Cuperlo contro la Legge di Stabilità: «È ingiusta, taglia le tasse anche ai ricchi»
17/10/2015 di Redazione
Per Gianni Cuperlo la legge di stabilità presentata due giorni fa da Matteo Renzi è poco ambiziosa, poco innovativa e sopratutto poco equa, perché andrebbe a premiare «lo sceriffo di Nottingham» nella stessa misura di Robin Hood. In un’intervista a Giovanna Casadio per Repubblica, il leader della minoranza del Partito Democratico critica apertamente la finanziaria:
Cuperlo, come la definirebbe questa manovra?
«Con quella vecchia massima. Dentro c’è del bello e del nuovo, ma quel che è bello non è tutto nuovo e quel che è nuovo non è sempre bello. Detto ciò io voglio aiutare il governo a fare delle scelte giuste».
Non crede che sia la fine della quaresima? Finalmente una manovra di sviluppo?
«Se è la fine della quaresima lo sia per tutti. Ma allora bisogna spingere perché il segno sia di una maggiore equità. Nulla è più ingiusto che fare parti uguali tra disuguali. Non è una citazione di Marx ma del prete di Barbiana, don Milani».
Non le sembra giusto tagliare le tasse?
«Sì. Ma per premiare chi ha meno. Tra Robin e lo sceriffo di Nottingham è sempre meglio il primo. Togliere la Tasi alla maggioranza delle prime case è giusto. Toglierla a super attici e castelli no. Ha ragione il premier quando dice che compito del governo non è combattere la ricchezza ma la miseria. Ma allora quel miliardo versato da chi la Tasi può pagarla si sommi ai 600 milioni destinati al contrasto alla povertà. Dico a Renzi, fallo e parlerai un linguaggio di verità a tutti, ricchi e poveri».
E Cuperlo torna anche sull’innalzamento del limite per il pagamento in contanti, passato da 1000 a 3000 euro, criticato sopratutto da Bersani che aveva affermato che credere questo provvedimento avrebbe aiutato i consumi era «una burla all’intelligenza degli italiani». Cuperlo rincara la dose:
«Si dice che triplicare l’uso del contante serve a stimolare i consumi in un Paese dove tanti anziani non usano bancomat e carte di credito. Ma quei pensionati non vanno a fare la spesa con tremila euro, casomai misurano il centesimo. Invece con la corruzione e il riciclaggio che abbiamo sarebbe saggio andare in direzione opposta. Questo è un punto di principio, noi siamo la forza che lotta contro l’evasione e quella battaglia la leghiamo da sempre alla difesa di un welfare inclusivo»..
Ma quale è la cosa che le piace di meno?
«Penso che se la destra si alza e applaude forse merita farsi qualche domanda. Noi, il Pd, siamo la sinistra e mi piacerebbe che lo restassimo. Anche la legge stabilità dice chi sei, se un serpentone di centro o l’architrave di un nuovo centrosinistra. Presenteremo delle proposte migliorative e spero davvero che questa volta ci sia la volontà di ascoltarsi».
(Photocredit copertina: ANSA/ALESSANDRO DI MEO)