La mappa mondiale degli stati a rischio fallimento

Fallimento degli Stati

, quali sono i Paesi a maggior rischio di insolvenza sovrana? Questo poco ambito primato è al momento detenuto da Porto Rico secondo i mercati, mentre a poca distanza seguono Venezuela e Ucraina. La Grecia si assesta in quarta posizione nella classifica complicata da Die Welt sulla base dei dati forniti da Thomson Reuters e Bloomberg.

DEFAULT SOVRANO –

A differenza della bancarotta privata l’insolvenza sovrana è assai meno regolamentata. Gli Stati sono grandi debitori, e rischiano il default con discreta frequenza. La bancarotta si verifica quando un debitore non può più onorare il servizio dei crediti a lui concessi, con mancato pagamento di interessi oppure saldi da restituire. Un articolo di Die Welt elenca quali siano gli Stati a maggior rischio default a livello mondiale in questo momento, basandosi sulle stime dei mercati compilate dalle agenzie economiche Thomson Reuters e Bloomberg. Prese in considerazione in particolare le indicazioni fornite dai credit default swap, o Cds, i derivati che assicurano i creditori sui mancati pagamenti dei loro debitori. La classifica degli Stati a maggior rischio default è guidata da Porto Rico, territorio non incorporato degli Stati Uniti, a cui il governo di Washington ha negato il salvataggio. Porto Rico ha un debito pubblico al 70% del Pil, con disavanzo crescente come gli interessi che non sembra poter pagare. Secondo la classifica di Die Welt le probabilità di fallimento dell’isola caraibica si colloca al 99,8%, un’insolvenza sovrana ormai sicura.

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I cinque paesi a rischio default

BANCAROTTA STATALE –

Il podio degli Stati a maggior rischio fallimento è completato da Venezuela e Ucraina. Questi due Paesi hanno chance di default molto elevate, al 95 e al 90%. Il Venezuela è precipitato in grande difficoltà a causa della forte contrazione del prezzo degli idrocarburi, di gran lunga la principale entrata statale. L’Ucraina invece sta subendo gli effetti drammatici della guerra, e si appresta a concludere il 2015 con un’altra recessione molto profonda dopo la contrazione del Pil di oltre 6 punti percentuali del 2014. Secondo Goldman Sachs il Prodotto interno lordo ucraino potrebbe contrarsi di circa 15 punti percentuali, così rendendo pressoché impossibili i pagamenti ai creditori internazionali. Il governo di Kiev ha già chiesto una ristrutturazione del debito pari al 40%, anche se al momento le trattative non sembrano proseguire in modo soddisfacente. Al quarto posto c’è la Grecia, la cui probabilità di default è stimata al 75%. Il governo di Atene ha già fatto default con i crediti non rimborsati al Fmi, ma sia il Fondo che l’Esm hanno preferito evitare di dichiarare la bancarotta, al fine di agevolare le trattative tra esecutivo Tsipras ed Europa poi concluse in modo positivo. Più distanziato si trova il Pakistan al 40%, mentre piuttosto elevato è anche la probabilità di default di Russia e Brasile, intorno al 20%. Due grandi economie cresciute in modo rilevante negli anni scorsi grazie al boom delle materie prime, ma che ora soffrono la flessione di questo settore.

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