Lyudmila Savchuk ha denunciato la «fabbrica dei troll» putiniana e poi è diventata l’animatrice di un movimento che si batte contro il trolling professionale.
Lyudmila Savchuk ha 34 anni e ha lavorato insieme ad altre centinaia di colleghi «troll» per la Internet Research di San Pietroburgo, riempiendo l’internet russa di commenti pro-Putin. Poi, quando ha rivelato pubblicamente la sua attività, è stata licenziata dall’azienda.
L’azienda ha sempre negato tale attività, ma intanto la Savchuk le ha fatto causa chiedendo i danni morali, gli stipendi non pagati e per non averle fatto un contratto a norma di legge per i due mesi di lavoro, pagati 40.000 rubli al mese (circa 550 euro al cambio recente). L’azienda ha ritenuto opportuno ricorrere a un accordo con la denunciante e in virtù di quell’accordo la corte distrettuale di Petrogradsky ha condannato l’azienda a pagare un simbolico rublo di risarcimento alla denunciate.
Il Cremlino ha negato ogni legame con l’azienda, che ha smentito le rivelazioni della donna, che nel frattempo ha organizzato un vero e proprio movimento contro il trolling online organizzato. Nel corso dello scorso anni la Russia ha visto un boom di blog e di commenti critici con l’Occidente, un’esplosione che più d’uno ha messo in relazione a questo tipo d’attività organizzata.