Enrico Mentana non si vedrà questa sera in tv a commentare l’esito delle elezioni tedesche: niente #MaratonaMentana, come non c’è stata per le primarie del Movimento 5 Stelle. Il direttore del Tg LA7 non è di certo pigro, se ha deciso di snobbarle, è perché ha fatto bene i suoi calcoli: «Sulle elezioni tedesche, si vota fino alle sei e, alle sei e uno, si sa che ha stravinto Angela Merkel. Ieri, la vittoria di Luigi di Maio alle primarie dei 5 Stelle era ancora più scontata», spiega a Candida Morvillo sul Corriere della Sera. Non esclude però che gli appuntamenti elettorali del prossimo futuro ci possano far divertire: «Poi, quanto al futuro, siamo nel dubbio fra il nano e il bambino prodigio: puoi solo aspettare e vedere se cresce o no».
La giornalista del Corriere della Sera gli fa notare che chi guarda i suoi speciali, lo fa «non per vedere le notizie, ma per vedere come Mentana racconta le notizie». E gli chiede: «Il giornalismo va verso la personalizzazione?». «Sono come il cantastorie che girava per villaggi. Oggi, le notizie sono un pulviscolo, a disposizione di tutti ma si disperdono nell’aria, perciò è tornata l’esigenza del mediatore con un rapporto fiduciario diretto», risponde il direttore del Tg La7, che giovedì riceverà a Milano il premio «è Giornalismo».
Oltre che per le sue interminabili dirette, Mentana è famoso per i suoi pungenti commenti su Facebook, dove è popolarissimo: «Io sono sceso dalla torre e sono andato sui social per far vedere che noi giornalisti possiamo vincere “la prova confronto” fra le notizie che vanno da sole sul web e le notizie come le diamo noi», spiega a Candida Morvillo. La più celebre, forse, delle sue sarcastiche risposte è stata “webete”, appellativo che il direttore del Tg La7 ha riservato a un utente nei giorni successivi a quelli del terremoto del Centro Italia. Il neologismo è diventato un hashtag ed entrato a pieno regime prima nelle conversazioni social e da quest’anno anche nel vocabolario Devoto Oli. «Non vorrei che sulla mia lapide ci fosse scritto “inventò la parola webete”», ironizza Mentana.
Il commento di Mentana sulle primarie per scegliere il candidato premier del Movimento 5 Stelle è severo: «Di primarie utili solo a dare un bagno democratico a un candidato è piena l’Italia. Certo, se chiedi “preferite panettone, carbone o niente?”, tutti i bimbi scelgono il panettone». Apprezza però il passo indietro di Grillo, che ieri da Rimini ha consegnato il testimone di guida del Movimento a Di Maio. «Vedremo se diventerà forte o affogherà alla prima bracciata», dice di lui il direttore del Tg La7. Sul futuro di Renzi, invece, è meno possibilista: «I mezzi bulli non esistono e Renzi non può diventare San Francesco. Avendo la vocazione leaderistico-bullista, non capisce che, dopo la bocciatura di Referendum e Italicum, non può essere il leader che candida se stesso». Alle elezioni politiche Mentana comunque vede favorito il centrodestra. Il pubblico in attesa della sua maratona.