El Chapo: vita, tunnel ed evasioni del narcotrafficante più potente al mondo

Categorie: Mondo

Un percorso per scappare dal carcere, uno per portare la coca negli Stati Uniti durante i gloriosi anni 90. Come è stato arrestato Joaquín Guzmán Loera e perché, senza una estradizione, sarà un arresto inutile

Stava scappando nelle fogne di El Mohis ma non ce l’ha fatta. E’ stato catturato così El Chapo, evaso l’11 luglio dall’Altiplano sempre grazie a un tunnel scavato sotto il carcere dove si trovava. Joaquín Guzmán Loera, il narcotrafficante più importante è stato catturato dai marines. L’operazione è stata ufficializzata dal presidente Enrique Peña Nieto via Twitter: “Missione compiuta. Lo abbiamo”



EL CHAPO CATTURATO: LE RICERCHE NEL SUO FEUDO NATALE

Il cerchio intorno al criminale si era ristretto negli ultimi mesi. Dopo i due tentativi falliti (per poco) a Los Mochis e in Sierra Madre era questione di giorni. E di onore. Il governo centrale ha coinvolto sia gli Stati Uniti che i servizi segreti: non c’era altro obiettivo che El Chapo. La sua evasione dimostrò come la cupola del narcotraffico sia gestibile specialmente in casa messicana e in mancanza di una estradizione.



guarda la gallery:

La ricerca sul boss si è focalizzata su Sinaloa, nel Triangolo d’Oro, dove El Chapo contava un sostegno di ferro. Sinaloa non è stata una scelta casuale come nascondiglio, è la sua terra natale. Un territorio dove il tradimento viene pagato con la morte.

guarda l’arresto:

LEGGI ANCHE: Gisela Mota, la vera storia del sindaco uccisa dai narcos il giorno dopo l’insediamento

EL CHAPO CATTURATO: IL TUNNEL PER LA COCA NEGLI USA E LE CONTINUE EVASIONI

Cominciò a guidare il suo cartello di Sinaloa, il resto è storia. El Chapo è un narcotrafficante speciale: non riuscì a farsi catturare nemmeno dai suoi “colleghi nemici”. Nel 1993 riuscì a evitare un agguato del Cartello di Tijuana, della famiglia Arellano Félix. Anno sfortunato il 1993 quando sempre a Tijuana fu scoperto un “suo” canale sotterraneo, lungo 443 metri, che attraversava il confine del Messico con gli Stati Uniti: serviva per il traffico della cocaina.
Il 9 giugno 1993, nel Chiapas, Joaquín Guzmán fu arrestato con l’accusa di omicidio e traffico di droga. Evase dalla prigione di Guadalajara dopo aver corrotto delle guardie carcerarie. Da lì in poi la macchia, la leggenda e il potere. El Chapo diventò uno dei narcotrafficanti più importanti al mondo. Nel 2009 fu inserito nella lista delle persone più ricche del mondo secondo Forbes con 1 miliardo di dollari di patrimonio.
Fu arrestato nella notte tra il 21 e il 22 febbraio 2014 in un hotel di Mazatlan dopo un sanguinoso blitz gestito anche dai servizi segreti statunitensi. In prigione evase comunque l’11 luglio 2015: stavolta niente guardie corrotte ma un tunnel, come solo lui conosce, che lo condusse verso la temporanea libertà.
Un viaggio lampo via terra. A ingannare El Chapo furono le sue “megalomanie”. «Joaquín Guzmán aveva intenzione di girare un film biografico, e per questo aveva contattato attrici e produttori» ha detto il procuratore generale messicano Arely Gomez nel corso di una conferenza stampa. Troppi contatti, tropo desideri 8tra cui una gita in centro città) gli sono costati cari: l’obbiettivo fu localizzato in un casolare a Pueblo Nuevo, Durango, a ottobre.

(in copertina il costume di Carnevale di El Chapo. foto RONALDO SCHEMIDT/AFP/Getty Images)