L’idea di Erdogan era che tornare all’ora solare dopo le elezioni concederebbe un’ora di luce in più agli elettori per andare a votare, ma la furbata per ora si è rivelata un boomerang e ha fatto ridere mezzo paese.
Erdogan è entrato in modalità campagna elettorale, anche se da presidente dovrebbe mostrarsi terzo e arbitro della contesa, in realtà non ha mai smesso di essere il vero dominus dal suo partito, l’AKP, e del governo, affidato a un fedelissimo come Davutoglu. Così a Erdogan è venuta un’idea per aumentare l’affluenza alle urne, che rischia di penalizzare proprio il suo partito, che dopo oltre un decennio di dominio comincia a registrare segnali di stanchezza anche presso il proprio zoccolo duro.
Erdogan però non aveva fatto i conti con la tecnologia e così i turchi si sono ritrovati con smartphone, tablet, televisori e ogni genere di dispositivo elettronico che hanno aggiornato l’ora a quella solare perché dell’ordine di Erdogan ovviamente non sapevano niente, mandando in tilt i cittadini turchi, che ieri mattina hanno lanciato l’hashtag #saatkac (che ora è) e hanno passato la giornata a prendere in giro il presidente.
Unico rimedio è disattivare gli aggiornamenti automatici e fissare l’ora giusta manualmente, sincronizzandola sull’Eest l’Erdogan Engineered Standard Time, com’è stato ribattezzato giocando con la sigla Eet (Eastern European Time), che indica il fuso orario di cui fa parte Ankara.