porno svedese è femminista

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Lo stato scandinavo sovvenziona 12 cortometraggi girati su telefoni cellulari. Una decisione che fa discutere. Anche fra le donne.



Un porno femminista? Niente di nuovo. Ma a sorprendere è che sia finanziato da contributi pubblici, Soprattutto quando chi mette mano alle tasche non è altro che lo Svenska Filminstitutet , l’organizzazione che eroga finanziamenti statali per la produzione, la distribuzione e la proiezione pubblica dei film svedesi. Dirty Diaries, che ha ricevuto 500.000 corone (69.000 $) è una raccolta di 12 brevi film pornografici, tutti girati sui telefoni cellulari, ed è invenzione della regista di documentari e femminista, Mia Engberg. “Qualche anno fa mi è stato chiesto se volevo girare un cortometraggio su un telefono cellulare. Il risultato è stato Come Together, un film in cui un certo numero di donne puntano la fotocamera sul proprio volto mentre si masturbano. Il film è stato messo su Internet e ha provocato forti reazioni, molte delle quali negative, con commenti del tipo: “Accidenti, sono brutte. Possibile che non abbiano nemmeno messo su un po’ di make-up?” Ho trovato interessanti queste osservazioni. Hanno dimostrato che stiamo ancora vivendo con l’ antica credenza che una donna e la sua sessualità dovrebbe far piacere allo spettatore più di qualsiasi altra cosa. In tutta la storia dell’arte, l’immagine della donna è stata creata dagli uomini. Lo sguardo è stato sempre quello di un uomo e la sessualità femminile è stata limitata a poche identità indicate dal sistema patriarcale (e dall’ego maschile artistico): puttana, moglie, madre, musa. Ora, nel 2009, è giunto il momento per un cambiamento. Con questo in mente ho chiesto ad una serie di artiste, cineaste ed attiviste, compreso una trans, di girare un film erotico che mostrasse nuove immagini di sessualità al femminile. Immagini che non sono create a scopo di lucro o per il beneficio di un pubblico maschile”.

PORNO FATTO IN CASA – Il film pone di fronte ad una serie di domande. C’è una sessualità femminile che può essere differenziata dalla sua controparte maschile e, in caso affermativo, a che cosa assomiglia? È possibile essere soggetto e oggetto, allo stesso tempo? Come possiamo liberare la nostra immaginazione sessuale a partire dalle immagini commerciali che vediamo ogni giorno e che penetrano nel nostro subconscio? Mia Engberg afferma che per creare un nuovo genere c’è bisogno di vedere il mondo con uno sguardo nuovo e reinventare se stessi. Alla fine, che cosa è un porno femminista? Non c’è una risposta semplice a questa domanda. Dirty Diaries è composto da dodici film molto diversi: erotismo soft e porno hardcore, etero e omo, provocazione, penetrazione e poesia visiva … Ma la regista svedese promette che questo è solo l’inizio, e spera di vedere la creazione di immagini sempre più alternative a sfidare i ruoli di genere stereotipati. “Il porno è sempre stato fatto dagli uomini per gli uomini“, ha affermato all’agenzia di stampa AFP, spiegando la sua motivazione per la ripresa dei corti. “Soprattutto, si tratta di mostrare la sessualità attraverso il punto di vista femminile. Essa non è fatta per piacere a un pubblico maschile e non è fatta per fare soldi“, ha aggiunto ed è convinta che ciò che rende il film femminista sia una visualizzazione della sessualità delle donne in modo più naturale e che rifugge da ciò che viene percepita come la tendenza sessista porno mainstream a trattare le donne come oggetti. “Credo che questo sia il futuro. Il genere più importante ora è il porno fatto in casa dalla gente comune“.



LO SCANDALO – Il fatto che il progetto abbia ricevuto contributi dallo Svenska Filminstitutet ha attirato però molte critiche . “Il problema principale è che il denaro dei contribuenti viene impiegato per finanziare la pornografia. Il fatto che si tratti di porno femminista pare che non scandalizzi nessuno, ma cosa sarebbe successo se si fosse trattato di regolare pornografia?Beatrice Fredriksson, co-fondatrice del blog Iniziativa Antifemminista e membro dell’ organizzazione giovanile del Partito Moderato (Moderata Samlingspartiet). “Sostenere che le ragazze che hanno sesso con ragazze e guardare donne masturbarsi è in qualche modo una buona alternativa al porno mainstream è un concetto del tutto estraneo a me, e a molte altre donne. Anche se il mercato dell’ offerta per la sessualità femminile è in aumento, è ancora limitato. Non ci può essere alcun dubbio che l’industria del porno è dominata dagli uomini. Non è dunque l’idea di sviluppo del settore a favore delle donne che sta sconvolgendo – questa è una cosa che molte donne auspicano – è il fatto che sta avvenendo con i nostri soldi e sotto il mantello del femminismo. Inoltre, etichettare il sesso lesbico come femminista,contribuisce ad alimentare pregiudizi sul fatto che il dibattito sull’uguaglianza è sempre inteso escludendo gli uomini e privilegiando le donne. A mio parere, uno dei motivi principali della mancanza di attrattiva per le donne è che il mercato ‘regolare’ dei film porno spesso presenta una grande quantità di sesso tra donne.



Essere eterosessuali, non è molto eccitante da guardare. Stranamente, sembra avere l’effetto opposto sugli uomini. Il porno lesbico è ben lungi dall’essere la soluzione per la creazione di un mercato che si rivolga al maggior numero di donne. Mentre si potrebbe benissimo allargare il mercato alle persone con diverso orientamento sessuale, ma non dovrebbe essere commercializzato sotto la bandiera del femminismo. Nemmeno troppo tempo fa una iniziativa femminista ha ricevuto 400.000 corone da parte dello Stato per finanziare il proprio programma educativo. Poco dopo, il film della Engberg ha ricevuto contributi per 500.000 corone. Insomma, non devi essere un genio per capire che il femminismo ha guadagnato uno status speciale e in qualche modo è stato ritenuto meritevole di ricevere il denaro dei contribuenti al fine di finanziare tutto, dai seminari alla pornografia”.

TIEPIDA ACCOGLIENZA – Ma la Engberg ha subito liquidato le critiche ai finanziamenti “Abbiamo prodotto 70 minuti di film di alta qualità e solo per 500.000 corone. Davvero non avrebbero potuto spendere meglio i loro soldi “, ha riferito all’agenzia di stampa AFP. In un’intervista sul sito web dello Svenska Filminstitutet, uno dei manager del gruppo Cissi Elwin Frenkel ha difeso a spada tratta il finanziamento del film. “Tutti nel film sono maggiorenni, nessuno sta facendo niente contro la propria volontà, e ognuno ricaverà la stessa quota dagli introiti“, ha detto la Frenkel. “Tutto questo rende il progetto di Mia Engberg differente dal porno “regolare”. Si tratta di un qualcosa di ambizioso sia nella forma che nel contenuto che incontra le richieste che facciamo quando decidiamo di sostenere un progetto”, ha aggiunto. E tiepida è stata l’accoglienza della critica cinematografica : si va dal “divertente, stimolante ed eccitante” dello Svenska Dagbladet, al “noioso, brutto e poco artistico” di Lars Bohlin per Västerbottens Folkblad che non ha apprezzato le riprese con telecamere di telefonia mobile in un’epoca di grandi schermi televisivi. Insomma, l’arte, pure se femminista e finanziata coi soldi del Governo è pur sempre soggettiva.