San Valentino da Terni. Se tutti gli anni regalate rose e Baci Perugina, anelli e orsacchiotti, lo dovete a lui. Almeno se vivete in Europa, nelle Americhe e persino in Estremo Oriente. Fin dal Medio Evo, quando Papa Gelasio I, nel 496, decise di sostituire con il culto di quel santo l’antica festa pagana della lupercalia.
Ovviamente non poteva farsela sfuggire, questa festa, neanche Google, che con una gif celebra l’unione tra un rotolo di carta assorbente e un porta fazzoletti. Il secondo fa un regalo al prima, che si commuove e si soffia il naso in lacrime con uno dei fazzoletti che l’innamorato porta con sé. Un accenno alle unioni civili e al ddl Cirinnà, essendo tutti e due maschi? Chissà.
Di sicuro, come molte celebrazioni, sconta in Italia e non solo le influenze anglosassoni: ecco così che il tratto più caratterizzante della festa di san Valentino è lo scambio di “valentine”, bigliettini d’amore spesso a forma di cuori stilizzati o comunque secondo altri temi tipici della rappresentazione popolare dell’amore romantico.
Un business clamoroso, se si pensa che il fatturato creato dalla vendita di articoli da regalo e bigliettini augurali è secondo solo al Natale. E addirittura il successo di Valentino ha coinvolto un altro santo, Faustino, che si festeggia il 15 febbraio ed è divenuto, con minor efficacia, la celebrazione dei single alla ricerca dell’anima gemella.
Il bello è che, storicamente, tutto si deve a un probabile equivoco. Tutto nascerebbe dal fidanzamento di Riccardo II d’Inghilterra con Anna di Boemia. Che unirono i loro destini sì nel giorno di San Valentino, ma in quello in cui il santo da celebrare era San Valentino di Genova. Il 3 maggio, dunque. Insomma, se doveste esservi malauguratamente dimenticati di regalare un presente alla vostra bella o al vostro cavaliere, potrete giustificarvi dicendo che voi festeggiate solo il Valentino giusto. E avrete quasi 3 mesi per farvi perdonare.