Gianni Morandi e follia: internet, ripigliati

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Se l'analisi dell'evoluzione di un fatto di colore diventa un agghiacciante quadro della realtà di una rete sempre più invischiata nel proprio prendersi troppo sul serio

Come tutti saprete, ieri è esplosa questa cosa di Gianni Morandi che ha inviato ad Anna, dice lui, una foto da mettere su Instagram. Anna si è sbagliata e insieme alla descrizione ha copincollato anche l’indicazione sull’orario di pubblicazione che evidentemente le aveva girato Gianni Morandi. Un errore veniale, passato di screenshot in screenshot fino ad arrivare alle attente antenne di Selvaggia Lucarelli, che riprendendo l’immagine, faceva una serie di battute sul tema.



Ho sottolineato le battute perché evidentemente qualcuno ha pensato che frasi come



Neanche Gianni è genuino come i pomodori del suo orto. Anche lui è ogm. Anche Anna forse non esiste. Forse Anna è la fotografa della Ferragni. Forse lui si incipria prima di ogni foto. Forse si snellisce col photoshop. Forse vive in un bilocale a Brugherio, non in campagna. Tanti forse e una sola certezza: c’ha fregato a tutti, ‘tacci sua.

fossero un duro attacco giornalistico circostanziato alla figura di Gianni Morandi. Davvero.



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GIANNI MORANDI E LA FOLLIA DI INTERNET

Sembrerebbe una questione di lana caprina ma non lo è. Perché sull’incomprensione di fondo di questa faccenda si è scatenato il solito circo delle grandi occasioni composto da

Vi sembra normale? Vi sembra davvero normale che ci sia gente che ha preso sul serio questa cosa? Che ci siano stati articoli intitolati: “Bufera su Gianni Morandi”? Bufera? Davvero qualcuno ha attaccato Selvaggia Lucarelli con frasi come: “Ecco il grande giornalismo d’inchiesta della Lucarelli”?

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GIANNI MORANDI E IL COMPRENDONIO

Il punto focale della discussione però non è tanto il circo dei freaks scatenato dalla faccenda, ma il fatto che la faccenda in sè sia riuscita a scatenarlo. La storia di Gianni Morandi e del social media manager nasceva come un momento di ilarità condivisa, ilarità dovuta a un mix di ingredienti che vanno dalla simpatia di Gianni Morandi al suo storytelling sui social, passando per l’ormai leggendaria figura di Anna. Basta. Nessuno ha mai voluto attaccare Morandi, svelare chissà quale complotto o via dicendo. Ci si voleva fare tutti – Gianni Morandi compreso – due risate. Due risate che sono state drammaticamente incomprese, trasformate, ingigantite, diventate scandalo. In questa assoluta assenza di comprendonio generale si nasconde una tragedia culturale dalla quale poi nascono quei mostri che incontriamo nelle piazze d’Italia a tifare questo o quel partito politico. Il paragone non è affatto improprio: quando non si è in grado di comprendere i messaggi che ci arrivano, che siano di sollazzo o politici non cambia la sostanza. Quell’internet che ci doveva salvare dalla disinformazione e dalle incomprensioni grazie alla tanto blasonata “intelligenza condivisa” sempre più sta condividendo la sciatteria e la banalità, complicandoci persino la vita, alla fine. E siccome Internet non ha intenzione (non è che pensa: “Adesso non faccio capire niente a ‘sti scemi così mi diverto un po’!”), allora forse i colpevoli di queste cose sono altri. Siamo noi.

 

Fonte gif: Facebook