Expo 2015, polemiche sulla prefettura: “Ha respinto 600 persone che volevano lavorare”

La prefettura ha esaminato le schede dei cittadini che avevano fatto domanda per lavorare all’Expo controllando sull’archivio del sistema d’indagine se i candidati fossero “idonei”. Su sessantamila domande seicento sono state bocciate senza spiegazioni, né alle aziende, né tanto meno ai diretti interessati.

Lo rivela La Repubblica che scrive

La prefettura non ha voluto fornire chiarimenti. I sindacati hanno però strappato la possibilità, per i bocciati, di « chiedere spiegazioni – dicono i sindacati – e la revisione della posizione poiché, come già accaduto, le informazioni della banca dati della polizia possono essere inesatte o non aggiornate». Verrà studiata anche una procedura per ricorrere contro lo stop, qualora si ritenesse di essere stati danneggiati da questi provvedimenti. All’incontro hanno partecipato i sindacati confederali, Assimpredil, Unione del Commercio, Assolombarda, Assolavoro, delegati della società Expo e della questura.

Sul tavolo gli aspiranti lavoratori respinti

I SINDACATI – Ma i sindacati non ci stanno e gridano allo «stato di polizia». Antonio Lareno, Cgil ha dichiarato: «Non sappiamo nulla dei motivi per i quali questi 600 lavoratori hanno perso un’opportunità di lavoro, non ci hanno dato nemmeno la casistica. Sappiamo solo che c’è di tutto, giornalisti free lance, ma anche accompagnatori turistici, hostess e steward, lavapiatti, volontari. Expo sostiene di essere mero ente stampatore del permesso di accesso il cui assenso o diniego arrivava direttamente dalle autorità competenti. Noi proviamo la strada della conciliazione per far assumere la gente, ma nei prossimi giorni siamo pronti a valutare anche un esposto alla magistratura».

L’INCONTRO –  Sarà determinante il vertice di venerdì tra i rappresentanti di Expo e la prefettura che come annunciato da Giuseppe Sala, commissario unico dell’esposizione, servirà per «fare una sintesi».

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