La Grecia nella trappola della povertà
30/11/2015 di Andrea Mollica
Grecia povertà
, la situazione sociale ed economica del Paese è sempre più grave. Su quasi 11 milioni di greci solo 3,6 milioni hanno un lavoro, e permettono allo Stato di finanziare pensioni e sussidi. Una situazione difficilmente sostenibile nel lungo periodo, perché dopo una crisi così lunga la Grecia si sta trasformando in un Paese di disoccupati e pensionati.
DISOCCUPAZIONE IN GRECIA
– La Grecia sembra scivolare in una trappola della povertà da cui difficilmente potrà uscire, come scrive una pessimistica analisi di Handelsblatt. L’articolo della testata tedesca inizia raccontando la storia di Dimitra Adamidou, una commessa di un negozio di abbigliamento di Atene, che ha perso il lavoro quattro anni fa. A 53 anni la donna è stata costretta a tornare a vivere con la madre, visto che non ha più risparmi per tirare avanti. Dalla pensione da vedova della donna, da 634 euro, dovranno ora vivere due persone. Una situazione che accomuna molti greci, come rimarca Handelsblatt. Circa 350 mila nuclei familiari in Grecia non hanno un reddito di lavoro al loro interno. Sempre meno ellenici riescono a vivere grazie a un’occupazione, ma possono pagare le loro spese solo grazie al Welfare, sotto forma di pensioni oppure di sussidi sociali. Questo disagio sociale così diffuso rende ancora più difficoltoso l’equilibrio nei conti della Grecia, e spiega perché Alexis Tsipras esiti così tanto a introdurre nuovi tagli alle pensioni. Al momento i greci che lavorano poco più di tre milioni e mezzo. I disoccupati sono poco di 1,2 milioni, mentre i pensionati sono 2,7 milioni. Ci sono dunque oltre 7,3 milioni di abitanti che non vivono di redditi di lavoro.
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POVERI IN GRECIA
– Secondo i dati Ocse solo il 49,6 per cento delle persone in età da lavoro, tra i 15 e i 65 anni, ha un impiego. Il tasso di occupazione della Grecia è il più basso nell’area Ocse, appaiato sostanzialmente alla Turchia e migliore solo del Sudafrica, 42,6%. Il tasso di occupazione medio nell’UE è pari al 64,9%, in Italia si assesta poco sopra il 56%. Come rimarca Handelsblatt, le statistiche negative sul lavoro non evidenziano la reale gravità della situazione sociale. La maggior parte dei pensionati greci riceve un assegno da meno di mille euro lordi al mese. La pensione media è di 947 euro, lordi, e il 45% dei pensionati hanno assegni che al netto valgono 665 euro. Il tasso di disoccupazione dovrebbe tornare sopra al 25% nei prossimi mesi, e l’assegno per chi non lavora è particolarmente basso. Si va da 360 euro per i celibi ai 576 per chi ha una famiglia da sei persone. Questo sussidio è erogato solo per 12 mesi, e manca una forma universale di tutela del reddito, come c’è nella maggior parte dei Paesi europei, Italia esclusa. Per questo motivo nove disoccupati su dieci non ricevono un sussidio. Anche chi ha un lavoro però ha sofferto l’impatto della crisi. I redditi reali da lavoro sono diminuiti di un quarto rispetto al 2009. Lo stipendio medio è di 815 euro, netto, mentre mezzo milione di lavoratori a tempo determinato hanno in media un salario da 346 euro al mese. Savvas Robolis, un noto economista, ritiene che in simili condizioni la Grecia subirà un duraturo processo di impoverimento di gran parte della popolazione, e una rilevante erosione dei fondamenti produttivi e tecnologi del Paese.
Photo credit: ARIS MESSINIS/AFP/Getty Images