Epidemia di morbillo: c’è da preoccuparsi in Italia?

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L’Organizzazione mondiale della sanità chiarisce sui nuovi 1.010 casi di morbillo segnalati dal 1 gennaio al 26 marzo al 26 marzo di quest’anno in Italia

In tempo di rischi epidemici, tutti cercando di contenere gli allarmismi che inevitabilmente si diffondono tra la popolazione. Ad intervenire questa volta, attraverso una nota, è l’Organizzazione mondiale della sanità, che chiarisce la situazione sui nuovi 1.010 casi di morbillo segnalati dal 1 gennaio al 26 marzo al 26 marzo di quest’anno in Italia. Secondo l’Istituto in questione, è necessario aumentare l’immunità della popolazione e la fiducia nei vaccini per evitare nuovi focolai che potrebbero vanificare anche l’azione degli Stati che hanno sconfitto la malattia. A quanto pare, sotto il mirino dell’Ufficio europeo ci sono proprio l’Italia e la Romania, Paesi in cui sono stati riscontrati numerosi casi di persone colpite da tale patologia. Quest’ultima ha riportato oltre 3.400 casi e 17 morti dal gennaio 2016 a marzo 2017, specie nelle aree geografiche in cui la copertura vaccinale è prevalentemente bassa.



ITALIA A RISCHIO DELLA EPIDEMIA DI MORBILLO?

Partendo dai dati, sono stati 238 casi segnalati a gennaio ed almeno altrettanti a febbraio, superando il numero di quelli segnalati nell’anno 2016, come evidenziato dagli ultimi dati forniti dal Ministero e dall’Iss. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, per ridurre ai minimi termini i casi di morbillo è necessaria una copertura vaccinale di almeno il 95% della popolazione. La malattia, in questo modo, non dovrebbe diffondersi, con la possibilità di isolare chi viene colpito. Ciò è favorito anche dal fatto che due terzi dei 53 Paesi sotto osservazione dell’OMS hanno già provveduto a bloccare la trasmissione endemica.

LE MISURE DI PREVENZIONE

Intanto l’Ufficio Europeo competente sta lavorando a stretto contatto con le autorità sanitarie nazionali dei dei Paesi a rischio, al fine di pianificare e attuare misure di risposta adeguate che includono migliore sorveglianza, nonché garantire l’identificazione e l’immunizzazione delle persone a rischio elevato di infezione, ovverosia di quelle particolarmente sensibili che possono venire a contatto con soggetti infetti e coinvolgere a macchia d’olio le intere comunità di appartenenza. “Esorto tutti i Paesi endemici ad adottare misure urgenti per fermare la trasmissione del morbillo – afferma Zsuzsanna Jakab, direttore regionale per l’Europa dell’Oms – e tutti i Paesi che hanno già raggiunto questo traguardo a mantenere alta la guardia e sostenere la copertura dell’immunizzazione. Insieme dobbiamo fare in modo che i progressi raggiunti finora non vadano perduti”.



(Credit Image: Alejandro Ayala/Xinhua via ZUMA Wire)