Il bambino spacciato per morto dalla campagna no vax (e che invece è vivo e vaccinato)

La foto di un bambino che è vivo è vegeto, ed è stato anche vaccinato, è stata utilizzata per una campagna dei gruppi no vax o free vax (quelli che si oppongono alle vaccinazioni obbligatorie previste dalla legge) per denunciare morti post vaccino esavalente. Il volto del piccolo è comparso sul sito dell’associazione Corelva (Coordinamento regionale veneto per la libertà delle vaccinazioni). «Io – è il messaggio che accompagna l’immagine della locandina – sono uno dei bimbi morti per sids (morte in culla) post-vaccino esavalente occultati dai rapporti ufficiali».

 

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I NO VAX E IL BIMBO MORTO PER UN VACCINO (CHE IN REALTÀ È VIVO E VACCINATO)

L’utilizzo di una foto di un bimbo che nulla ha a che fare con i presunti danni da vaccino è stato raccontato sul suo blog dal noto debunker italiano David Puente. Il bambino, che nella campagna di Corelva è solo un neonato, oggi ha 5 anni. Puente, dopo alcune segnalazioni, ha contattato il padre del piccolo, che è anche autore della foto utilizzata dai no vax, che ha assicurato che suo figlio è perfettamente in salute e vaccinato. L’immagine è stata acquistata da Shutterstock, sito che consente di acquistare i diritti per la pubblicazione di diversi contenuti, foto comprese. Puente ha anche riportato una chat con la pagina Facebook dell’autore dell’immagine ‘Brayden Howie NoBorders Photography’. Nella didascalia che accompagna l’immagine si spiega che  riguarda un neonato di 4 giorni, disteso sulla schiena in un momento di relax.

Il post del Corelva su Facebook con l’immagine del bambino che in relatà non è morto ha ottenuto circa 2mila condivisioni. Gli amministratori della pagina fan del coordinamento rispondendo ai commenti hanno riferito che manifesti con quella foto sono stati affissi solo in Veneto. Ed hanno anche risposto alle critiche. «Secondo lei quelli che fanno pubblicità per le emorroidi le hanno realmente? Veramente ci sono problemi seri in giro per aggrapparsi a certe cose, mi rendo conto che l’obbligo vaccinale non è l’unico problema sociale», si legge in un messaggio pubblicato dalla pagina Corelva.

(Immagine della campagna del Corelva)

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