Una nuova rivelazione sulla vicenda del contratto di Fabio Fazio con la Rai. A farla è il deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi, in un’intervista al quotidiano Il Dubbio. «La Rai è in mano alle caste e alle lobby degli agenti – dice -. E il contratto di Fabio Fazio è un esempio di come si violi la legalità». Nel mirino, ancora una volta, c’è il popolare conduttore televisivo che ha ottenuto un aumento del suo ingaggio annuale da 1,8 a 2,8 milioni di euro.
Anzaldi non ha proprio digerito la deroga al tetto dei compensi da 240mila euro, previsto per le prestazioni artistiche. «La trasmissione di Fazio – sostiene il deputato del Partito Democratico – viene classificata come programma di informazione e approfondimento generale. Quindi non vi è effettiva natura artistica della prestazione, unica condizione che secondo il parere dell’Avvocatura dello Stato consentirebbe la deroga al tetto dei 240mila euro. E allora perché a Fazio è stato concesso un cachet dieci volte tanto?».
Ma secondo Anzaldi non sarebbe l’unica anomalia nel futuro rapporto di lavoro tra Fabio Fazio e la Rai: «Viale Mazzini si è impegnato, con una delibera approvata a maggioranza, ad affidare a una società che ancora deve essere costituita (che quindi, attualmente, non esiste) e che fa capo allo stesso Fazio l’appalto parziale per la realizzazione del format della trasmissione che lui stesso andrà a condurre. Altro che conflitto d’interessi! Noi ci siamo rivolti all’Autorità anti-corruzione di Raffaele Cantone. Ma forse dovrebbe occuparsene anche il procuratore della Repubblica Giuseppe Pignatone».
Insomma, secondo il deputato, si tratterebbe di una vera e propria operazione gestita dalla casta che dirige la Rai: l’intenzione del cda, ha affermato Anzaldi, è quella di non toccare i super stipendi contrattati dagli agenti, i veri padroni del servizio pubblico in Italia.