Non fa perdere il vizio, ma sicuramente fa meno male. Contiene prodotti naturali innocui e nessuna delle sostanze tossiche o cancerogene come quelle contenute nelle sigarette tradizionali, mentre resta invariata la quantità di nicotina. Ecco tutto quello che c’è da sapere
Da un paio di anni ha iniziato a diffondersi anche in Italia la sigaretta elettronica. L’inizio è stato molto timido e i primi utilizzatori erano considerati a metà tra marziani e sognatori, poveri illusi che speravano di affrancarsi dall’odiato
MADE IN CHINA – Per pochi euro è possibile acquistare una sigaretta elettronica da una bancarella o un negozio cinese. Se ne trovano anche a 10 euro. Per molto di più (anche 100 euro) è possibile acquistare un prodotto di marca dal tabaccaio o in farmacia o via web. Capita sovente di sentire gente sentenziare: “Non metterei mai in bocca una sigaretta comprata dai cinesi, preferisco quelle di marca”. Ebbene, le sigarette elettroniche sono un’invenzione cinese. Il brevetto è cinese e le prime sigarette elettroniche sono state prodotte proprio in Cina. Quasi tutte, se non tutte, le sigarette elettroniche “di marca” sono anch’esse prodotte in Cina.
COME FUNZIONA – Essenzialmente, una sigaretta elettronica è composta da una batteria al litio (di forma cilindrica, proprio come una sigaretta vera), un
I MODELLI – Presso alcune tabaccherie è in vendita il modello Categoria, che comprende un portasigarette del tutto simile a un normale pacchetto di sigarette, che svolge anche la funzione di caricabatteria grazie a un accumulatore di energia elettrica incorporato. Il portasigarette può ospitare la sigaretta in uso, una batteria di ricambio e 5 filtri di riserva. Abbastanza per andare avanti un’intera giornata, e alla sera il portasigarette può essere ricaricato attaccandolo a una presa elettrica. Il kit Categoria costa circa 90 euro ma sul web è facile trovare kit identici di altre marche a un prezzo notevolmente inferiore. Queste sigarette elettroniche sono identiche per dimensioni a una sigaretta vera, e hanno perfino un led luminoso che simula la combustione del tabacco al momento dell’aspirazione. Esistono però altre sigarette elettroniche che rinunciano alla somiglianza con quelle normali offrendo migliori prestazioni (in termini di durata delle batterie e potenza della vaporizzazione), spesso a costi inferiori.
UNA NUOVA CULTURA DEL FUMO – E’ possibile utilizzare la sigaretta elettronica per smettere di fumare, acquistando filtri con un contenuto di nicotina sempre più ridotto fino ad annullare del tutto l’assuefazione. Spesso, però, i fumatori elettronici non hanno alcuna intenzione di smettere e hanno messo a punto nuove parole e nuovi riti. Parlano di “hit” per definire e misurare la sensazione del fumo al momento dell’aspirazione (che nella sigaretta elettronica dipende da fattori quali temperatura, consistenza e quantità del vapore, e concentrazione di nicotina) e di “svapare” per indicare il fumo elettronico. I filtri preconfezionati costano parecchio (circa un euro l’uno) e spesso durano molto meno di quanto pubblicizzato per cui i più esperti hanno imparato a ricaricarli utilizzando flaconi di liquido acquistati via internet e molto più economici. Alcuni miscelano da sé la soluzione liquida che utilizzeranno per le ricariche: con pochi euro acquistano la base (glicole propilenico, glicerina vegetale) cui aggiungono un po’ d’acqua, la quantità di nicotina desiderata e gli aromi. Su questi ultimi la scelta è pressoché infinita: si va da quelli che riproducono il gusto del tabacco a quelli al cacao, alla liquirizia, alla menta, alla frutta.
I RISCHI – Se il liquido utilizzato nei filtri contiene effettivamente solo ciò che deve contenere, il fumo elettronico è innocuo. Il glicole propilenico non è tossico ed è completamente idrosolubile, quindi l’organismo lo espelle con le urine senza problemi; la glicerina vegetale è un prodotto naturale senza controindicazioni. La nicotina è invece una sostanza molto tossica contenuta nel tabacco, che crea assuefazione. Tuttavia la quantità assunta attraverso il fumo (normale o elettronico) è minima per cui non presenta particolari rischi. Anche gli aromi utilizzati, se naturali o comunque certificati, non sono pericolosi. E’ però evidente che se i prodotti utilizzati nella preparazione dei liquidi non sono di buona qualità, essi possono contenere sostanze tossiche o comunque nocive. Ma siamo infinitamente lontani rispetto ai rischi derivanti dal fumo normale, che contiene migliaia di sostanze tossiche e cancerogene. Il punto chiave è proprio questo:
QUALCUNO NON LA VUOLE – Ciò nonostante, sono in tanti a scagliare anatemi contro le sigarette elettroniche: in Usa la Fda ha cercato in tutti i modi di contrastarne la diffusione e il governo canadese ha raccomandato ai propri cittadini di non usarla. E questo è davvero sconcertante: nessuno si è sognato di vietare le sigarette tradizionali, che rappresentano la principale causa di morte per cancro polmonare e concorrono a determinare varie patologie più o meno gravi. Ed ecco invece che la sigaretta elettronica, che nel peggiore dei casi fa molto meno male di una sigaretta normale, è ritenuta pericolosa. In effetti una ragione c’è, a giustificare l’ostilità: molti produttori di sigarette elettroniche le pubblicizzano come un valido sistema per ridurre o azzerare la dipendenza dal fumo. Questo non è vero, o meglio non è provato. Mancano studi scientifici che dimostrino che attraverso l’uso della sigaretta elettronica si possa eliminare l’assuefazione alla nicotina. Questo tipo di pubblicità è quindi ingannevole, ma resta il fatto che svapare è molto più sicuro che fumare, per sé e per gli altri.