Donna decapitata: «Lo psichiatra aveva tolto le medicine a Leonelli»

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Parla la famiglia: «Avevamo chiesto il Tso, ma ci risposero che non era abbastanza grave»

Non si placano le polemiche per l’omicidio dell’Eur, che oggi sono tutte incentrate sullo stato di salute di Federico Leonelli, l’omicida di 35 anni. A parlare è la famiglia, ne dà notizia il Messaggero.



ERA MALATO? – Secondo il quotidiano:

«Federico aveva dato in escandescenze o tutte le volte che aveva litigato con la moglie poi deceduta per un aneurisma cerebrale. In più di un’occasione, avevano chiamato i servizi sociali chiedendo un trattamento sanitario obbligatorio, sempre respinto perché il caso non era “abbastanza grave”»



E ancora:

«Recentemente, l’uomo era stato curato in una struttura privata e fino a prima dell’estate, uno psichiatra di fiducia della famiglia aveva continuato a seguirlo. Poi il medico aveva detto a Leonelli di fermarsi, con parole che ora suonano particolarmente sinistre: «Questi farmaci – gli aveva spiegato – possono causarti delle allucinazioni, meglio che tu li interrompa per un po’».



L’AUTOPSIA: VITTIMA DECAPITATA QUANDO ERA GIÀ MORTA – Secondo quanto è emerso dall’autopsia effettuata al policlinico Tor Vergata sul corpo di Oksana Martseniuk, la 38enne ucraina era già morta quando il suo killer l’ha decapitata. La donna è stata colpita con oltre 40 coltellate, anche sul volto: un quadro lesivo definito dai medici legali come “impressionante”. Poi è stata decapitata, «nel tentativo di fare a pezzi il cadavere per trasportarlo via e disfarsene». Il killer aveva già pronti dei bustoni dell’immondizia per nascondere il cadavere.

Durante l’autopsia sono stati effettuati anche i prelievi per gli esami tossicologici e per verificare se la vittima fosse stata oggetto di violenza.

 

Fonte: Il Messaggero