Gesù e i suoi gioielli: micro-storia di un porno-culto

Categorie: Senza categoria

Berlusconi ha firmato un accordo con Gheddafi per restituirgli il maltolto ma nessuno si cura di ciò che è stato sottratto a Gesù. Eppure tra poco è la sua festa, e tra un panettone e un torrone, una cravatta firmata e un dildo a tripla velocità con clito-stimolatore incluso, sarebbe forse il caso di dare a Cesare quel che è di Cesare, e a Gesù quel che è di Gesù.



Santo Prepuzio! No, non è un’esclamazione colorita come Santa Brigida o Porca Paletta, ma è il nome di una veneratissima reliquia la cui esistenza dà un ulteriore contributo alla vexata quaestio sull’intelligenza rispettiva di atei e credenti. Si può venerare un prepuzio? Certo che si può, basta essere cristiani e cretinetti. Perché se di prepuzi vivi e vegeti almeno a parole non vogliono proprio sentir parlare, di prepuzi morti e risorti vanno assai ghiotti, specie se appartenenti nientepopodimeno che al loro capoprepuzio, il circonciso e circonfuso Gesù Cristo. Da Wikipedia: “Il Santo Prepuzio è una reliquia costituita da quelli che sarebbero i resti del prepuzio di Gesù recisogli durante il rito della circoncisione e a cui sono stati attribuiti diversi eventi miracolosi. In diversi momenti della storia, a volte anche contemporaneamente, varie chiese in Europa hanno dichiarato di possederlo”.

UN PEZZO PREGIATO – Per il principio secondo il quale la parte ha le stesse proprietà del tutto, il prepuzio di Gesù non solo ha resistito intatto nei secoli come un panino di MacDonald (il MacFrenulo?) ma avrebbe compiuto anche diversi eventi miracolosi, in analogia e financo competizione con il suo legittimo detentore. Tra questi ci piace ricordare la moltiplicazione dei peni e dei pesci, la trasformazione di acqua in smegma alle nozze di Cana, e la prodigiosa resurrezione del moscione di San Giuseppe (tuttora venerato in molte feste patronali del meridione). Come in Fantasia di Walt Disney ci piace immaginarci il Santo Prepuzio ritto in piedi che con la sua bacchettina magica compie con sicumera e un filo di alterigia i più disparati incantesimi e sortilegi. Che più chiese in Europa abbiano dichiarato di possederlo, non ci fa invece problema, perché se 1=3, come afferma il dogma cristiano più mainstream, allora ci può stare anche che la chiesa cattolica abbia autenticato ben 8 santissimi prepuzi, tutti degni e meritevoli di legittima devozione. Evidentemente non di semplice circoncisione trattavasi ma di affettazione, perché una volta che hai sotto mano il pipino di Gesù bambino hai in mano un pezzo di storia e lo fai fruttare, come un selcio del muro di Berlino.



REGALI INASPETTATI – “A seconda della fonte, durante il Medioevo in varie città europee c’erano otto, dodici, quattordici o addirittura diciotto diversi Santi Prepuzi. Originariamente si riteneva che la reliquia fosse stata consegnata a Leone III il 25 dicembre 800 da Carlo Magno in occasione della sua incoronazione. L’imperatore l’avrebbe a sua volta ricevuta da un angelo mentre pregava presso il santo Sepolcro. Secondo un’altra versione invece il prepuzio sarebbe un dono di Irene di Bisanzio, ricevuto da Carlo Magno inoccasione delle nozze. Leone III collocò la reliquia nel Sancta sanctorum della Basilica di San Giovanni in Laterano a Roma, assieme alle altre”. Carlo Magno stava facendo una preghierina a Nostro Signore Gesù Cristo e un angioletto gli ha fatto dono del Santo Prepuzio, ma una cravatta, forse, andava bene lo stesso. Carlo Magno a sua volta se lo mette lesto in tasca, per rendere la pariglia a Leone III, e cavalca cavalca, sotto la neve il vento e il gelo, arriva finalmente da Leone III, che forse si aspettava una più sobria bottiglia di Barolo. Mo’ vieni, fa Leone III, è proprio quello che desideravo per Natale!, l’avevo visto l’altro giorno in vetrina, vieni che lo mettiamo con le altre reliquie, l’unghia del pollicione, l’amico scroto, la doppia punta di Maria Vergine dell’Incoronata Santissima, il muco di Giovanni la Prostata, ed altre schifezze e succhi vari che non ti sto nemmeno a raccontare. Carlo Magno fa per cercarlo in tasca ma vi trova solo, sarà forse un segno del destino?, una Brooklyn gusto menta e 20 centesimi di euro. Mentre pensa al sacrificio di Abramo e Isacco si ricorda che per non perderselo se l’è messo al mignolo, e hula-hoop! lo lancia a Leone con una strizzata d’occhio. Il prepuzio è salvo! Il dado è tratto!

OCCASIONI PERSE – “L’abbazia di Charroux sosteneva che il Santo Prepuzio fosse stato donato ai monaci da Carlo Magno. Nei primi anni del XII secolo venne portato in processione fino a Roma, perché Innocenzo III ne verificasse l’autenticità, ma il papa rifiutò l’opportunità”. Immaginatevi la scena. Quattro persone che se lo caricano a spalla a mo’ di catafalco, toh, tu piglia il lembo di destra, uniti al tre lo alziamo vai, dai che il papa ci sta aspettando che dopo c’ha un briefing per la beatificazione di un monsignore pedofilo. Ma non è un catafalco perdiana, è un Santo Prepuzio! Maneggiatelo con cura è tutto pieno di piccole terminazioni nervosissime! Innocenzo III viene chiamato a verificarne l’autenticità, e qui, senza per questo essere tacciati di apostasia, è forse legittimo chiedersi come. Non dubito che Innocenzo III di nerchie ne avesse viste tante, ma come fare tra le tante a riconoscere quella dell’Esimio Fondatore? Era forse Innocenzo un perito nerchiologo? Aveva forse il Santo Prepuzio un’aureola intorno che lo qualificava come tale? Non lo sapremo mai perché il papa decise di rifiutare l’opportunità, una di quelle che danno tutto un senso a una carriera. E se ne lavò le mani con una frase che passerà alla storia: “No grazie, nel Vin Santo mi garban di più i tozzetti”.



LO SCONTRO – “Ad un certo momento comunque la reliquia andò perduta, per ricomparire solo nel 1856, quando un operaio che lavorava nell’abbazia dichiarò di aver trovato il reliquiario nascosto nello spessore di un muro. La riscoperta portò ad uno scontro teologico con il Prepuzio ufficiale di Calcata, che era venerato ufficialmente dalla Chiesa da centinaia di anni”. Immaginate questo povero operaio, che pur di avere un po’ di notorietà, un’Isola dei Famosi, quantomeno un’Intervista Barbarica, pur di fare il Corona dei noantri, è disposto a dichiarare di aver trovato un prepuzio incastonato in un muro, contro ogni legge della fisica e della logica. Ma operaio operaio, io ti vedo dolorante, io vedo che ti dogli, non sarà mica tuo il prepuzio? L’equivoco porta ad uno scroto teologico con il Prepuzio ufficiale di Calcata, in un’epica battaglia tra il Bene e il Male. Prepuzio ufficiale contro prepuzio ufficioso, fanno a cazzo di ferro e chi la dura la vince. Altro che crociate, se non la sai la storia salla.

SOLUZIONI DRASTICHE – “Nel 1900 la Chiesa risolse il dilemma vietando a chiunque di scrivere o parlare del Santo Prepuzio, pena la scomunica (Decreto no. 37 del 3 febbraio 1900). Nel 1954, dopo lungo dibattito, la punizione venne portata al vitandi (persona da evitare), il grado più grave della scomunica; successivamente il Concilio Vaticano Secondo rimosse dal calendario liturgico la festività della Circoncisione di Cristo”. Ci piace questo modo democratico della chiesa di risolvere il dilemma, bandire il prepuzio dal catechismo, come se nulla fosse accaduto, come se non aveste venerato per 1900 anni la pelle del cazzo di Gesù Cristo. Ma noi qui facciamo Giornalettismo d’inchiesta, e incuranti di scomuniche e anatemi, quali novelli Saviano chiediamo a gran voce che si torni a parlare di questa combriccola del Santo Prepuzio. La sindone ci ha spaccato i maroni, il sangue di San Gennaro ci ha strattonato la minchia, vogliamo delle puntate di Quark sul Santo Prepuzio con Piero Angela che disquisisce dei corpi cavernosi di Gesù Cristo, ma senza facili ironie, solo nel nome della scienza e nel rispetto delle reciproche competenze. Perché teologia e scienza possono coesistere, non dobbiamo necessariamente scavare un solco balano-prepuziale tra la ragione da una parte e la cappella dall’altra.

SANTA CATERINA – Raffreddiamo i toni forse un po’ accesi del dibattito, e torniamo alla mera e brutale narrazione del fatto. La storia narra che anche Caterina da Siena ebbe la sua parte nella mirabile epopea del Santo Prepuzio. Si narra infatti che mentre era raccolta in preghiera ebbe una visione in cui Cristo in persona la invitò a usare il suo Santo Prepuzio come anello nuziale. Una cosa del genere è talmente blasfema che vorrei essermela inventata io, ma purtroppo è prerogativa legittima della storia di Mamma Chiesa. Delle due allora l’una. O Caterina da Siena ha effettivamente visto e udito Gesù Cristo, e quest’ultimo ha un senso dell’umorismo quanto meno opinabile, da far invidia per intenderci a Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, oppure in realtà la visione mistica di Caterina da Siena altro non è che parto della sua vivida immaginazione, e quindi è lecito chiedersi su cosa versi abitualmente l’immaginazione di una santa. D’altronde non era proprio Sant’Anna Addolarata Trafitta in Croce che cantava “sono una donna non sono una santa”? Se quando si ha fame si vede cibo in ogni dove, di cosa aveva fame la birba Caterina?

LETTURE CONSIGLIATE – Per chi volesse saperne di più mi permetto infine di consigliare un libello di un anonimo ottocentesco, dal titolo sobrio e circonciso, come si usava un tempo: Narrazione critico storico della Reliquia preziosissima del Santissimo prepuzio di n.s. Signore Gesù Cristo che si venera nella Chiesa Parochiale di Calcata Diocesi di Civita Castellana, e Feudo della Ecc.ma Casa Sinibaldi per ordine di S.E. il signor Marchese Cesare Sinbaldi Gambalunga Barone e Signore di detta Terra. Dal momento che si scrivono libri su qualsiasi cosa, avrà pensato l’anonimo, non vedo proprio perché non scriverne sul Santo Prepuzio, non sia mai che facciamo il tonfo e diamo in culo a Dan Brown. Senza privarvi del dotto piacere di questa lettura vi anticipo che nel capitolo II troverete una Discussione teologica sull’esistenza del santo prepuzio, che pur facendo pensare a un brano di Elio e le storie tese, è per nostra sfortuna tristemente autentico: “Se il prepuzio esiste in Calcata potrebbe dirsi che a Gesù Cristo in cielo manchi qualche parte?… Se in ogni uomo che risorge riparate saranno tutte le parti del corpo quanto più dovea ciò avverarsi nel Salvatore?”

QUESTIONI IRRISOLTE – Il ragionamento del nostro dotto amico non fa una grinza. Se il prepuzio è a Calcata, allora non è in cielo, tertium non datur, come ha fatto Gesù a dimenticarsene? Non poteva farsi un appunto? Quando è risorto è risorto solo lui o anche il prepuzio? E chi ha visto per primo il prepuzio risorto? Le donne, come nel Vangelo? Non sappiamo perché i Padri della Chiesa ci abbiano lasciato con questo vuoto teologico dentro, quello che sappiamo però è che questa volta abbiamo parlato di una parte importante di un giovane uomo, che è vissuto tanti anni or sono, che non si sa bene cosa abbia fatto tra i 12 e i 30 anni ma si sospetta che tutti i giovani del suo tempo sia stato iscritto a Sociologia. Un giovane che fra un po’ compie gli anni, e ci piacerebbe pensare che in questo momento in cui tutti sono più buoni, ad Egli sia consentito ricongiungersi, magari nel Regno dei Cieli, ad una parte a cui, ne son certo, teneva molto. Jingle Bells!