Secondo un sondaggio dalla Swg, i giovani italiani dicono di prediligere “rapporti di coppia aperti”, ammettono di essersi scambiati baci con coetanei “anche dello stesso sesso”, preferiscono, infine, l’alcol alla droga ma diffidano totalmente della politica.
Non chiamateli trasgressivi. Infatti, non lo sono. “I giovani d’oggi”, nonostante la cronaca, talvolta, li ritrae a tinte noir, – si pensi alla vicenda
TRASGRESSIONE È… – Cosa s’intende poi per trasgressione è un altro discorso. La risposta più gettonata, per il 59% degli intervistati, è: “andare contro le regole”, insomma fare quello che gli adulti ti dicono, appunto, di non fare. Qualche esempio? “bruciare il registro di classe a scuola”, oppure “mettere un video di nascosto e all’insaputa del/la prof. su youtube”. E la droga? Sì, è considerata una trasgressione, quasi un tabù – dicono. Ma c’è droga e droga . L’ecstasy e la cocaina sono considerate molto più trasgressive di fumare uno spinello, ma per carità non chiamatelo così. I termini più aggiornati sono “canna”, “joint” e il molto fantasioso “Grande Bob” (omaggio postumo al re del reggae, Bob Marley n.d.a.). In particolare, l’ecstasy e la cocaina fanno la differenza. “Ti fanno accedere ad un certo tipo di gruppo – sostengono diversi intervistati – e quasi di conseguenza ti escludono da altri. Un conto è farsi le canne, puoi smettere quando vuoi; un altro è la coca, che ti distrugge il cervello”. Questo sembra un segnale, tutto sommato, positivo poiché implica consapevolezza. Forse, però, si tratta solo di un istinto primordiale e di auto-consevazione. Piace, come detto, più l’idea che la concreta pratica di fare sesso con uno sconosciuto. Dulcis in fundo, nella hit parade delle trasgressioni c’è il sempre evergreen: “scrivere sui muri”: essere graffitaro. Anche il taccheggio ormai è diventato demodé. A commentare questi dati, un noto settimanale ha chiamato Silvia Brena, autrice di “Maya, la predestinata” (Mondadori), libro che racconta la storia di Maya Fox, diciassettenne londinese che ha avuto la vita segnata dal difficile rapporto con la madre e che si sente emarginata dal “suo” gruppo. “A differenza delle generazioni precedenti – afferma la scrittrice – questi ragazzi non hanno nessun anelito autodistruttivo e questo è un bene, poiché rifuggono da quello che sentono come un pericolo per la loro sopravvivenza. Infatti bevono, si ubriacano ma non diventano – in massima parte – alcolizzati. Forse per autostima trasmessa, magari indirettamente, dagli stessi genitori. I ragazzi, quindi, appaiono più solidi ed aspirano ad una loro normalità”.
SESSO! SESSO? SESSO… – In materia di sesso, come già ricordato, i giovani del 2009 appaiono abbastanza disinvolti. Lo fanno – dicono –