Gli amori gay in Vaticano e Gotti Tedeschi

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Il dossier del banchiere cacciato dallo Ior. Lo anticipa Libero

Lo anticipa Libero, il famoso dossier di Ettore Gotti Tedeschi sul Vaticano, con un titolone che tira in ballo e collega finanza e amori gay. Quello che però traspare dal contenuto non è tanto l’abilità ragionativa dell’ex presidente dello Ior, e nemmeno le tante informazioni di cui è ricco. Sembra più l’autobiografia di un pover’uomo incapace di cambiare nulla in Vaticano, disponibile a raccogliere le chiacchiere e incapace di rispondere alle critiche.



Lo hanno infangato con falsità, abbinandolo al “corvo”? Gliela farà vedere lui, raccontando la verità però. A tremare, ora, sono i suoi avversari storici nel mondo bancario, Cesare Geronzi per primo. Non perché, in un’intervista al Corriere della Sera, avesse definito Gotti Tedeschi «un personaggio ritenuto preparato che si è particolarmente esercitato nella demografia ». Piuttosto perché all’ex presidente di Generali, oltre che al cardinale Bertone, farebbe riferimento Marco Simeon, l’attuale capostruttura di Rai-Vaticano, a sua volta in buoni rapporti con il lobbista Luigi Bisignani, che nel novembre scorso ha patteggiato una condanna a un anno e sette mesi di reclusione, per dieci capi di imputazione, tra cui associazione per delinquere, favoreggiamento, rivelazione di segreto e corruzione, nel processo sulla cosiddetta P4.

Ora, che Geronzi sia quel che è, è indubbio. Ma che Gotti Tedeschi sia un esperto di demografia più che di finanza è vero, e la cifra della sua collaborazione con il Papa nello scrivere di economia ne è la prova: zero teoria, zero speculazione intellettuale, zero analisi della crisi. Soltanto chiacchiere su quanto sarebbe bello il mondo se ci fosse il socialismo ecclesiale. Ma continuiamo con le “clamorose” rivelazioni:



Senza considerare la vicenda in cui si è consumato lo strappo definitivo fra l’ex presidente dello Ior e il segretario di Stato vaticano, il caso San Raffaele, che Bertone intendeva acquisire su consiglio di Giuseppe Profiti. In più, ed è quello che fa indignare il cattolico fervente intenzionato a servire la Chiesa, vi sono le sordide storie di ricatti su sfondo omosessuale, denunciate da monsignor Carlo Maria Viganò, trasferito a Washington come nunzio apostolico su ordine del cardinale Bertone allo scopo di rimuoverlo da segretario generale del governatorato della Città del Vaticano. Far pulizia è rischioso, quando ci si scontra con ex gentiluomini di camera e consultori della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli come Angelo Balducci, già Provveditore alle opere pubbliche del Lazio e attualmente agli arresti domiciliari nell’inchie – sta sugli appalti truccati del G8.

Vero, ma Balducci è fuori da ogni influenza in Vaticano da anni ormai. Ed è vero anche che allo Ior hanno approvato regolamenti e normative che erano in contrasto con quanto da Gotti Tedeschi sostenuto. Ma lui non ha mai detto un fiato, in pubblico, su quanto accadeva finché non è stato cacciato da Bertone. Solo dopo ha cominciato a far uscire sui giornali qualche insinuazione in stile corvo. Bertone sarà quel che è, per carità, ma non si capisce perché dovremmo preferirgli un coniglio mannaro.



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