Ernesto Carbone non si scusa per il suo #Ciaone: «Su Twitter serve sintesi»

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L'intervista su Il Corriere della Sera: «Chiedere scusa? Ah ah ah! Ma allora non ha capito? Non ci penso proprio»

Ernesto Carbone non si scusa per il tweet contro il referendum delle Trivelle. «Prima dicevano quorum. Poi il 40. Poi il 35. Adesso, per loro, l’importante è partecipare #ciaone», aveva cinguettato il deputato Pd scatenando polemiche.



Referendum, bufera sul #ciaone di Ernesto Carbone su Twitter

ERNESTO CARBONE NON SI SCUSA DEL CIAONE

Non si pente del gesto. Lo spiega al Corriere della Sera:

«Veramente io polemizzavo con i promotori del referendum, con Emiliano, con Salvini, mica con chi stava andando a votare…».
Non si capiva.
«Sa, su Twitter hai a disposizione solo 160 caratteri..».
Sono 140.
«Ecco, appunto, anche meno: mica potevo scrivere i nomi e i cognomi di tutti».
Però non si fa: lei rappresenta le istituzioni, un po’ di garbo, no?
«Garbo? No, scusi: io rivendico il diritto di non votare e di polemizzare».
È ancora in tempo: chieda scusa, capita a tutti di scrivere un tweet sbagliato.
«Ah ah ah! Ma allora non ha capito? Non-ci- pen- sopro-prio».
#Ciaone, comunque, fa innervosire. Come le è venuto?
«Oh, beh… è semplice. Me l’ha insegnato mia figlia. Da qualche settimana, ci salutiamo così»