Gazelec, la prima volta della seconda squadra di Ajaccio in Ligue 1

09/06/2015 di Maghdi Abo Abia

Gazelec, Bournemouth, Carpi, Ingolstadt. In un calcio sempre più fatto di diritti televisivi, sponsor, fondi d’investimento, riempie il cuore sapere che sul terreno di gioco hanno la meglio sempre e comunque serietà, programmazione, passione. La stagione 2014/2015 verrà ricordata come quella delle promozioni da favola. A fare d’apripista, lo scorso anno, è stata l’Eibar in Spagna, squadra basca promossa per la prima volta in Liga in 64 anni di storia. Quest’anno invece è toccato a Inghilterra, Italia, Germania e Francia. E la storia francese, quella del Gazelec, se vogliamo è la più “favola” di tutte. Alla faccia di coloro che ritengono che il calcio “provinciale” sia un danno per il movimento europeo.

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Gazelec Ajaccio
(PASCAL POCHARD CASABIANCA/AFP/Getty Images)

 

Perché il Gazelec non è altro che la seconda espressione di Ajaccio, capitale della Corsica, una squadra che ha vissuto sempre nell’ombra dell’AC Ajaccio, la squadra “regina” della Corsica. Per dirne una, le due società, fondate entrambe nel 1910, si sono affrontate per la prima volta in partite ufficiali nella stagione appena trascorsa. All’andata, giocata il 18 agosto 2014, i biancorossi dell’AC Ajaccio hanno vinto per 0-2 in casa del Gazelec, lo stadio Ange Casanova. Al ritorno invece i “piccoli” hanno battuto i grandi 0-3 a domicilio, al François Coty.

E dopo questa soddisfazione, a fine stagione ne è arrivata una ancora più grossa. Con il secondo posto nel campionato di Ligue 2, alle spalle del Troyes, il Gazelec è stato promosso in Ligue 1 per la prima volta nella sua storia. Una promozione stupefacente, arrivata con un budget di 4,5 milioni di euro. Una cifra minuscola, la più bassa della Ligue 2. E come riporta Metronews appare ancora più piccola se confrontata con l’ultimo budget della Ligue 1, quello del Bastia, di “soli” 25 milioni di euro l’anno. Le cose andranno meglio per i corsi visti i 12 milioni che riceveranno per la promozione ma quei 4,5 milioni rappresentano una cifra quasi simbolica, visto che è il costo sostenuto dal Carpi in questa stagione trionfale che l’ha portato in serie A.

 

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La promozione tra i grandi del Gazelec rappresenta anche una risposta al calcio francese. Già nel 1999 le due squadre di Ajaccio si sarebbero potute incontrare nel derby. Ciò non fu possibile perché all’epoca la Federcalcio francese aveva impedito la presenza di due club professionisti in città la cui popolazione era inferiore ai 100.000 abitanti. Ajaccio ne fa 65 mila. Per questo nel 1999 il Gazelec non venne accettato in seconda divisione e fu costretto a rimanere in terza, prima fase del dilettantismo in Francia. Ora i “Gaziers” potranno festeggiare ricordando, con un filo di perfidia, ciò che è stato.

Anche il nome, “Gazelec”, ha una sua storia. Il club rossoblu nacque nel 1910 con il nome “Jeunesse Sportive Ajaccienne”. Nel 1933 divenne “Football Club Ajaccio”, nome che mantenne fino al 1960, quando la società venne rilevata dalla EDF-GDF che diede il nome Gazelec. Gazelec che può contare sul proprio stadio, il Mezzavia, chiamato nel 1998 Ange Casanova per ricordare l’ex presidente, sindacalista e comunista. Uno stadio piccolo, di 2.980 posti, che verrà portato a 4.200 per consentire ai suoi calorosi tifosi di seguire la propria squadra. Uno stadio, inoltre, che si appresta a diventare di proprietà. Il Mezzavia è di proprietà della Caisse centrale d’activités sociales de l’énergie che ha già fatto sapere che cederà l’impianto “a prezzo di mercato”. E così Ajaccio sarà l’unica città in Francia ad avere due stadi di proprietà, il François Coty dell’Ac Ajaccio con 10.500 posti e appunto il Mezzavia-Casanova.

E se vi dicessero chi è il leader del Gazélec? Vi ricorda qualcosa Jeremie Brechet? Si. Uno degli acquisti più controversi dell’Inter morattiana oggi, a 35 anni, è la guida di una squadra composta da giovani del vivaio, bravi giocatori e sconosciuti. Il tutto sotto la guida di Thierry Laurey. Ci sono giocatori come Martinez, fino alla scorsa stagione nei dilettanti, il portiere Maury, protagonista del doppio salto dalla terza serie alla Ligue 1. C’è l’uomo simbolo, Louis Poggi e il taglialegna del centrocampo, David Ducourtioux. Si nota l’assenza di un bomber d’area di rigore ma è anche vero che in un campionato ruvido ed equilibrato come la Ligue 2 è meglio badare alla sostanza. E con 49 goal fatti e 37 subiti in 34 giornate con l’obiettivo della vittoria in casa e del pari in trasferta è possibile anche giocare nell’élite del calcio francese.

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