Energia: lo switching conviene?

Categorie: Economia

Nel 2012 sono state oltre un milione le famiglie italiane che hanno abbandonato il loro vecchio fornitore di energia elettrica spint3 dalla necessità di risparmiare e dalla voglia di approfittare di qualche offerta. Ma se non si presta la giusta attenzione alle tariffe si rischia addirittura di pagare di più

Vi ricordate le “lenzuolate” di Pierluigi Bersani? Nel 2007 l’allora Ministro dello Sviluppo Economico si rese protagonista di una serie di liberalizzazioni che coinvolsero anche il settore energetico.



LE LIBERALIZZAZIONI DI BERSANI – Come spiega Edison Energia dal primo luglio di quell’anno, grazie al decreto legislativo 79/99, che recepì a sua volta la Direttiva Comunitaria 96/92/CEE, si è “liberata” la distribuzione dell’energia elettrica. Ovvero, è nato il concetto di “switching“. Le famiglie hanno quindi avuto la libertà di cambiare il proprio fornitore di gas ed elettricità scegliendo quelli che potevano offrire una gamma di prodotti migliori ad un prezzo più basso. Ciò ha obbligato gli operatori, i quali sono entrati in concorrenza con l’ex monopolista del settore, a rimodulare le tariffe portando benefici reali in termini di convenienza per i consumatori.



LO SWITCHING –  Secondo i dati diffusi dal Gestore dei Servizi Energetici, la società dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nata per effetto del decreto che ha liberalizzato l’energia elettrica in Italia, gli italiani si sono dimostrati a proprio agio con la novità. Dal primo luglio 2007 al 31 dicembre 2012 il 26 per cento dei clienti domestici ha cambiato fornitore di energia elettrica, per una cifra di 7,3 milioni di passaggi.

I NUMERI – Nel solo 2012 il “passaggio” è stato compiuto dal 5,4 per cento delle famiglie, per un totale di 1,3 milioni di cambi. Una cifra importante ma che non rappresenta il record assoluto, raggiunto nel 2010 quando i cambi furono 1,8 milioni. I dati diffusi da Acquirente Unico, società della Gse impegnata nel ruolo affidatole dalla legge di garante della fornitura di energia elettrica alle famiglie e alle piccole imprese dimostrano quindi come lo “switching” abbia rappresentato negli ultimi anni un motivo di confronto e di riflessione per le famiglie schiacciate dalla crisi.



LA RIPRESA NEL 2014 – Del resto i dati diffusi da Terna sul consumo di energia elettrica nell’ultimo anno sono impietosi. Nel 2012, a causa della contrazione del Pil nazionale, è stata registrata una diminuzione nella richiesta elettrica del 2,8 per cento rispetto al 2011, per un totale di 325 miliardi di Kilowattora. L’anno che verrà dovrebbe avere ancora più problemi. Si pensa ad una riduzione ulteriore di due miliardi di Kwh. Ma questo dovrebbe essere l’ultimo anno di difficoltà visto che tra 2014 e 2015 si prevede che i consumi debbano incrementare rispettivamente dell’1,3 e dell’1,5 per cento. Insomma, il futuro sorride ma è il presente che preoccupa.

IL MERCATO TUTELATO – Per questo motivo le famiglie cercano di risparmiare qualcosa magari cercando un prodotto diverso, che rispetti maggiormente le loro esigenze. Per questo decidono di abbandonare il mercato a maggiore tutela per cercare fortuna nella competizione delle aziende. Come spiega l’Enel a partire dalla liberalizzazione del mercato dell’energia, l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas è stata insignita del compito di monitorare il mercato salvaguardando i clienti che ancora non avevano scelto un fornitore. Questo è il “servizio di maggior tutela”, e viene applicato alle case, agli uffici e per l’illuminazione pubblica, a patto che le imprese responsabili abbiano meno di 50 dipendenti ed un fatturato annuo non superiore a 10 milioni di Euro.

IL RITORNO – Per costoro la fornitura è garantita a prezzi stabiliti su base trimestrale dall’autorità per l’ Energia Elettrica e il Gas (Aeeg). Per liberarsi dal “controllo” dello Stato basta recedere il proprio contratto in fornitura con un preavviso di almeno un mese. Attenzione, non parliamo di una mossa definitiva. Se con il libero mercato ci si può trovare male si può sempre fare marcia indietro. Nel 2011, dati diffusi da Acquirente Unico, sono tornati sotto il controllo dello “Stato” 175.710 utenti domestici ed 84.000 per altri usi e illuminazione pubblica.

92 AZIENDE – Insomma. Una gran confusione. Confusione che cerca di risolvere la stessa Autorità che presenta quelli che sono gli operatori accreditati. In Italia esistono 92 aziende che hanno la licenza di fornire energia elettrica. E non parliamo solo dei “pezzi grossi” ma ci sono anche piccole realtà locali che forniscono magari al proprio paese o a quelli limitrofi. A dimostrazione che il mercato libero è molto più complicato di quanto si possa pensare. Del resto c’è chi ha la “potenza di fuoco” per lanciarsi in una campagna pubblicitaria che informi dei costi minori rispetto al mercato tutelato, e chi invece può sostenersi solo sulle proprie gambe.

IL TROVA OFFERTE – Vista la presenza di così tanti operatori sul mercato, la stessa Autorità ha pensato di realizzare una specie di programma che consente all’utente di poter verificare quale possa essere l’offerta più vantaggiosa al netto di reclame di vario genere. Parliamo del “Trova Offerte“. Questo servizio, dedicato ai clienti domestici, aiuta in pochi secondi il cliente a capire cosa offre il mercato e come può risparmiare. Basta solo avere a portata di mano il Codice di avviamento postale della casa interessata ed il consumo annuo dell’abitazione. Qualora non si dispongano dei dati è possibile calcolare una stima così da poter avere un’idea di base. Infine si chiede quale tipologia d’offerta può interessare, se tutelata, libera o bloccata, ovvero con un prezzo fermo per un periodo che va da uno a due anni a seconda degli operatori.

A DISCREZIONE DELLE AZIENDE – In base alle opzioni selezionate, verranno proposte le offerte studiate dai venditori della zona. L’Autorità ha sottolineato poi che i venditori di energia elettrica “certificati” aderiscono spontaneamente al “Trova Offerte” e che l’attività di controllo spetta alla stessa Autorità che verifica quanto dichiarato prendendo nel caso provvedimenti qualora qualcuno abbia “fatto il furbo”. A questo punto abbiamo provato a simulare la richiesta di un nuovo contratto a mercato tutelato per vedere chi ci offriva cosa ed a che prezzo. Abbiamo selezionato “energia elettrica” ed inserito il Cap dell’abitazione. Successivamente abbiamo scelto “residente” e “tariffa monoraria” per una potenza di 3 Kw ed un consumo anno di 3040 Kwh. Ecco il risultato:

IL CONFRONTO – Per il Cap inserito non era prevista un’offerta non Aeeg, ma come possiamo vedere dalla banda in verde, è segnato il prezzo per il mercato tutelato, pari a 625 euro l’anno. Il prezzo minore nel mercato libero è garantito dall’Agsm, ovvero l’azienda dell’energia elettrica di Verona, la quale garantisce un prezzo annuo, comprensivo di sconto permanente, di circa 52 euro più basso rispetto ad Edison Energia. Attenzione. L’Aeeg ci ricorda che parliamo di un valore “variabile” i cui prezzi sono quelli odierni. Se ad aprile il prezzo della corrente dovesse salire, salirebbe anche la bolletta. Se invece volessimo vedere cosa esce fuori selezionando “Prezzo fisso”, ovvero un contratto che garantisce come il prezzo non vari per tutto un anno, otteniamo:

LA NON CONVENIENZA DEL DUAL – FUEL – Ovvero, una diminuzione di circa 60 euro rispetto al servizio di maggior tutela. In questo caso la scelta migliore verrebbe da E-On, il quale riesce a fornire, in compagnia di Acea e di Enel Energia, un servizio meno caro di quanto richiesto dallo Stato. Andiamo ora a vedere cosa offre l’Autorità se parliamo del servizio “Dual Fuel”, ovvero delle bollette luce e gas unite insieme, espediente usato negli ultimi tempi dalle aziende fornitrici di energia per unire in un’unica soluzione la bolletta di luce e gas. Secondo l’Aeeg, per lo stesso appartamento sito nella stessa città, avremmo questa tariffa:

IL MONOPOLIO GDF SUEZ – Notare come in questo caso l’unica scelta possibile sia un contratto bloccato garantito da una sola azienda, Gdf Suez. La tariffa minima annuale è di 1,263 euro per l’abbinamento luce e gas. Ma se dovessi scegliere di pagare la fornitura di metano separatamente rispetto alla corrente otterrei questo risultato:

Nel primo schema il prezzo è indicizzato Aeeg mentre nel secondo è bloccato. Basta un rapido sguardo per capire come il mercato sia più economico rispetto al servizio di tutela e come se unissi il gas e la luce secondo i miei desiderata potrei risparmiare rispetto alla bolletta fissa propostami da Gdf – Suez, ovvero 1131,85 (ottenuti dalla somma di Agsm Energia e E-Light Gas di Enel).

IL RISPARMIO – Questi dati confermano quanto emerso dallo studio dell’Osservatorio Supermoney per il quale le tariffe Dual – Fuel non riescono ad essere convenienti per le famiglie. Ciò significa che se la liberalizzazione da un lato facilita la vita del consumatore, questi deve anche essere in grado di capire cosa li convenga davvero. Altrimenti rischia di tornare indietro con la sensazione di aver sbagliato tutto, e di aver pagato con un esborso maggiore in bolletta. Per questo motivo Sardegna Consumatore invita tutti coloro che vogliono compiere il grande salto ad analizzare punto per punto quali sono i pro ed i contro dell’offerta proposta.

CI VUOLE ATTENZIONE – Bisogna valutare i vantaggi, la differenza tra vecchio e nuovo fornitore, il valore delle taglie, l’esistenza di fasce orarie, quali sono le abitudini del nucleo familiare, come regolarsi in caso di consumo maggiorato rispetto a quanto previsto dal proprio contratto o da quello potenziale. E’ necessario valutare la frequenza delle bollette ma sopratutto è necessario fare attenzione a quello che dite al telefono in quanto un consenso a una proposta fatta telefonicamente viene valutata come “accordo” con la modalità del contratto a distanza.

COME RECEDERE – Qualora decidiate di recedere dalla vostra volontà di siglare un accordo con la suddetta azienda avete 10 giorni di tempo dal momento della ricezione dei moduli contrattuali. A quel punto bisogna mandare una nota scritta nel quale si esprime il proprio ripensamento e questa non ha costi di alcun genere. Il contratto viene definito “ricevuto” dall’azienda dieci giorni dopo il suo invio. Ricordate che il ripensamento non è previsto se il contratto è stato siglato negli uffici del venditore. Se invece sono passati dieci giorni si può scegliere di cambiare operatore e di tornare al mercato libero o a quello tutelato.

COLPA DELLE TASSE – Almeno c’è la possibilità di riparare ai propri errori. Risparmiare si può, anzi, si deve. L’importante è farlo con il giusto criterio, anche perché come ha confermato Facile.it, ripreso da Ibtimes, rispetto al resto d’Europa in Italia si arriva a pagare fino a 300 euro in più l’anno per la fornitura di luce e gas. Una cifra importante dettata in larga parte dal peso fiscale che grava sulle tariffe. Certo, da noi la corrente costa di più in quanto importata, ma se usassimo più gli strumenti a nostra disposizione potremmo godere di un gran risparmio.