Donald Trump, il miliardario più popolare d’America alla conquista della Casa Bianca
09/11/2016 di Andrea Mollica
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DONALD TRUMP
Sarà Donald Trump il 45imo presidente degli Stati Uniti d’America. Ha vinto con margine più ampio di entrambe le vittorie di Bush, avvicinandosi al secondo Obama. Un trionfo clamoroso quanto inaspettato che ha radici lontane. Noi abbiamo provato a ripercorrere la storia del tycoon diventato l’uomo più potente del mondo.
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Donald Trump è diventato il candidato repubblicano per la presidenza degli Stati Uniti alle elezioni di Usa 2016 grazie all’ampio sostegno da parte dell’opinione pubblica conservatrice. Il miliardario americano, senza alcuna esperienza politica nelle istituzioni, è riuscito a sfondare grazie alla sua enorme popolarità accumulata durante la sua carriera di imprenditore e stella dello show-business, alla carica anti establishment, e al posizionamento molto conservatore sul tema dell’immigrazione.
IL PROGRAMMA DI DONALD TRUMP
La Convention di Cleveland ha approvato la piattaforma presidenziale del 2016 che costituirà il riferimento programmatico dei Repubblicani per i prossimi quattro anni. Il testo approvato a Cleveland è particolarmente conservatore, e vicino alle posizioni di Donald Trump, che ha supervisionato la fase di stesura e di approvazione del documento attraverso i suoi delegati. Un elemento chiave del programma del candidato repubblicano è il controllo dell’immigrazione illegale, con la costruzione di un muro lungo la frontiera meridionale degli Stati Uniti. Per Trump l’edificazione della barriera dovrà esser finanziata dal Messico. Se fosse eletto presidente The Donald cancellerebbe le amnistie per gli immigrati illegali entrati negli Stati Uniti negli scorsi anni, e restringerebbe l’arrivo delle persone provenienti da Paesi colpiti dal terrorismo, la nuova formulazione del divieto di ingresso ai musulmani.
Sulla politica commerciale i Repubblicani si sono adeguati al programma del loro candidato, che propone una radicale svolta nei rapporti con la Cina per riportare sul suolo americano milioni di posti di lavoro. Donald Trump definisce il Paese asiatico come manipolatore della propria moneta, una posizione che se assunta dall’amministrazione federale permetterebbe l’imposizione di dazi sulle merci cinesi. Trump propone anche di abbassare le tasse sulle aziende per facilitare la concorrenza con le imprese asiatiche, con un’aliquota massima del 15%.
La riforma del codice fiscale, unita a una flessione della pressione tributaria sulle persone fisiche, è un altro punto del programma del candidato repubblicano, con proposte in piena linea con la tradizione Gop, per quanto di complessa attuazione. Donald Trump punta a esentare dalla tesse i redditi dei single inferiori ai 25 mila dollari, e dei nuclei familiari fino a 50 mila dollari. Le aliquote marginali saranno ridotte a quattro, con la massima pari al 25%. Prevista anche la cancellazione della tassa di successione. Il costoso piano sarebbe finanziato dalla cancellazione di numerose agevolazioni fiscali, e dalla tassazione dei capitali portati all’estero.
Donald Trump propone l’abrogazione della riforma sanitaria universalistica adottata dai Democratici, Obamacare. Il programma simbolo dell’amministrazione uscente sarebbe sostituito dal candidato repubblicano con diversi incentivi fiscali per aumentare la concorrenza nell’offerta delle polizze sanitarie, e per renderle meno costose agli assicurati tramite deduzioni e detrazioni. Ferma difesa del diritto al porto d’armi garantito dal II emendamento, mentre sui diritti civili Trump esprime una posizione di contrarietà all’aborto e di presa distanza dai matrimoni gay. Se eletto presidente Donald Trump ha promesso di eleggere giudici alla Corte Suprema contrari all’attuale sentenza, Roe v. Wade, che garantisce il diritto costituzionale delle donne all’interruzione di gravidanza.
DONALD TRUMP E LA CONVENTION REPUBBLICANA A CLEVELAND
Aggiornamento 22/07/2016
Dopo quattro giorni caratterizzati da gaffe e scontri interni al partito la Convention di Cleveland dei Repubblicani si è chiusa giovedì sera. L’intervento conclusivo è stato tenuto da Donald Trump, che ha svolto il tradizionale discorso di accettazione della nomination. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca ha parlato per oltre un’ora, dopo esser stato introdotto da sua figlia Ivanka. Donald Trump ha utilizzato toni prevalentemente cupi, ponendosi come l’unico leader in grado di offrire un futuro agli Stati Uniti diverso dalla catastrofe del presente. Ecco il video del discorso
Aggiornamento 21/07/2016
Il terzo giorno della Convention di Cleveland è stata caratterizzata dal clamoroso no di Ted Cruz alla candidatura di Donald Trump. Il senatore del Texas, secondo arrivato alle primarie presidenziali 2016, ha invitato gli elettori repubblicani a votare secondo coscienza. Il rifiuto di appoggiare Trump offerto da Cruz in diretta TV ha oscurato il discorso di accettazione della candidatura di Mike Pence, indicato dalla nomination repubblicana come suo vice.
Aggiornamento 20/07/2016
Donald Trump è diventato ufficialmente il candidato dei Repubblicani alle elezioni presidenziali di martedì 8 novembre 2016. La Convention di Cleveland ha votato per la sua candidatura, che ora dovrà essere accettata dal miliardario di NYC. Giovedì sera Trump terrà il discorso in cui accetterà la nomination, avviando così in modo ufficiale la sua campagna elettorale per la Casa Bianca. Il superamento della soglia dei 1237 delegati, il quorum per la nomination, è stato annunciato dal figlio di Donald Trump, che è intervenuto a nome dei Repubblicani dello Stato di New York. Durante le fasi di voto i delegati conquistati dagli avversari di Trump sono stati applauditi, una reazione insolita per le Convention degli ultimi decenni.
Aggiornamento 19/07/2016
La Convention di Cleveland che incoronerà Donald Trump come candidato presidente dei Repubblicani alle elezioni di Usa 2016 si è aperta nel consueto modo caotico che caratterizza la campagna del miliardario di NYC. Diversi delegati hanno abbandonato i lavori in segno di dissenso contro Trump, mentre la moglie Melania ha copiato parte del suo discorso dall’intervento di Michelle Obama alla Convention democratica di Denver di otto anni fa.
I RISULTATI DELLE PRIMARIE REPUBBLICANE
Donald Trump ha dominato le primarie repubblicane ottenendo oltre 13 milioni di voti, e distanziando il suo primo avversario, Ted Cruz, di oltre 6. Una vittoria netta, costruita grazie agli iniziali successi alle primarie in New Hampshire e South Carolina, e poi consolidata fino ai trionfi primaverili che l’hanno portato alla nomination repubblicana.
- La vittoria di Ted Cruz nei caucus in Iowa
- Donald Trump domina nelle primarie in New Hampshire
- Nuovo successo di Donald Trump nelle primarie in South Carolina
- Donald Trump vince nettamente nei caucus in Nevada
- Donald Trump vince nelle primarie del Super Tuesday
- Successo di misura di Donald Trump nelle primarie in Louisiana
- Nuova vittoria di Donald Trump nelle primarie in Michigan
- Donald Trump domina nelle primarie in Florida
- Trionfo di Donald Trump nelle primarie in Arizona
- Ted Cruz vince in Wisconsin
- Dominio di Donald Trump nelle primarie di New York
- Nuova vittoria di Trump nelle primarie in Pennsylvania
- Trump conquista la nomination vincendo le primarie in Indiana
IL PATRIMONIO DI DONALD TRUMP
La presidenza degli Stati Uniti d’America potrebbe essere una nota a piè di pagina nella biografia di Donald Trump. Un paradosso, certo, visto che la carica di uomo più potente del mondo dà diritto a chiunque persona che l’occupa di ottenere un posto piuttosto rilevante in ogni libro di storia. I successi conseguiti nel mondo dell’imprenditoria e la popolarità conseguita grazie a una costante presenza sui media americani sono però già enormi per The Donald, probabilmente il miliardario più noto della maggiore economia del mondo già prima di correre e vincere le primarie repubblicane di USA 2016. Pochi imprenditori o businessman statunitensi potrebbero permettersi di firmare un incipit di una biografia come quello ospitato sul sito del candidato alle primarie repubblicane.
Donald J. Trump rappresenta la stessa definizione di una storia americana di successo, con nuovi standard di eccellenza fissati allargando i suoi interessi nell’immobiliare, negli sport così come nell’industria del divertimento. Donald Trump è l’archetipo di un imprenditore capace di concludere affari senza sosta.
Donald Trump è figlio di uno dei più grandi immobiliaristi di New York City, e fin dagli anni sessanta ha seguito le orme paterne firmando alcuni dei progetti residenziali di maggior lusso della Grande Mela, come Trump Parc, Trump Palace, Trump Plaza, 610 Park Avenue, The Trump World Tower, e Trump Park Avenue. Trump Organization, la società a responsabilità limitata gestita dal miliardario newyorchese sin dagli anni ’70, ha poi realizzato altri progetti ad alto lusso nel settore immobiliare in altre grandi città americane, anche se il core business è sempre rimasto nella più popolosa metropoli degli Usa. Oltre all’immobiliare, la società di Donald Trump ha investito in particolar modo nella costruzione di grandi campi da golf in località rinomate.
A differenza degli altri miliardari americani Donald Trump ha sempre guardato con diffidenza alla Borsa, visti gli elevati rendimenti ottenuti grazie alla crescita del mercato immobiliare. Nel corso degli ultimi decenni The Donald, come spesso è citato sui media statunitensi, ha accumulato un patrimonio stimato in una cifra tra i 3 e i 9 miliardi, anche se l’ultimo dato appare un’esagerazione dello stesso Trump. Dopo la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti la Commissione elettorale federale, Fec, ha indicato il patrimonio del candidato repubblicano in circa 1 miliardo e mezzo di dollari. Una cifra molto elevata, senza paragoni per un politico, ma decisamente inferiore rispetto ai 9 miliardi indicati da The Donald a inizio della sua campagna presidenziale.