È sempre stato il sogno proibito di tutti. O, almeno, di quelli che non credono alla tradizione della monetina lanciata nella Fontana di Trevi e pensano soltanto all’aspetto materiale dei soldi (tanti) finiti in acqua. Ma quella somma di denaro che si accumula progressivamente giorno dopo giorno, desiderio dopo desiderio, ha un destinatario ben preciso: la Caritas. Una convenzione tra l’organismo pastorale della CEI e il Comune di Roma, infatti, prevede che l’intero “incasso” di uno dei monumenti più famosi al mondo vada in beneficenza per poveri, malati e senzatetto.
Eppure, c’è stato un periodo in cui questa convenzione rischiava di decadere. La scadenza, infatti, è proprio nel giugno 2017 e le alterne vicende della Giunta di Roma, con le dimissioni dell’ex sindaco Ignazio Marino, hanno gettato nel panico i responsabili della Caritas, che hanno lamentato più volte l’assenza di interlocutori che potessero dare delle risposte su un possibile rinnovo della convenzione. Trascorso questo periodo travagliato e con il successivo insediamento della Giunta di Virginia Raggi, però, sarebbe in arrivo una schiarita.
«Non succederà nulla e l’accordo sarà rinnovato – hanno dichiarato dalla Caritas -, abbiamo buoni contatti con l’assessore alla Comunità Solidale e alla Scuola Laura Baldassarre e siamo convinti di proseguire con l’accordo prima della sua scadenza». Un bel sospiro di sollievo, dunque, per l’ente benefico che, con i soldi della Fontana di Trevi, riesce a coprire gli aiuti destinati alle famiglie in difficoltà, la gestione delle mense e la ristrutturazione degli ostelli della Caritas.
Ma quanto “fattura” la Fontana di Trevi? Nel 2016, tra dollari, sterline, rubli e yen sono stati raccolti un milione e 400mila euro. Cifre da piccola e media impresa, insomma. Negli anni del restauro finanziato da Fendi, la Caritas è andata in difficoltà, non potendo contare sull’entrata annua del monumento. Ora, però, tutto dovrebbe essere risolto.
La gestione delle monetine della Fontana di Trevi, tuttavia, resta un unicum: l’incasso delle altre fontane romane – dalla Barcaccia al Tritone -, che raccolgono anch’esse cifre importanti dai gesti scaramantici dei turisti, viene gestito direttamente dal Comune che le utilizza per i restauri dei monumenti della città.
(FOTO: ANSA/ANGELO CARCONI)