L’economia di Pesaro finisce sul Financial Times per raccontare la crisi e la ripresa in un’area produttiva – dice il principale giornale finanziario del Regno Unito – emblematica per capire quanto accade in Italia e in Europa. Le fortune delle piccole città industriali come quella marchigiana – spiega il reportage a firma di James Politi – potrebbero essere decisive per il destino dell’Ue nei prossimi anni e Pesaro vede oggi segnali positivi dopo il tracollo degli ultimi anni.
Il Ft riporta il parere di Simona Ricci, segretaria generale provinciale della Cgil, che parla della crisi finanziaria come un disastro naturale o un attacco nucleare. «Quasi tutto è stato spazzato via, e questa era una terra di relativo benessere», dice al quotidiano britannico. Il territorio – continua il reportage – di Pesaro-Urbino rappresenta bene il tessuto economico nazionale. Ci sono molte piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, e tante non ce l’hanno fatta a superare la crisi. Nel 2007 la disoccupazione era al 3,2%, come in una buona economia. Nel 2016 il tasso è poi salito al 12,5%, addirittura oltre la media nazionale, segnale di una bassa competitività e produttività delle aziende. Un colpo che non è stato attutito né dalla presenza del settore pubblico nell’economia, né dall’industria turistica. Mentre la banca regionale, Banca Marche, è crollata sotto il peso dei crediti inesigibili. Ma anche qui – scrive ancora il Ft – ci sono segnali di miglioramento, perché le aziende sopravvissute alla crisi per le loro dimensioni, per la presenza sui mercati internazionali e per gli investimenti in automazione, stanno registrando una crescita delle entrate e dell’occupazione. Lo conferma anche Giorgio Calcagnini, un professore di economia all’Università di Urbino. Dirigenti e funzionari pubblici – si legge sul Financial Times – stanno finalmente tirando un sospiro di sollievo. «Siamo ancora in una fase di sofferenza, ma abbiamo cominciato a muoverci ancora», sono le parole del sindaco di Pesaro Marco Ricci. «Temevo che la coesione sociale potesse essere danneggiata, ma ha retto. E ora guardiamo al futuro con maggiore speranza».
Il Ft ricorda l’indice IHS Markit PMI del settore manifatturiero salito per l’Italia a settembre a 58,3 punti, il massimo dal 2011. E riporta la testimonianza di alcuni dirigenti e imprenditori marchigiani. Qualcuno manifesta il proprio apprezzamento per il programma di incentivi Industria 4.0. Altri sono ancora prudenti. Aumentano le vendite e cresce la fiducia. Senza tuttavia dimenticare che la situazione lavorativa è «tragica» – come sottolinea la sindacalista Ricci – ancora per molti.
(Foto da archivio Ansa di un’azienda nella provincia di Pesaro Urbino)