Pd: Gianluca Galletto, candidato sospetto

Categorie: Italia

Le vie per aggirare le primarie sono infinite. E' candidato capolista alla Camera per il collegio dell'America Settentrionale per il Partito democratico, con ottime speranze di farcela

Se le primarie sono impossibili, c’è chi nel PD ha trovato il modo di aggirarle. Gianluca Galletto è candidato capolista alla Camera per il collegio dell’America Settentrionale per il PD, con ottime speranze di farcela.



LIBERISTA E MERCATISTA – Galletto è ben inserito negli States, dove è stato tra i fondatori del PD nel continente. Il suo sito offre l’immagine di un uomo di successo, i suoi scritti purtroppo quella di un liberista più che di un liberale. Da quello che par di capire in mezzo all’abuso di termini quali start-up, merito, mercato e altri tipicamente afferenti alla narrazione neoliberista, Galletto ha idee e simpatie precise, le stesse della comunità d’esperti formati all’ombra del grande moloch finanziario statunitense.

LO ZIO D’AMERICA – Idee peraltro legittime, anche se recentemente si sono dimostrate fallimentari e paiono a decisa distanza da qualsiasi ipotesi socialisteggiante, piuttosto inclini a lasciare mano libera al capitale e a tagliare lo stato sociale e l’assistenza a “quelli che non lavorano”. C’è da capirlo, in tutta la sua vita ha studiato economia e lavorato per società di consulenza finanziaria, a parte la passionaccia per la politica e poi in fondo il suo sito gianlucagalletto.com è gradevole, si presenta come una persona educata e un’immagine coerente, impegnata a “portare il meglio dell’America in Italia”.



QUALCOSA MANCA – Spesso però il diavolo è nei dettagli, ancora più spesso in quelli che mancano. Nella sua presentazione non c’è scritto molto sul meccanismo che ha portato alla sua candidatura, che non è passata attraverso le primarie perché le liste dei candidati per i seggi degli italiani all’estero del Partito Democratico sono state decise dalla direzione nazionale del partito dopo aver ovviamente “ascoltato il territorio“, ma niente primarie, e così Galletto ha avuto il posto di capolista.

MA… – Galletto ha credenziali apparentemente impeccabili, ma quello che non quadra nella presentazione sua candidatura è la rimozione della recente candidatura alle regionali pugliesi. Esordisce anzi con un: “Ho studiato, lavorato e mi sono impegnato in politica per tutta la vita ed è arrivato il momento di mettermi alla prova”, che cozza con la realtà della sua candidatura del 2010, quando evidentemente già si era messo alla prova. Difficile credere che se ne sia dimenticato.



 IN UN ALTRO MONDO E IN UN ALTRO TEMPO – Nel 2010 si presentava dicendo:

Ho già rifiutato in passato alcune candidadure: in Parlamento, alle Elezioni amministrative locali e alle Europee e l’ho sempe fatto in polemica con il mio partito perchè non riscontravo una reale volontà di rinnovamento della classe dirigente. Questa volta ho accettato per due ragioni:
la voglia di immergermi nei problemi della mia terra e capire come essere utile.
La necessità di concretizzare la mia decennale esperienza politica in un contesto rappresentativo e decisionale.
Mi sembra quest’ultima una giusta ambizione: misurarsi col consenso dopo aver speso la metà della mia vita adulta a fare politica.

TROMBATO E PREMIATO – Dopo aver raccolto appena poco più di 700 voti e non essere stato eletto, nel 2010 Galletto è stato gratificato con un importante incarico nel PD nazionale e durante l’Assemblea Nazionale svoltasi a ottobre, è stato nominato nella Direzione dei democratici. Non male per chi infarcisce i suoi discorsi invocando la selezione per il merito, ma Galletto farà di meglio criticando aspramente le primarie 2012 del PD, alle quali non avrebbe mai potuto ottenere un risultato positivo e che forse per questo ha schivato scegliendo la candidatura americana garantita dal partito.

GRANDI SUCCESSI? – Nemo propheta in patria si potrebbe dire, anche se è stato promosso senza alcun merito, se non quello di aver militato nell’orbita del PD da anni, associandosi anche a “I Mille” e alla Fondazione Italiani Europei ma è bene anche andare a misurare i meriti americani dal candidato. Negli States Galletto è arrivato studiando nelle migliori università, grazie al sostegno di una famiglia più che benestante che non manca di ricordare con gratitudine.  Dopo alcune esperienze nel campo della finanza, dice: “Nel 2011 ho rivolto la mia attenzione alle imprese italiane attraverso la creazione di Italian Business and Investment Initiative, un’azienda che favorisce l’accesso al venture capital americano” (fondamentalmente organizzando convegni sponsorizzati da corporation o istituzioni). In home la IBII ricorda inoltre la “collaborazione con Mondadori per il lancio di Panorama Economy’s  “Why Italy Matters to the World”. La prima fonte d’informazione online sull’economia italiana in inglese, scritta da italiani”.  Non proprio un successone a giudicare dagli accessi.

ALTRE ATTIVITA’ – La pagina Linkedin di Galletto però indica un elenco più lungo di attività:

OPACITA’ – Dinamico e anche modesto, anche se il questo caso la collaborazione con l’impresa di Roubini lo vede nei panni d’investitore e la Double G Consulting, Inc. è particolarmente opaca, visto che non è dato sapere che faccia e che giro d’affari abbia. Diciamo che da un candidato per il quale “Un tema, quello di etica e responsabilità che è parte integrante del programma proposto da Gianluca Galletto, economista e dirigente finanziario” ci si aspetterebbe più trasparenza. Su patrimonio e redditi e Galletto non ne offre molta a chi prende contatto con il suo materiale promozionale, sorvolando un po’ troppo su quello che potrebbe mettere in dubbio la sua immagine o la genuinità di endorsement come quello di Raoul Minetti, direttore di iMille.org: “… La spontaneità del suo impegno politico lo hanno avvicinato a Barak Obama fino al punto di congelarsi le membra nella campagna elettorale dell’Ohio a cui ha partecipato come volontario addetto al door to door. Parla l’Inglese ma anche i principali dialetti italiani. Da piccolo sognava di fare l’attore.”

PERSONE DI UN CERTO LIVELLO – In effetti c’è un’altra questione che meriterebbe di essere conosciuta, che non è quella della sua padronanza dei principali dialetti italiani (sic) e che Galletto sorvola inspiegabilmente quando narra con enfasi della sua vicinanza ai democratici e la sua partecipazione alle campagne di Obama. Perché Galletto è cittadino americano ed è sposato con una cittadina americana, ma non esattamente una qualunque, tanto che il loro matrimonio all’epoca fu annunciato nientemeno che dal The New York Times. Nella pagina di Galletto non c’è alcun riferimento alla famiglia e pertanto non è dato sapere se la coppia sia ancora sposata, contrariamente agli usi americani Galletto nasconde la sua situazione familiare.

IL LEGAME CON OBAMA – Intendiamoci, Elizabeth Gore Ross è sicuramente una donna di grandi qualità, ma tra tutte ha anche quella di essere figlia di James J. Ross, socio in pensione dello studio  Becker Ross Stone DeStefano & Klein e ora venture capitalist e filantropo e della non meno notevole Laura G. Ross,  chairwoman del Democratic Senatorial Campaign Committee di Washington e tesoriera di John Edwards durante le primarie per le presidenziali. Con il che spiega buona parte del notevole livello d’accesso che può esibire Galletto negli Stati Uniti, foto con Obama a parte, anche se poi ha l’effetto di erodere il merito presunto del candidato. Che bisognerebbe poter pesare per capire quanto sia stato quello di aver raccolto soldi (e quanti) per i democratici e di averne ricevuto in cambio visibilità, e quanto invece quello di avere la suocera ai vertici delle campagne dei democratici. Non è nemmeno chiaro se anche per il PD abbia anche raccolto fondi durante la sua lunga militanza o se invece il meglio lo abbia per ora dimenticato in America.

I MERITI DEI PERDENTI – Un candidato sconfitto in Puglia, un perdente che ha preso appena 700 voti alle regionali pugliesi due anni fa, che ora ha 276 “mi piace” sulla sua pagina Facebook, 2.000 amici sul profilo e 25 follower su Twitter (tutti account aperti per l’occasione dopo la candidatura) pur essendo nella direzione nazionale del Partito Democratico da due anni dovrebbe fare uno sforzo in direzione della trasparenza e della dimostrazione dei suoi meriti, ma soprattutto della sua buona fede, fugando l’impressione che la sua candidatura americana non sia altro che un espediente per aggirare lo sbarramento, per lui invalicabile, delle primarie. Gianluca Galletto aspira a diventare deputato della repubblica, ai cittadini italiani, agli elettori del suo partito e anche ai suoi compagni di partito che hanno superato le primarie, deve sicuramente qualche spiegazione in più, visto che fino ad ora le sue performance e i suoi meriti sono stati bocciati proprio dagli elettori pugliesi del Partito Democratico, quelli che lo conoscono meglio. Toccherebbe a lui dimostrare di essere all’altezza di quegli standard americani che sventola spesso e di alcune affermazioni molto nette che caratterizzano la sua comunicazione, aspettiamo fiduciosi e speriamo che almeno l’americano del PD sappia rispondere come si deve a questa richiesta di trasparenza.