Quanto sono pericolosi gli energy drink?
24/10/2012 di Tommaso Caldarelli
Grazie al Freedom of Information Act la madre di Anais Fournier la quattordicenne morta in Maryland dopo aver bevuto due Monster Energy, popolare energy drink americano, ha ottenuto tutti gli incartamenti necessari a muovere una causa milionaria contro la società produttrice di questa bevanda.
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NIENTE REGOLE – La realtà è che in generale queste bevande zuccherate alla caffeina stanno venendo messe sotto severo scrutinio in America. Ce ne parla il New York Times riportando le parole degli addetti della Food and Drug Administration Usa, la principale agenzia di approvazione di bevande, cibi e composti sul mercato americano.
Il problema è che queste bevande, come la notissima Red Bull, sono difficilmente incapsulabili in una delle definizioni con cui la Fda e le analoghe autorità di gestione normano il settore del cibo e delle bevande: “Non abbiamo definizioni per gli energy drink. E’ un termine che usa il marketing”. In effetti così queste bevande finiscono in una “zona grigia” a scarsa regolamentazione che può fare molto danno. I dati parlano chiaro: “Ogni mezzo cucchiaino di Mio, venduta dalla Kraft”, un composto che si aggiunge all’acqua per “potenziarla”, “ha 60 mg di caffeina, l’ammontare di una tazza di caffè da 170 grammi. Una bottiglia contiene 18 porzioni, ovvero 1060 milligrammi di caffeina, più di quanto basti a far ammalare i bambini, qualche adulto, facendoli addirittura finire all’ospedale”.
DATI PREOCCUPANTI – Entro la fine dell’anno il Canada regolerà pesantemente questo mercato imponendo dei massimali di caffeina in queste bevande, così come, pare, la Francia, l’India o il Messico. Anche l’America potrebbe essere convinta ad agire dopo la diffusione della notizia di cinque morti per l’assunzione di queste bevande dal 2009 ad oggi. Non è tutto: un’agenzia federale ha calcolato che l’annuale numero di visite di emergenza a causa degli energy drink è volati a 12mila casi nel 2009.
LE AZIENDE – Parliamo di un incremento nell’ordine delle 10 volte rispetto al 2005, il che è confermato dall’aumento del mercato di queste bevande – siamo ad un giro d’affari di quasi 9 miliardi di dollari, un record. Differenza c’è anche nella risposta che sembra voler dare l’industria nei due diversi paesi: mentre in Canada i produttori di bevande hanno deciso di supportare il tentativo di regolazione, in Usa hanno assicurato che “daranno battaglia”.
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