Facebook censura il «Bacio» di Rodin

01/11/2017 di Redazione

«Immagine che mostra eccessivamente il corpo, con contenuti allusivi». Con questa motivazione Facebook ha rifiutato di promuovere nelle bacheche degli utenti l’immagine simbolo della mostra dedicata allo scultore Auguste Rodin e prevista dal 24 febbraio 2018 a Treviso. Del caso ne parla il Corriere del Veneto.

Il bacio è una celebre opera dello scultore francese in cui due giovani sono avvinghiati mentre suggellano il loro amore. Per lanciare le prenotazioni on-line alla mostra, il curatore Marco Goldin ha pubblicato un post sulla pagina di Linea d’Ombra, la sua società di produzione, usando la promozione a pagamento su Facebook. E da quel momento sorpresa: il bacio di Rodin non passa il test. Troppo erotico.

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IL BACIO RODIN E LA CENSURA DI FACEBOOK

Marco Goldin riceve un secco no per la scultura di Rodin. E non solo, il social consiglia di «utilizzare contenuti che si concentrano sul prodotto o servizio, evitando allusioni di natura sessuale». «Sono rimasto sconcertato – ha spiegato al Corriere del Veneto – ho pensato: ma il mio prodotto è proprio questo, è una mostra di sculture di Rodin! In una Rete invasa da, quelli sì, contenuti di orribile pornografia, vogliamo davvero equiparare i nudi rinascimentali o in questo caso il Bacio di Rodin, a immagini che invece circolano liberamente?».
La notizia della censura ha iniziato a circolare. Il post può apparire sul wall della pagina ma non può esser sponsorizzato.

«Qui non siamo di fronte alla censura, almeno come l’abbiamo sempre conosciuta», ha per esempio commentato Gabriella Belli, storica dell’arte e alla guida dei Musei Civici di Venezia. Flavio Caroli, critico e storico dell’arte ha aggiunto: «Possiamo anche non chiedere alla tecnologia una valutazione sulla qualità, ma sulla quantità sì. E quella, in particolare, è un’icona riprodotta in una quantità impressionante di volte, ovunque».
«Facebook rimane un sistema straordinario anche quando sbaglia – ha inoltre aggiunto alla testata Vittorio Sgarbi, che ha vissuto una esperienza simile con L’origine del mondo di Gustave Courbet – In realtà dovremmo ragionare sul fatto che qualsiasi forma di censura, anche involontaria come in questi casi, ha sempre l’effetto opposto e amplifica la visibilità».

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