Elezione presidente della Repubblica, Piero Fassino: la scheda

Elezione presidente della Repubblica, Piero Fassino: la scheda

Elezione presidente della Repubblica Piero Fassino sindaco Torino
Piero Fassino, sindaco di Torino ed ex segretario dei Democratici di Sinistra
  • Nato ad Avigliana (Torino), il 7 ottobre 1949
  • Età: 65 anni
  • Biografia: Appartenente a una famiglia di tradizione socialista, divenne segretario della federazione comunista di Torino dal 1983 al 1987, quando entrò nella segretaria del Pci. Aderì fin dalla fondazione al Pds, del quale fu dirigente e anche segretario internazionale. Nel 2001 è stato eletto segretario dei Democratici di Sinistra, un incarico che conservò fino alla confluenza del partito nel PD nel 2007. Eletto per la prima volta deputato nel 1994, può vantare un profilo internazionale: è stato sottosegretario agli Esteri nel primo governo Prodi (1996-98), così come ministro del Commercio con l’estero nei due governi D’Alema dal 1998 al 2000, prima della nominato “Guardasigilli”al secondo governo Amato (2000-2001). Fassino è tra i principali dirigenti che lavorò alla nascita del Pd. Candidato sindaco alle elezioni amministrative del 2011 a Torino, dopo aver vinto le primarie per la successione a Sergio Chiamparino, è stato eletto sindaco della città di Torino. Dal 2013 ricopre anche l’incarico di presidente dell’associazione dei Comuni italiani (Anci)

 

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PIERO FASSINO, IL BORSINO-QUIRINALE

 

  • PRO: Non è un renziano della primissima ora, ma si è “convertito” molto presto, quando la scalata di Renzi al Pd era ancora agli esordi. Ha un passato da responsabile esteri nel partito, diverse conoscenze nel Pse e in campo internazionale, da sindaco e presidente Anci può contare sulla conoscenza e su buoni rapporti con gli enti locali. Anche con qualche amministratore leghista: non è un caso che il “moderato” Flavio Tosi, sindaco di Verona, lo abbia lanciato nella corsa per il Colle. Ma non solo: Fassino non è tra i candidati più sgraditi al Cav, né ostile al centrodestra.

 

  • CONTRO: Seppur non sia un renziano doc, la “carta” del sindaco torinese non sembra entusiasmare la minoranza Pd. Non è bastata la sua esperienza nel settore degli Esteri per permettergli l’arrivo alla Farnesina: per due volte Renzi ha preferito altri nomi, prima Federica Mogherini, poi Paolo Gentiloni. Una scelta che, nei corridoi parlamentari, c’è chi ha interpretato come una parziale bocciatura.
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