“L’esodato italiano sfrattato per far posto ai profughi”

Milano: “Un italiano povero e malato è stato cacciato dai centri di accoglienza per fare posto a dei profughi, e sono dieci giorni che gira per la città”. La notizia è stata pubblicata dal Giorno solo ieri e ha preso a rimbalzare per la rete generando un nugolo di commenti di vario genere. “Chiedo solo un posto per dormire”, ha detto Antonio di Salvo, intervistato dalla storica testata meneghina.

L’ESODATO SFRATTATO DAI PROFUGHI – “Antonio Di Salvo, 56 anni, vaga come un’anima in pena per la città da 10 giorni. Si trascina reggendosi su una stampella (“ho subìto un’operazione all’anca tre mesi fa”), uno zainetto con il necessario per la fisioterapia (“quella per fortuna è gratis”) e un’altra busta con i suoi oggetti personali (“non ho un posto in cui conservarli”)”, scrive il Giorno. Dormiva in un rifugio in via Isonzo ma “è stato cacciato per far posto ai profughi eritrei” recentemente sbarcati sul suolo italiano. Antonio è un esodato, lavorava come magazziniere “ma non ha ancora accumulato abbastanza anni per poter andare in pensione. “Vive con un sussidio comunale di 150 euro mensili destinato agli adulti in difficoltà”, dice il Giorno: “Di questi soldi, ne spendeva 50 per pagare il dormitorio ogni mese”.

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COME STANNO LE COSE? – All’inizio di luglio sarebbe andato in questura per chiedere un aiuto direttamente alle forze dell’ordine, che hanno scritto una lettera per sollecitare il suo accoglimento in una struttura. La storia è stata molto discussa, il capogruppo della Lega Nord a Palazzo Marino Alessandro Morelli ha attaccato frontalmente il sindaco Giuliano Pisapia.

A rispondere, l’assessore competente alle Politiche Sociali del comune di Milano, Pierfrancesco Majorino, che ha spiegato su Facebook chiarendo con nettezza come stiano le cose.

Dunque, l’iniziativa di allontanare il milanese indigente è stata presa in autonomia dall’opera di carità, il Comune non era in nessun modo informato di tale scelta, la disapprova in pieno e sta provvedendo per offrire una sistemazione all’uomo. Oltre a chiamare in causa il presidente della regione Roberto Maroni, dunque, Majorino chiede un maggior impegno al governo di Matteo Renzi.

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