Il Giappone si ferma nel quarto anniversario dell’11 marzo 2011. Una data nefasta per il Paese, investito quel giorno da un terremoto di magnitudo 9.0 della scala Richter, da uno Tsunami con onde alte 10 metri dalla velocità di 750 chilometri orari e da un disastro nucleare causato dall’impatto delle onde contro la centrale di Fukushima-Daichii. Il disastro naturale causò 18.000 morti ed oggi l’imperatore Akihito ha voluto ricordarli in una cerimonia ufficiale tenutasi a Tokyo alla presenza del Primo Ministro Shinzo Abe. Ancora oggi nel Paese ci sono circa 230.000 persone colpite in maniera diretta o indiretta dall’evento catastrofico.
(Photocredit copertina: REUTERS/Toru Hanai /Lapresse)