Eurovegas, il casino’ della discordia

Categorie: Economia

Sheldon Adelson, magnate proprietario di Las Vegas ha ottenuto dal governo di Madrid la costruzione di una nuova città del gioco ad Alcorcon chiedendo però in cambio una serie di agevolazioni che renderanno l'area porto franco dietro la promessa di portare lavoro e soldi in un paese in crisi

E se la via d’uscita dalla crisi passasse dal gioco d’azzardo? A quanto pare è questa la risposta spagnola alle difficoltà economiche dell’Eurozona. Un complesso di casinò da contrapporre agli algidi palazzi della nomenklatura economica di Francoforte e Bruxelles.



EUROVEGAS IL NUOVO CASINO – Parliamo di “Eurovegas“, ovvero la città europea del gioco d’azzardo. Il progetto prevede la nascita nel comune di Alcorcon, a poca distanza da Madrid, di un complesso di casino, alberghi e strutture tale da essere definito “il più importante del mondo”. Il bengodi europeo nascerà grazie all’impegno della “Las Vegas Sands” di Sheldon Adelson e della presidenza provinciale di Madrid, guidata da Ignacio Gonzalez. Il progetto, di 17 miliardi di euro, prevede la realizzazione entro 18 anni di sei casinò, 12 alberghi per 36 mila camere, tre campi da golf, nove teatri, 18 mila slot machines e la nascita tra indotto e impieghi diretti di 250 mila posti di lavoro.



LE AGEVOLAZIONI – In cambio Adelson ha chiesto l’esenzione per due anni del pagamento dei contributi per i lavoratori, ha ottenuto l’aiuto del governo spagnolo per la concessione di un credito dalla Banca Europea degli investimenti per 25 milioni di euro, l’esenzione dall’Iva e l’abolizione del divieto di fumo nei casino e l’apertura a minori e ludopatici. In effetti c’è da rabbrividire ma lo Stato non è riuscito a dire di no ai 26 miliardi di euro messi sul piatto dal 79enne magnate dei casinò di Las Vegas. Insomma, lui viene incontro ad un Paese alle prese con sei milioni di disoccupati, in cambio ha chiesto -ed ottenuto- una speciale “agevolazione” fiscale e legale.

UNA SPAGNA IN GINOCCHIO – Ah, dimenticavamo. Gonzales ha detto che la municipalità di Madrid coprirà il 35 per cento dei costi e nei mesi scorsi sono state cambiate le destinazioni d’uso dei terreni sui quali dovrà sorgere la nuova Las Vegas, che potrebbe a pieno regime rappresentare il 17 per cento degli affari nazionali spagnoli. Solo il tempo ci saprà dire con certezza se quello che è stato presentato nei giorni scorsi sarà un affare o meno. Sicuramente siamo davanti ad un cambio di rotta concreto rispetto alla passata gestione Zapatero, travolta dalla bolla immobiliare che ha portato alla realizzazione di 500.000 case che non vedranno mai un acquirente.



L’INDIGNAZIONE DEL PSOE – Ma in Spagna sono felici dell’idea che il Governo cali le braghe davanti ad un imprenditore che promette mari e monti a scapito della legalità? Evidentemente no, ed in particolar modo l’opposizione socialista. Secondo il segretario Psoe di Madrid Tomás Gómez la notizia dell’accordo tra Partito Popolare e Sheldon Adelson serve solo a confondere le acque e nascondere le accuse di corruzione che stanno piovendo sul movimento guidato da Mariano Rajoy. potrebbe inserisi in un rapporto oscuro fatto di corruzione all’interno del movimento conservatore. Come spiega Portal Local lo stato ha cucito un abito che calza alla perfezione su Adelson, un abito fatto di favori e benefici fiscali.

NUMERI FALSI – “Ricordiamoci -ha spiegato Gomez- che questa persona è un finanziatore dei Tea Party e lo ha fatto per spingere l’autorità Usa a lanciarsi in agevolazioni fiscali per le loro imprese”. Il Psoe non crede ai numeri propagandati. Continua Gomez: “si sono sdraiati sulle parole di questa persona. Se prendiamo le maestranze di Madrid nel settore del turismo e della ristorazione, considerando quindi i camerieri, i baristi, i cuochi e tutti gli altri raggiungiamo a malapena quota 200.000. Vuol dire quindi che 10 hotel daranno più lavoro rispetto alla capitale della Spagna?”.

AGEVOLAZIONI ASSURDE – Per il Psoe si tratta di una semplice speculazione edilizia nata per “conquistare” il suolo di Alcorcon: “Definire il progetto incerto -chiosa Gomez- è un eufemismo. Il 70 per cento del finanziamento non è garantito. Vengono previste le stesse agevolazioni fiscali richieste dai partiti di estrema destra negli Usa, verrà riciclato del denaro a Madrid grazie all’allentamento del fisco, così come crescerà il traffico di stupefacenti”. Altro che agevolazioni, insomma. Infine per i socialisti la ricetta della crisi non è quella di affidarsi a simili espedienti ma “è necessario creare un’occupazione stabile investendo su industria e ricerca”.

SPECULAZIONE IMMOBILIARE – Su Rtve le polemiche si fanno ancora più violente. Per il senatore del Psoe Henry Cascellana il Partito Popolare sta cercando di distogliere l’attenzione degli abitanti di Alcorcon dalle polemiche relative ad alcuni finanziamenti illegali ricevuti dal partito a seguito di uno scandalo legato agli ospedali privati nella zona. Gregory Gordon, portavoce nell’assemblea di Madrid per il movimento di sinistra Izquierda Unida ha aggiunto che il piano non è altro che la realizzazione di una speculazione immobiliare operata dal “signor Adelson” e l’unico risultato sarà quello di aggravare la crisi spagnola. La sinistra lamenta anche che il governo regionale ha seguito le indicazioni dell’investitore sulla modifica delle norme attualmente vigenti senza tuttavia prendersi lo scrupolo di verificare cosa pensasse la gente del posto.

LA FELICITA’ DEL SINDACO DI MADRID – Quindi i 750 ettari di terreno sul quale sorgerà Eurovegas per le sinistre non sono altro che un mezzo per favorire la speculazione “a beneficio del comune, proprietario dei terreni, e della società “metrovacesa”. Senza dimenticare il fatto per il quale Alcorcon diventerà un paradiso fiscale solo per fare felice l’investitore. E’ quanto sottolineato da Ines Sabanés, portavoce del movimento “Equa Madrid”. La risposta del sindaco della capitale spagnola, Ana Botella, è però di tutt’altro avviso. “Questo investimento incontrerà il favore dei locali e porterà ad un aumento dell’occupazione”.

LE PROTESTE DELLA GENTE – Sarà. Eppure 150 persone si sono ritrovate davanti “Puerta del Sol”, davanti alla sede del governo della comunità madrilena, per una protesta a suon di pentole. Ovvero hanno manifestato il loro dissenso sbattendo le stoviglie ed intonando una serie di slogan tra cui il più efficace è stato: “Alcorcon non è in vendita”. Secondo i manifestanti lo Stato ha semplicemente calato le braghe davanti alle richieste di un imprenditore presentatosi con la valigetta perché bisognoso di soldi, ma qui l’unico che troverà beneficio dall’intera situazione sarà solamente Adelson.

I PREZZI DELLE CASE – Abc ha deciso di fare i conti per capire quanto vale il mercato immobiliare della zona. Qui il valore delle case al metro quadro è crollato negli ultimi anni esattamente come successo nel resto del Paese. A 13 chilometri da Madrid -dove si trova Alcorcon- un appartamento costa mediamente 1,754 euro al metro quadro, con un calo del 18 per cento rispetto a 12 mesi fa, quando la stessa casa costava, sempre al metro, 2.140 € / m². Oggettivamente molto poco, specie se consideriamo che ci troviamo nell’hinterland di una città europea. Per fare due conti, le case a San Giuliano Milanese, 15 chilometri a sud di Milano, stanno a 2,200 euro al metro quadro.

LA LOTTA TRA MADRID E BARCELLONA – Tutto a vantaggio dell’investitore straniero, quindi. Nei due anni di trattative il valore delle case è sceso, il governo locale ha cambiato la destinazione d’uso dei terreni consentendo la costruzione ed ora c’è chi si porta a casa il piatto senza aver fatto fatica. Antena 3ci porta indietro nel tempo per capire come sia nata l’idea di Eurovegas. Tutto partì il 2 novembre 2011, ovvero quando la trattativa interessava l’area intorno all’aerporto di Barajas e si parlava della realizzazione di un centro polifunzionale. I soldi promessi dall’investitore americano hanno portato ad una lotta muscolare tra Madrid e Barcellona per capire chi avrebbe dovuto ospitare il parco giochi.

DECINE DI MILIARDI IN CINQUE ANNI – Si è deciso per Madrid e più precisamente per questa zona desertica, Alcorcon. Gli ettari sarebbero stati 750 ma il sindaco, David Perez, Partito Popolare, aveva spinto per 1000 con l’obbligo di assumere parte dei 15 mila disoccupati della città. Ma ad oggi al di là dei proclami nessuno sa niente. La Spagna ha rispettato tutte le richieste di Sheldon Ansedon ma di contro non ha avuto alcuna garanzia sul reale numero dei posti di lavoro. A preoccupare è anche una dichiarazione di Ansedon raccolta da Forbes secondo la quale l’uomo d’affari si aspetta di portare a casa decine di miliardi di dollari in cinque anni.

TERRENO ARIDO – Probabilmente gli unici felici saranno i dodici proprietari terrieri della zona scelta, per lo più desertica. El Pais spiega che si tratta di sei piccoli proprietari che hanno fatto i soldi grazie alle colture di cereali e cocomeri. Qui ci sono settemila case destinate a rimanere invendute a causa di una speculazione condotta dall’azienda “metrovacesa” la quale, dopo aver fallito la costruzione di case e del centro congressi più importante d’Europa può beneficiare di questo indubbio aiuto. Ma nel leggere queste parole un dubbio viene alla mente. Expansion ci spiega che sono migliaia i curricula già arrivati ad Eurovegas, anche se il “parco giochi” aprirà solo nel 2017. Ma non è pericoloso cercare di vendere la pelle dell’orso prima di averlo catturato?

CHE COMPROMESSO – Spieghiamo meglio. La Spagna al momento è alle prese con una gravissima crisi economica. Gli stipendi sono calati del 30 per cento così come le pensioni. Sono state votate leggi che hanno danneggiato l’istruzione ed il “welfare state” nel tentativo di portare a casa qualche soldo. Oggi invece assistiamo alla decisione di un uomo d’affari che in cambio di una zona franca da fare impallidire la Svizzera, o Livigno, tiene per il collo un intero Paese grazie alla promessa di un investimento di 26 miliardi di euro (di cui il 70 per cento non garantito) che chiamerà un contributo garantito dal governo spagnolo attraverso la banca europea degli investimenti di 25 milioni di euro e l’impegno del governatorato di Madrid di coprire il 35 per cento delle spese. Il tutto senza dare precise garanzie sull’ammontare effettivo dei posti di lavoro.

I DANNI DELLA CRISI – Segno della crisi, viene da dire. La Spagna ha bisogno di soldi e di un futuro ed un Mony Burns con bastone tira una mazzetta di soldi con un filo per vedere l’effetto che fa. Il tutto per un mondo che genererà il 17 per cento dell’economia nazionale. Il discorso va però inserito nel ruolo che ha il gioco d’azzardo nella nostra società. In Italia questo è uno dei pochi settori ancora in salute e non colpiti dalla crisi. Come ci ricorda il Sole 24 ore in Italia esiste una slot machine ogni 150 abitanti.

UN MONDO IN SALUTE – Negli ultimi anni quindi c’è stato un aumento vertiginoso della penetrazione di queste macchinette che portano un italiano a giocarsi mediamente più di 1,400 euro a testa. Lo Stato non fa niente per contrastare il fenomeno. Anzi. Incentiva il gioco on-line. Basta una carta di credito ed un codice fiscale e si può giocare da casa senza neanche prendersi il disturbo di uscire di casa. Perché tutto questo? Semplice: in Italia il gioco d’azzardo vale il 5 per cento del Pil e le concessionarie pagano all’erario 8 miliardi di euro l’anno. Soldi ai quali vanno aggiunte le tasse sulle vincite. E chi perde una simile occasione?

PECUNIA NON OLET – Nelle scorse settimane si era pensato di spostare i videopoker e le sale lontano da scuole, ospedali e luoghi di culto. Nascondiamo la polvere. O il cadavere, tanto è lo stesso. Ma in questi tempi di crisi non ci si può permettere del facile moralismo. Servono soldi. E se il rapporto delle cifre giocate da cittadini “poveri” e “ricchi” è di 3 a 1, fonte Redattore Sociale, allo Stato non interessa poi granché. “Gioca senza esagerare”. The Atlantic ci scherza un po’ su quando dice che Adelson cerca il gioco al rialzo con il governo di Madrid contando sulla disoccupazione che affligge 600.000 persone nella regione ma sa benissimo che l’unico modo per puntare a lauti guadagni è quello di incentivare la spesa coinvolgendo quante più persone possibili.  In Spagna sono andati anche più in la: lo Stato bisognoso di soldi ha aperto il suo cuore, ed il suo portafoglio, ad un investitore che accetterebbe volentieri anche malati di ludopatia, il gioco per i minori ed una legge meno stringente sul riciclaggio di denaro perché no? In fondo i soldi non puzzano, Pecunia non Olet. Sopratutto in tempi di crisi. (Photocredit Lapresse / La voz de Galicia / google.com)