Francantonio Genovese passa a Forza Italia

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Il deputato messinese, ex segretario regionale del Pd e coinvolto nell'inchiesta per truffa nello scandalo della formazione, passa al partito del Cav. Con lui anche diversi consiglieri dem messinesi e non solo

Ora è ufficiale. Francantonio Genovese ha deciso di aderire a Forza Italia. L’ex sindaco di Messina e deputato Pd, sospeso dopo l’inchiesta per truffa, peculato e associazione a delinquere e già per un anno in carcere, aveva beneficiato il 27 novembre scorso della revoca degli arresti domiciliari. Ora l’ex ras delle tessere si è convertito sulla strada di Arcore, con un’operazione “benedetta” dallo stesso Cav. E dai vertici locali del partito.



FRANCANTONIO GENOVESE, LA “CONVERSIONE”: DAL PD A FORZA ITALIA –

Già da settimane si parlava della possibile convergenza tra Genovese e il partito del Cav. Un’ulteriore segnale era arrivato quando i fedelissimi del deputato non avevano rinnovato l’adesione al Pd. Oggi è arrivata la conferma dello stesso Genovese: «Con i deputati Maria Tindara Gullo e Franco Rinaldi (cognato di Genovese, eletto all’Ars) abbiamo raggiunto un’intesa su un percorso comune e manifestato l’intenzione di aderire ai gruppi parlamentari di Forza Italia».

Poco prima era stata una nota di Fi ad anticipare come il “neo” commissario forzista Gianfranco Micciché, da poco tornato a guidare Fi nell’Isola, avesse incontrato Genovese, Gullo e Rinaldi per sancire il passaggio tra le fila forziste. Non saranno gli unici:  «Diversi rappresentanti istituzionali mi hanno già manifestato di sentirsi coinvolti in questa nuova esperienza politica», ha avvertito Genovese. Tra questi, diversi consiglieri comunali Pd di Messina e di circoscrizione dell’area Dem.



LA CONVERSIONE DI GENOVESE –

In Sicilia Genovese era stato già soprannominato «mister 20mila preferenze», dopo il record assoluto ottenuto alle ultime primarie per i parlamentari (19.590 per l’esattezza, su 24 mila disponibili). Poi, il coinvolgimento nell’inchiesta e la rottura con il Pd. Già lo scorso anno Genovese aveva attaccato il partito di Renzi, accusandolo per averlo “scaricato”. Questo perché i dem votarono a favore del suo arresto nel maggio 2014, dopo il suo coinvolgimento nello scandalo della formazione professionale. Un passaggio rischioso, considerate le perplessità di diversi parlamentari e i rischi del voto segreto. Fu poi Renzi a chiedere il voto palese e al gruppo di ricompattarsi: in sei votarono contro (Amato, Fioroni, Ginoble, Grassi, Greco e la stessa Maria Tindara Gullo, ndr).

Per il momento, Genovese non dovrebbe ricoprire incarichi di partito dentro Fi: «Ora deve difendersi e far valere la sua verità dei fatti. Quando avrà dimostrato la sua innocenza siamo pronti a riconoscergli il ruolo che merita», ha spiegato lo stesso Micciché. In casa democratica, sarà uno scossone soprattutto in Consiglio comunale a Messina: già avevano lasciato il gruppo i consiglieri Zuccarello e Sindoni, ora potrebbero seguire la scelta di Rinaldi e Genovese anche altri sei deputati che non hanno rinnovato l’adesione al partito, da tempo commissariato. Tra questi non ci sarà Felice Calabrò, ex candidato sindaco al comune peloritano.