La Francia ha schierato anche un sito contro la minaccia jihadista, sito nel quale appare anche una curiosa infografica, che da un paio di giorni sta facendo ridere i francesi.
Il governo francese non lascia nulla d’intentato nella lotta alla radicalizzazione e così dopo il sito e il video ha prodotto anche una curiosa infografica, che dovrebbe servire a illustrare i «segnali» che dovrebbero allertare amici, vicini e parenti di quanti si siano avviati sul sentiero della radicalizzazione. Tra gli otto segnali evidenziati ce ne sono diversi che hanno segnalato più di un’obiezione e diverse risate, così da ieri l’hashtag #StopDjihadism è occupato quasi del tutto dagli spiritosi che prendono in giro il manifesto, anche perché ci sono un sacco di persone che smettono di frequentare amici e parenti o cambiano la maniera di vestire o il regime alimentare e, com’è scritto in uno dei tweet più condivisi: «La campagna StopDjihadism non serva a identificare potenziali jihadisti, ma a descrivere i disoccupati».
Particolarmente divertente è apparsa a tutti l’immagine con la baguette, che è una gloria nazionale, ma affermare che chi non mangia baguette è un sospetto terrorista è un po’ azzardato, anche se l’immagine accompagna un più generico avvertimento sul cambiamento delle abitudini alimentari. In linea di massima la grafica non presenta affermazioni assurde o poco fondate, ma la presentazione d’insieme e i disegnini con la croce sopra le tolgono credibilità. Come peraltro ha contribuito a fare anche la denuncia di un bambino di 8 anni, deferito dal preside di una scuola francese all’attenzione delle polizia, che poi lo ha interrogato insieme ai suoi genitori, per aver affermato che non stava con Charlie Hebdo, ma con i terroristi.
L’hashtag #Ahmed8ans ha così superato di slancio #StopDjihadism che, pur rinforzato dagli spiritosi, non è riuscito a reggere la competizione con la protesta che ha cavalcato sulle ali di una genuina indignazione per la reazione assurda e isterica delle autorità scolastiche e di quelle preposte alla sicurezza alle parole di un bambino di 8 anni.