Flessibilità, tensione tra Italia e Bundesbank

04/07/2014 di Redazione

Dopo le critiche del tedesco Manfred Weber (Csu), capogruppo Ppe, nei confronti del premier italiano Matteo Renzi nel corso del discorso di inaugurazione del semestre di presidenza italiana della Ue, tra Italia e Germania continua lo scontro sulla flessibilità. Questa volta è stato il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, a lanciare un affondo contro il presidente del Consiglio: «Afferma che l’Europa ha il volto della noia e ci dice cosa fare. Non ci dia lezioni: fare debiti non è il presupposto della crescita», ha spiegato nel corso del convegno economico della Cdu di Angela Merkel. Per poi aggiungere: «L’Italia avvi le riforme, riduca il debito e non usi i tassi bassi per finanziare altre spese». Un affondo al quale Palazzo Chigi, secondo i retroscena pubblicati dal quotidiano “La Repubblica“, ha replicato in modo stizzito: «Se pensano di farci paura, hanno sbagliato Paese. Sicuramente hanno sbagliato governo. L’Europa non è dei banchieri tedeschi».

 

Jens Weidmann

 

SCONTRO ITALIA GERMANIA SULLA FLESSIBILITÀ – Questa mattina, però, da Roma si è tentato di minimizzare gli attacchi, negando un incidente politico con Berlino. Lo stesso ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha precisato: «Non c’è alcun problema con la Germania», sottolineando di aver avuto un lungo colloquio con il collega tedesco, Wolfgang Schaeuble. Proprio ieri il ministro delle Finanze si era mostrato insolitamente più pragmatico rispetto alla posizione della Bundesbank, seppur precisando di «rifiutare» il tema della flessibilità: «Abbiamo bisogno di crescita questo sì, e di investimenti», ha dichiarato.

«DECIDE LA MERKEL» – Secondo Palazzo Chigi, come ha sottolineato il quotidiano diretto da Ezio Mauro, né Weidman, né Weber, né Schaeuble sono rappresentativi della linea della Germania. Il motivo? Per il governo Renzi a decidere è la Merkel, la cui linea sarebbe un’altra. Non a caso la Cancelliera, ospite d’onore al convegno economico della Cdu, ha preferito la prudenza. Da una parte elogiando l’Irlanda, in grado di «portare avanti le riforme senza chiedere più spese o soldi europei», e ricordando che «non sono le spese la ricetta contro la disoccupazione». Dall’altro, invitando il proprio Paese verso una maggiore collaborazione e unità con i partner europei: «Dobbiamo imparare a pensare più da europei e capire che ci va bene quando va bene anche tutta l’Europa». Renzi e il suo partito possono poi contare sulla necessità del voto di fiducia del 15 luglio del Parlamento europeo al popolare Jean Claude Juncker. Un passaggio che il Pd non considera scontato, nonostante gli accordi: «Dovrà spiegarci come intenda applicare la flessibilità concordata in agenda», ha precisato Simona Bonafè. Altrimenti l’intesa rischia di saltare. Il governo Renzi conta anche sulla copertura di Giorgio Napolitano, tornato a ricordare come il nostro Paese abbia fatto molto negli ultimi anni per risanare i propri conti.

Senza considerare come, considerata la debolezza politica di Hollande e l’isolamento del britannico Cameron (contrario alla nomina di Juncker, ma uscito sconfitto dalla partita sulla presidenza della Commissione Ue), per la Merkel non ci sono molte altre alternative: anche alla Cancelliera serve mantenere un rapporto con Renzi.

MOGHERINI: «NESSUNO SCONTRO CON LA GERMANIA»  – Dopo le precisazioni di Padoan, anche la ministra degli Esteri italiana Federica Mogherini ha tentato di distendere le tensioni con Berlino. «Non c’è una crisi diplomatica» con la Germania, ma una «discussione politica su come interpretare il patto di stabilità», ha precisato, intervistata da Radio Capital. L’Italia «sta esercitando un peso europeo nuovo, che apre interessanti possibilità», ha continuato. Per poi sottolineare la necessità di mantenere «un filo diretto» con i tedeschi.

Aggiornamento, ore 12.30 – «Il presidente della Bundesbank parla a nome di una banca che agisce in modo indipendente e dunque non commento le sue dichiarazioni». Lo ha spiegato il portavoce di Angela MerkelSteffen Seibert, in conferenza stampa a Berlino, come riporta l’agenzia Ansa. «La posizione del governo tedesco è già stata espressa più volte», ha concluso Seibert, secondo cui «Germania e Italia vogliono fondamentalmente la stessa cosa». Il portavoce ha aggiunto: «Il Patto di Stabilità e crescita è stato studiato per assicurare una crescita sostenibile». Per poi negare frizioni politiche tra i due Paesi sul tema: «Non ci sono divergenze tra i governi di Germania e Italia su questo punto, stiamo spingendo nella medesima direzione».

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