Gaetana Priola: morire a 18 anni per un’infezione

Per settimane non aveva curato un ascesso dentale. Un dolore che pensava di poter sopportare, trascurando la patologia, forse anche per motivi economici. Ma che è alla fine è costato le è costato la vita. La 18enne siciliana Gaetana Priola, di Brancaccio – il quartiere di Palermo dove padre Pino Puglisi, ucciso nel ’93 da Cosa Nostra, era impegnato nel recupero dei ragazzi di strada, ndr – è morta venerdì scorso all’Ospedale civico del capoluogo siciliano. L’ascesso era degenerato in una “fascite, un’infezione che parte dalla bocca per diffondersi fino al collo e ai polmoni. I medici hanno tentato di tutto per salvare la ragazza, ma hanno chiarito come fosse già arrivata in condizioni gravi. La procura di Palermo ha aperto un’inchiesta sul decesso della giovane. La famiglia, invece, non ha sporto denuncia.

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Il quartiere Brancaccio- Ciaculli – Photocredit: Wikipedia

LA MORTE DELLA 18ENNE GAETANA PRIOLA A PALERMO –  La storia della morte della 18enne Gaetana Priola ha lasciato perplessi, ma, come ha chiarito l’Unità, va inserita in un contesto di disagio sociale, povertà, emarginazione. La giovane abitava a Palermo nel quartiere Brancaccio, già noto per le condizioni complicate di molte famiglie, soprattutto dal punto di vista economico. Senza considerare come ci sia spesso una scarsa conoscenza, in Italia, sulla possibilità di accedere ad alcune cure essenziali – anche per quelle odontoiatriche – fornite dal Servizio sanitario nazionale. Ma non solo: anche chi si rivolge alla sanità pubblica – spesso perché non può permettersi un dentista privato per ragioni economiche -viene spesso spinto a rinunciare alle cure, a causa delle lunghe liste di attesa. Anche l’Istat ha fotografato di recente un quadro preoccupante: nell’indagine «Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari», è emerso come l’11% della popolazione – circa 6 milioni di italiani – ha spiegato di aver rinunciato ad almeno una prestazione sanitaria erogabile dal Servizio Sanitario nazionale, pur ritenendo di averne bisogno.

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IL CASO DELLA MORTE DI GAETANA PRIOLA – Il calvario di Gaetana Priola era iniziato quasi un mese fa, il 19 gennaio scorso: il dolore ai denti era stato talmente insopportabile da far perdere i sensi alla diciottenne. Trasportata al “Buccheri La Ferla”, era stata visitata al pronto soccorso per sospetto ascesso dentario. Dismessa dopo due ore, non appena il dolore era diminuito, era stata inviata per competenza al reparto Odontoiatria del Policlinico di Palermo. Ma Gaetana non si è mai presentata, facendosi poi ricoverare il 30 gennaio al Civico, quando le sue condizioni erano però già gravi. Alla ragazza viene diagnosticata una fascite. Poi tutto si aggrava, fino al decesso della settimana scorsa.

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LE CONDIZIONI COMPLICATE – La giovane apparteneva a una famiglia disagiata, che viveva però con dignità la propria condizione.  Gaetana era la seconda di quattro figli di una coppia separata: il padre, barista, era andato via un paio di anni fa. Nella casa di via Azolino Hazon erano rimasti la moglie, la sorella maggiore di Gaetana, il fratello e una bambina di quasi cinque anni, come ha spiegato l’Ansa. La madre di Gaetana lavorava come donna delle pulizie per mantenere la famiglia: «Sempre stata una madre presente, attenta», ha spiegato Mariangela D’Aleo, responsabile delle attività del Centro Padre Nostro creato da da don Puglisi per aiutare le famiglie in condizioni disagiate. In quel centro Gaetana aveva trovato, insieme al fratello, un sostegno e un punto di riferimento, essendo stata anche inserito in un programma di recupero scolastico. Poi, però, dopo l’allontanamento della sorella maggiore dalla famiglia – per andare a vivere con il compagno – Gaetana si era dedicata alla famiglia. «Non sapevamo nulla dei problemi sanitari di Gaetana. Ne siamo venuti a conoscenza solo quando è stata ricoverata all’ospedale Civico in condizioni disperate», ha concluso Mariangela D’Aleo, come ha spiegato anche il sito LiveSicilia.

Photocredit:http://www.marsalaoggi.it/

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