L’Italia gioca sempre più d’azzardo: nel 2015 spesa a 17,5 miliardi (8,7 allo Stato)

Categorie: Economia, Italia

Nel nostro Paese si continua a scommettere troppo. La politica promette interventi. Ma per l'erario l'affare è ghiotto

La scorsa settimana, mercoledì 4 maggio, in Commissione Finanze della Camera dei deputati il sottosegretario all’Economia Pier Paolo Baretta, rispondendo ad un’interrogazione di due onorevoli di Sinistra Italiana (Giovanni Paglia e Stefano Fassina), ha esposto i dati relativi alla raccolta complessiva del gioco d’azzardo e alla spesa sostenuta dai giocatori in Italia nel corso del 2015. Secondo quanto riferito dal rappresentate del governo, che ha riportato cifre dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli, lo scorso anno lo Stato ha incassato dal gioco ben 8,7 miliardi di euro, cioè circa il 50% di 17,5 miliardi di spesa totale sostenuta dagli italiani. Ma la raccolta complessiva sarebbe in realtà di 88,25 miliardi di euro: la spesa nel settore del gioco (da 17,5 mld) va determinata sottraendo dal dato totale della raccolta la somma restituita in vincita (che si aggira intorno all’80%).



GIOCO D’AZZARDO, ALLO STATO QUASI 9 MILIARDI L’ANNO

I numeri sono di per sè allarmanti, soprattutto se si considera che il fenomeno del gioco d’azzardo spesso determina nella vita dei giocatori la rottura delle relazioni con i familiari, difficoltà lavorative, disagio economico, ludopatia. Ma è altrettanto allarmante il confronto con i dati relativi all’anno precedente. Le cifre diffuse sempre dai rappresentanti del governo nel corso del 2015 e relativi ai precedenti 12 mesi avevano indicato un ammontare di spesa per il gioco d’azzardo e di entrate per lo Stato leggermente più basso. Lo scorso 3 dicembre, ad esempio, ancora in Commissione Finanze alla Camera, il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, rispondendo ad un’altra interrogazione di Paglia sul tema, ha confermato il dato relativo al 2014 di 84,5 miliardi di euro di raccolta e 17 miliardi di spesa totale dei giocatori.

GIOCO D’AZZARDO, VIA ALL’OSSERVATORIO

Insomma, se da una parte il gioco d’azzardo genera entrate significative per l’erario dall’altra rischia di generare costi sociali altrettanto rilevanti. E un’inversione di tendenza non si è ancora materializzata. Eppure, il Parlamento ha messo già nero su bianco l’intenzione di cambiare rotta. A marzo 2015 la Camera ha approvato con 358 voti a favore e solo 8 contrari una mozione contro la ludopatia (primo firmatario il deputato socialista Marco Di Lello) che impegna il governo a «promuovere misure restrittive, sia di ordine normativo che amministrativo, finalizzate al contrasto della diffusione del gioco d’azzardo». Nel mese di giugno seguente i ministri della Salute, Beatrice Lorenzin, e dell’Economia, Pier Carlo Padoan, hanno firmato il decreto per istituire un Osservatorio per il contrasto e la diffusione del gioco d’azzardo e il fenomeno della dipendenza grave, previsto dalla legge di Stabilità 2015. L’Osservatorio si è riunito in prima seduta solo lo scorso aprile. Ci sarà molto da fare.



GIOCO D’AZZARDO, QUASI 2 MILIONI DI LUDOPATICI

Secondo una ricerca del dicembre 2014 di Sistema gioco Italia, la federazione di filiera dell’industria del gioco e dell’intrattenimento che aderisce a Confindustria, in Italia ci sono 790mila dipendenti dal gioco d’azzardo e sarebbero circa 1 milione e 750mila i giocatori a rischio patologia. Secondo il Codacons invece presenta forma piò o meno gravi di ludopatia circa il 50% dei disoccupati italiani. Ma quanto è disposto a rinunciare lo Stato alle entrate? Secondo i dati diffusi dal governo a dicembre scorso degli 88,25 milioni di euro di raccolta 25,96 derivano dal gioco alle slot machine, 22,2 dalle videolottery. Più indietro nella lista giochi più tradizionali come lotto (7,08 miliardi) e lotterie (9,06).

(Foto da archivio Ansa. Credit: Britta Pedersen / dpa)