Grant Hart, il batterista dei leggendari Hüsker Dü, è morto
14/09/2017 di Andrea Mollica

Grant Hart è morto. Il batterista dei leggendari Hüsker Dü è scomparso per un tumore che l’aveva allontanato dalle scene musicali negli ultimi anni all’età di 56 anni. L’annuncio è stato dato dalla pagina Facebook della storica band punk nelle prime ore di giovedì 14 settembre 2017, poco dopo le 8 ora italiana, attraverso la pubblicazione di una fotografia di Grant Hart.
LA MORTE DI GRANT HART
La notizia della morte di Grant Hart è stata poi confermata da Variety. Bob Mould, il cantante e principale autore degli Hüsker Dü, ha scritto un commovente post su Facebook per salutare l’amico deceduto, ricordando il primo incontro e i lunghi anni passati assieme nel gruppo che ha cambiato la storia della musica rock americana.
Hart, nato in Minnesota nel 1961, ha formato insieme a Mould e al bassista Greg Norton il gruppo nel 1979, che negli anni successivi si è imposta come la più importante band del rock indipendente statunitense. Insieme ai REM, ai Sonic Youth e agli altri gruppi della leggenderia etichetta SST gli Hüsker Dü hanno coniato un nuovo suono, il cosiddetto indie-rock o musica alternativa, che sarà poi portato al successo negli anni novanta da gruppi come i Nirvana. Grant Hart era il batterista della band del Minnesota, e aveva importanti compiti di autore.
Molte delle più belle canzoni degli Hüsker Dü, come Diane, The Girl Who Leaves on Heaven Hill, Turn On The News, Never Talking To You Again oppure She Floated Away, sono state scritte e cantate da Grant Hart, che con Bob Mould, l’altra voce del gruppo oltre che chitarrista, ha dato vita a un leggendario dualismo artistico. Dopo sei album gli Hüskers si sono sciolti, e Grant Hart ha fondato un gruppo piuttosto apprezzato, i Nova Mob, prima di dedicarsi alla carriera solista. La morte di Hart rappresenta un’enorme perdita per chi ha amato il rock indipendente americano. Alcuni dei dischi degli Hüsker Dü come Zen Arcade, New Day Rising o Warehouse: Songs and Stories sono celebrati come capolavori dalla maggior parte della critica musicale, e hanno ispirato molti gruppi negli anni successivi.