Gesù e i suoi gioielli: micro-storia di un porno-culto
11/12/2008 di vertigoz
Berlusconi ha firmato un accordo con Gheddafi per restituirgli il maltolto ma nessuno si cura di ciò che è stato sottratto a Gesù. Eppure tra poco è la sua festa, e tra un panettone e un torrone, una cravatta firmata e un dildo a tripla velocità con clito-stimolatore incluso, sarebbe forse il caso di dare a Cesare quel che è di Cesare, e a Gesù quel che è di Gesù.
Santo Prepuzio! No, non è un’esclamazione colorita come Santa Brigida o Porca Paletta, ma è il nome di una veneratissima reliquia la cui esistenza dà un ulteriore contributo alla vexata quaestio sull’intelligenza rispettiva di atei e credenti. Si può venerare un prepuzio? Certo che si può, basta essere cristiani e cretinetti. Perché se di prepuzi vivi e vegeti almeno a parole non vogliono proprio sentir parlare, di prepuzi morti e risorti vanno assai ghiotti, specie se appartenenti nientepopodimeno che al loro capoprepuzio, il circonciso e circonfuso Gesù Cristo. Da Wikipedia: “Il Santo Prepuzio è una reliquia costituita da quelli che sarebbero i resti del prepuzio di Gesù recisogli durante il rito della circoncisione e a cui sono stati attribuiti diversi eventi miracolosi. In diversi momenti della storia, a volte anche contemporaneamente, varie chiese in Europa hanno dichiarato di possederlo”.
UN PEZZO PREGIATO – Per il principio secondo il quale la parte ha le stesse proprietà del tutto, il prepuzio di Gesù non solo ha resistito intatto nei secoli come un panino di MacDonald (il MacFrenulo?) ma avrebbe compiuto anche diversi eventi miracolosi, in analogia e financo competizione con il suo legittimo detentore. Tra questi ci piace ricordare la moltiplicazione dei peni e dei pesci, la trasformazione di acqua in smegma alle nozze di Cana, e la prodigiosa resurrezione del moscione di San Giuseppe (tuttora venerato in molte feste patronali del meridione). Come in Fantasia di Walt Disney ci piace immaginarci il Santo Prepuzio ritto in piedi che con la sua bacchettina magica compie con sicumera e un filo di alterigia i più disparati incantesimi e sortilegi. Che più chiese in Europa abbiano dichiarato di possederlo, non ci fa invece problema, perché se 1=3, come afferma il dogma cristiano più mainstream, allora ci può stare anche che la chiesa cattolica abbia autenticato ben 8 santissimi prepuzi, tutti degni e meritevoli di legittima devozione. Evidentemente non di semplice circoncisione trattavasi ma di affettazione, perché una volta che hai sotto mano il pipino di Gesù bambino hai in mano un pezzo di storia e lo fai fruttare, come un selcio del muro di Berlino.
REGALI INASPETTATI – “A seconda della fonte, durante il Medioevo in varie città europee c’erano otto, dodici, quattordici o addirittura diciotto diversi Santi Prepuzi. Originariamente si riteneva che la reliquia fosse stata consegnata a Leone III il 25 dicembre 800 da Carlo Magno in occasione della sua incoronazione. L’imperatore l’avrebbe a sua volta ricevuta da un angelo mentre pregava presso il santo Sepolcro. Secondo un’altra versione invece il prepuzio sarebbe un dono di Irene di Bisanzio, ricevuto da Carlo Magno inoccasione delle nozze. Leone III collocò la reliquia nel Sancta sanctorum della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, assieme alle altre”. Carlo Magno stava facendo una preghierina a Nostro Signore Gesù Cristo e un angioletto gli ha fatto dono del Santo Prepuzio, ma una cravatta, forse, andava bene lo stesso. Carlo Magno a sua volta se lo mette lesto in tasca, per rendere la pariglia a Leone III, e cavalca cavalca, sotto la neve il vento e il gelo, arriva finalmente da Leone III, che forse si aspettava una più sobria bottiglia di Barolo. Mo’ vieni, fa Leone III, è proprio quello che desideravo per Natale!, l’avevo visto l’altro giorno in vetrina, vieni che lo mettiamo con le altre reliquie, l’unghia del pollicione, l’amico scroto, la doppia punta di Maria Vergine dell’Incoronata Santissima, il muco di Giovanni la Prostata, ed altre schifezze e succhi vari che non ti sto nemmeno a raccontare. Carlo Magno fa per cercarlo in tasca ma vi trova solo, sarà forse un segno del destino?, una Brooklyn gusto menta e 20 centesimi di euro. Mentre pensa al sacrificio di Abramo e Isacco si ricorda che per non perderselo se l’è messo al mignolo, e hula-hoop! lo lancia a Leone con una strizzata d’occhio. Il prepuzio è salvo! Il dado è tratto!
OCCASIONI PERSE – “L’abbazia di Charroux sosteneva che il Santo Prepuzio fosse stato donato ai monaci da Carlo Magno. Nei primi anni del XII secolo venne portato in processione fino a Roma, perché Innocenzo III ne verificasse l’autenticità, ma il papa rifiutò l’opportunità”. Immaginatevi la scena. Quattro persone che se lo caricano a spalla a mo’ di catafalco, toh, tu piglia il lembo di destra, uniti al tre lo alziamo vai, dai che il papa ci sta aspettando che dopo c’ha un briefing per la beatificazione di un monsignore pedofilo. Ma non è un catafalco perdiana, è un Santo Prepuzio! Maneggiatelo con cura è tutto pieno di piccole terminazioni nervosissime! Innocenzo III viene chiamato a verificarne l’autenticità, e qui, senza per questo essere tacciati di apostasia, è forse legittimo chiedersi come. Non dubito che Innocenzo III di nerchie ne avesse viste tante, ma come fare tra le tante a riconoscere quella dell’Esimio Fondatore? Era forse Innocenzo un perito nerchiologo? Aveva forse il Santo Prepuzio un’aureola intorno che lo qualificava come tale? Non lo sapremo mai perché il papa decise di rifiutare l’opportunità, una di quelle che danno tutto un senso a una carriera. E se ne lavò le mani con una frase che passerà alla storia: “No grazie, nel Vin Santo mi garban di più i tozzetti”.