Arriva la sospensione per don Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria. L’ordine dei giornalisti lo ha temporaneamente sollevato dall’esercizio della professione per sei mesi. Il sacerdote, voce storica di una delle emittenti radiofoniche più seguite nel nostro Paese, si era reso protagonista di un acceso dibattito con Monica Cirinnà, la deputata prima firmataria del ddl sulle unioni civili, poi diventato legge.
Don Livio Fanzaga aveva detto alla senatrice: «Arriverà anche per lei il giorno del funerale» e nei giorni successivi a quella affermazione aveva spiegato: «La senatrice Monica Cirinnà è cattolica e sa che cosa le volevo dire. Le ho ricordato il Giudizio ultimo che riguarderà ogni uomo e donna». Una citazione biblica, insomma, che tuttavia è stata all’origine del provvedimento emesso dall’ordine dei giornalisti.
La violazione contestata a don Livio Fanzaga è stata quella di «discriminazione per razza, religione, opinioni politiche, sesso, condizioni personali, fisiche o mentali» nell’esercizio del diritto di cronaca. Un comportamento «non deontologico», quindi, che ha comportato la sospensione – piuttosto lunga – di sei mesi.
La sospensione è una delle sanzioni disciplinari a cui è sottoposto il giornalista. Si tratta della seconda misura più grave (la prima è la radiazione dall’albo) e si applica – secondo la legge 69/1963 – «nei casi in cui l’iscritto con la sua condotta abbia compromesso la dignità professionale».
Fanzaga si era già reso protagonista di polemiche per aver associato le scosse di terremoto del Centro Italia all’iter legislativo sulle unioni civili e, in occasione di Vatileaks, aveva detto che i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi sarebbero stati «da impiccare».