Quando la scuola si trasforma in orrore

Gli agenti del commissariato San Basilio hanno arrestato un’insegnante e una coordinatrice di una scuola per l’infanzia di Roma per presunti maltrattamenti sui bambini: in che situazione versano gli asili italiani?

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ASILO, COME STAI? – “I miei metodi funzionano” così rispondeva alle critiche la maestra Franca Mattei, arrestata stamattina a Roma. “La direttrice e l’insegnante partecipavano alle riunioni come se niente fosse. Non ne abbiamo mai saputo niente, per me è ancora inimmaginabile. Sono sconvolta, voglio la verità e andare in fondo a questa storia” ha detto la mamma di un bambino autistico che potrebbe essere stato vittima delle presunte violenze dell’insegnante. Un papà ha dichiarato: “Siamo sorpresi da tutto quello che sta succedendo. I bambini hanno sempre descritto la maestra come una persona dolce, che li imboccava e li aiutava a fare i bisognini. Lei stigmatizzava perfino qualche docente particolarmente austero, come nel caso di una collega che utilizzava il fischietto in classe. Qui a scuola c’era il totoscommesse ogni anno per riuscire ad iscrivere i nostri figli nella sua classe” e un altro genitore e amico della maestra ha aggiunto: “Mio figlio non voleva andare a scuola se sapeva che non c’era lei. Quello che sta succedendo è assurdo”. Le critiche e le accuse arrivano dai collaboratori dell’istituto  e la bidella della scuola dell’Infanzia San Romano ha dichiarato ai pm: “Un giorno un dei bambini (affetto da problemi psico-fisici) doveva fare la pipì. La Mattei lo mette seduto sulla tazza, poi comunque lui è un bambino, non è che se tu gli dici stai buono lui sta buono…. Lei ad un certo punto gli dà un ‘pizzone’ in faccia. Poi si vede che lei si è resa conto che comunque c’ero io, si è girata e mi ha detto: ‘Oddio, mi sono sbagliata, gli volevo dare una carezza’, e io le ho detto: ‘Ma tra schiaffo e una carezza c’è una differenza'”.

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LE ACCUSE – “Una cosa inutile, un bambino che non capiva niente, un testone” queste le parole di Franca Mattei a un suo alunno e, a raccontarlo è un’altra insegnante che ha aggiunto: “imperniava la sua figura di educatrice mostrando autorità, cercando di incutere timore e paura nei bambini. Dileggiando davanti all’intera classe alcuni alunni, permettendo che poi i compagni facessero altrettanto emulando i comportamenti della maestra” si legge nell’ordinanza di custodia cautelare. Le intercettazioni ambientali hanno accertato l’utilizzo di epiteti come “scemo, sciocco, zozzo e bastardo”: insomma, le indagini sono in corso ma nella memoria giudiziaria italiana non mancano episodi di maestre accusate e scagionate e, forse, il caso più eclatante è quello di Rignano Flaminio.

MAESTRE SCAGIONATE – Lo scorso 28 maggio il Tribunale di Tivoli ha assolto le maestre Marisa Pucci, Silvana Magalotti e Patrizia Del Meglio, l’autore tv Gianfranco Scancarello (marito della Del Meglio) e la bidella Cristina Lunerti. I reati contestati tra il 2005 e il 2006 vedono una lista di accuse pesantissime come: violenza sessuale di gruppo, maltrattamenti, corruzione di minore, sequestro di persona, atti osceni, sottrazione di persona incapace, turpiloquio e atti contrari alla pubblica decenza. Gli imputati sono stati assolti dalle denunce dei genitori dei 21 bambini e contro la decisione di primo grado il pm di Tivoli ha presentato ricorso in appello. Dal nido privato Cip & Ciop di Padova il 2 dicembre del 2009, arriva notizia dell’arresto di una maestra e della responsabile dell’istituto per “maltrattamenti”: nel corso delle indagini, la polizia ha sistemato delle telecamere nascoste all’interno dell’asilo, per via delle numerose denunce e segnalazioni presentate dai genitori: il 29 giugno del 2012 il tribunale revoca i domiciliari alle donne ma impone il divieto di dimora nella Regione Toscana. Nel settembre del 2010, un’insegnante di 62 anni viene sospesa per il linguaggio utilizzato verso i suoi alunni: un episodio “allarmante” secondo il giudice ma non preoccupante e dopo due mesi l’insegnante torna in aula. Le telecamere nascoste in un nido di Ravenna nel gennaio del 2011 hanno portato all’arresto delle maestre del “Mazzanti” di Conselice, Ravenna: il Gip Anna Mori non ha fatto sconti e ha lasciato le due indagate agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa i maltrattamenti sono iniziati a fine settembre  del 2007 fino al 2010. Alcune testimonianze raccontano di bambini picchiati violentemente e di abusi come “teste infilate nel water” e “bambini costretti a mangiare il proprio vomito”. La vicenda di Nardò dell’aprile del 2008 è stata invece archiviata: le titolari di un nido privato sono state accusate per lesioni personali e abuso di mezzi di correzione per aver “somministrato calmanti” ai piccoli ma le insegnanti sono state assolte. “Nessun maltrattamento” anche per le tre maestre della scuola materna “San Gottardo”di Genova: il gip le ha dichiarate innocenti il 29 giugno del 2010, dopo aver visionato il materiale multimediale fornito dalle prove. È grazie alla testimonianza di un ex collega del “Primi Passi” che la scuola di Casarile ha chiuso: l’uomo ha denunciato di aver assistito a violenze fisiche e verbali da parte delle maestre a bimbi tra gli uno e i tre anni. La maestra e la responsabile dell’istituto sono finite in manette. Il caso del bambino disabile di cinque anni picchiato a Mileto, in Calabria, ha portato all’arresto di quattro maestre a luglio del 2011. Scavando ancora più dietro nella storia il caso di Tavagnacco, Udine: la direttrice di un asilo venne accusata di picchiare i bambini utilizzando tovaglioli annodati. La maestra è stata arrestata e rilasciata qualche giorno dopo a patto di rispettare il divieto di dimora e avvicinamento alla zona dell’asilo.

(Le foto sono di repertorio)

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