Fidel Castro è morto. Aveva 90 anni, eroe della rivoluzione cubana e lider maximo

26/11/2016 di Maghdi Abo Abia

FIDEL CASTRO MORTO –

L’avvocato che con la sua Rivoluzione ha trasformato un’isola caraibica, Cuba, nel centro del mondo si è spento a 90 anni. Fidel Alejandro Castro Ruz, nato a Birán il 13 agosto 1926, deve la sua fama alla rivoluzione che nel Capodanno del 1959 portò alla fuga del dittatore Fulgencio Batista trasformando Cuba, con il passare degli anni, in uno stato monopartitico di stampo socialista, definito dallo stesso Castro una democrazia popolare apartitica.

Fidel Castro morto
FrancescoZuma press/LaPresse

FIDEL CASTRO MORTO, LA RIVOLUZIONE – Castro fu Primo Ministro di Cuba dal 16 febbraio 1959 al giorno dell’abolizione della carica, il 2 dicembre 1976. Dal giorno successivo fino al 18 febbraio 2008 è stato Presidente del Consiglio di Stato e Presidente del Consiglio dei ministri, nonché Primo Segretario del Partito Comunista Cubano, il partito unico del paese, che tuttavia non partecipa direttamente alle elezioni. Insieme al fratello Raúl, a Ernesto Guevara ed a Camilo Cienfuegos è il protagonista della rivoluzione cubana. Il soprannome Lider Maximo, arrivato insieme alla decisione di trasformare Cuba in un paese comunista, deriva dal fallito sbarco nella Baia dei Porci di esuli cubani appoggiati dagli Usa, fallimento di cui Jfk si prenderà la totale responsabilità.

FIDEL CASTRO MORTO, LE PRIME ESPERIENZE POLITICHE – Fidel Castro nacque da Ángel Castro Argiz, benestante proprietario terriero e di Lina Ruz González, cubana figlia di emigranti spagnoli originari delle Isole Canarie. Determinante fu per lui la sua formazione accademica. Al collegio de Belén de L’Avana venne educato dai gesuiti secondo l’idea della superiorità dei valori spagnoli di onore e dignità in contrapposizione al materialismo angolsassone. All’Università di diritto poi entrò in contatto con le teorie di professori nazionalisti che ritenevano come il destino di Cuba fosse deviato dal dominio economico statunitense.

FIDEL CASTRO MORTO, L’ASSALTO ALLA MONCADA – Dal 1950 al 1952 Fidel Castro fece il suo praticantato legale presso un piccolo studio legale. Intenzionato a candidarsi al Parlamento, dovette rinunciare dopo il colpo di stato del Generale Fulgencio Batista che rovesciò il governo di Carlos Prio Socarras e portò alla cancellazione delle elezioni. Castro in risposta al gesto di Batista organizzò un assalto armato alla caserma della Moncada, nella provincia di Oriente, il 26 luglio 1953. Tale assalto si concluse con la morte di 80 suoi compagni mentre lui venne condannato a 15 anni di prigione. Verrà rilasciato nel 1955 grazie ad un’amnistia per essere esiliato in Messico e negli Usa.

FIDEL CASTRO MORTO, LA FUGA DI BATISTA – Castro tornò in patria da clandestino con altri esiliati su un’imbarcazione, il Granma. La prima azione del gruppo, chiamatosi «Movimento del 26 di luglio», si svolse nella provincia di Oriente il 2 dicembre 1956. Degli 80 uomini coinvolti ne sopravvissero 12, tra cui Ernesto Guevara, Raul Castro e Camilo Cienfuegos. Con il passare dei mesi i guerriglieri arrivarono a 800 unità. Batista il 24 maggio 1958 lanciò contro Castro 17 battaglioni ma non riuscì ad avere la meglio, tanto che nel capodanno del 1959 Batista lasciò il Paese. Castro divenne capo delle Forze armate ma il 13 febbraio 1959, dopo le dimissioni di José Miró Cardona, divenne primo ministro di Cuba.

 

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FIDEL CASTRO MORTO, GLI ATTRITI CON GLI USA – Gli attriti con gli Usa arrivarono nei primi mesi. Cuba espropriò le proprietà delle compagnie statunitensi, tra cui la United Fruit, proponendo risarcimenti basati sulla valutazione fiscale delle proprietà, valutazioni tenute artificialmente basse. Nel febbraio 1960, Cuba firmò un accordo per l’acquisto di petrolio dall’URSS. Le raffinerie cubane, rifiutatesi di raffinare il materiale in quanto di proprietà statunitense, vennero espropriate. Washington rispose interrompendo le relazioni diplomatiche. Cuba iniziò a siglare accordi con la Russia di Nikita Kruscev. Gli Usa risposero appoggiando un tentativo di colpo di stato, avvenuto il 17 aprile 1961, ad opera di esuli cubani.

FIDEL CASTRO MORTO, LA BAIA DEI PORCI – 1.400 dissidenti, finanziati ed addestrati dalla Cia, sbarcarono nella Baia dei Porci, a sud de L’Avana. Gli americani pensavano che il gesto avrebbe scatenato una sollevazione popolare contro Castro. Invece la maggior parte dei golpisti venne catturata. Kennedy, che non aveva dato l’appoggio aereo, s’impegnò per evitare il supporto. 1.189 uomini vennero processati e Castro, il 2 dicembre di quell’anno, si dichiarò un marxista-leninista, aggiungendo che Cuba avrebbe adottato il comunismo. Nell’ottobre 1962 ci fu la crisi dei missili, avvenuta quando gli Usa si accorsero che l’Urss voleva schierare dei missili nucleari sull’isola.

FIDEL CASTRO MORTO, L’ALLONTANAMENTO DEL POTERE – Castro iniziò ad allontanarsi dalla politica nel 2006 quando lasciò temporaneamente il governo al fratello Raúl per sottoporsi a un intervento chirurgico intestinale. Una moderata ripresa della vita pubblica si ebbe nella primavera del 2007 con la pubblicazione di un articolo apparso su Granma e con l’incontro ufficiale con le delegazioni del Partito comunista cinese e di quello vietnamita. Il 17 dicembre 2007 Castro fece capire che non avrebbe più fatto politica attiva mentre il 18 febbraio 2008 rinunciò a tutti i suoi incarichi ufficiali, rinunciando infine nel 2011 alla carica di  Primo Segretario del partito.

FIDEL CASTRO MORTO, L’EVOLUZIONE DI CUBA – Il governo Castro verrà ricordato per la campagna d’alfabetizzazione nelle aree rurali. Quasi 270.000 insegnanti e studenti vennero utilizzati per l’alfabetizzazione dell’isola. Nel 1961 il tasso di analfabetismo fu ridotto dal 20% al 3,9%. Castro consolidò il controllo dello Stato, nazionalizzando l’industria, confiscando i beni di proprietà straniera, collettivizzando l’agricoltura, ed emanando politiche a beneficio dei lavoratori nell’ambito dell’economia pianificata di stampo socialista. Le sanzioni imposte dagli Usa, embargo in primis, ed il divieto generale di viaggio verso Cuba per i turisti americani sono state una delle ragioni dei problemi economici di Cuba, specie dopo il crollo dell’Unione Sovietica. Nonostante l’embargo Usa, Cuba continua a commerciare con le altre nazioni, ed è la seconda meta turistica più popolare dei Caraibi. Una mano arriva anche dall’afflusso di valuta dei cubani all’estero che mandano nel paese ogni anno 850 milioni di euro. A Cuba nessun bambino vive per strada, il tasso di mortalità infantile è minore di quello degli Stati Uniti ed è inferiore solo al Canada, il livello di sanità è elevato. L’aspettativa di vita è paragonabile a quella americana. Cuba ha un suo portafoglio di brevetti  farmaceutici e cerca di commercializzare le sue medicine in tutto il mondo. In tutto questo Castro è scampato a 638 tentativi di omicidio, di cui 192 ad opera dell’amministrazione Reagan.

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