Erika Pioletti è morta. Dopo un ricovero in condizioni disperate durato una decina di giorni è deceduta la ferita più grave del panico di piazza San Carlo. Il sindaco di Torino Chiara Appendino ha proclamato il lutto cittadino, mentre la Juventus si è unita al cordoglio dei familiari con un comunicato ufficiale della società. Erika Pioletti, 38enne residente a Domodossola, aveva subito un infarto dopo esser stata schiacciata dalla folla contro una transenna. Le sue condizioni erano apparse subito gravissime. L’arresto cardiaco aveva bloccato le sue funzioni vitali per diversi minuti prima che fosse rianimata sul posto, e trasportata in ospedale. I medici dell’ospedale Don Bosco di Torino l’avevano tenuta per diversi giorni in coma artificiale viste le gravi lesioni cerebrali subite. La scorsa settimana e all’inizio di questa i dottori hanno provato a risvegliarla, ma i tentativi sono falliti a causa della situazione clinica disperata di Erika Pioletti.
Alle 21,56 la giovane donna è deceduta, e i genitori hanno espresso la volontà di donare i suoi organi. Il fidanzato di Erika Pioletti, Fabio Martinoli, aveva ottenuto come regalo per il proprio compleanno di guardare assieme la finale di Champion’s League in piazza San Carlo. Erika non era una grande appassionata di calcio, ma era stato col compagno, tifoso juventino. Martinoli a Repubblica esprime parole pesanti per la disorganizzazione osservata in piazza San Carlo.
Quel sabato era il mio compleanno. Quella per la finale doveva essere una festa, non pensavamo di trovarci in mezzo alla bolgia: era tutto disorganizzato, c’erano venditori abusivi, entrava chiunque senza controllo, c’erano bottiglie dappertutto. È come se avessero lasciata aperta la porta di casa non rendendosi conto che entravano 30 mila persone. Ora ci dicono “ci spiace”, ma sono parole che non riusciamo a sentire.