I contatori anomali del gas e la sanatoria del decreto Ronchi

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L’aumento delle bollette degli ultimi anni non è solo colpa del caro-petrolio, ma anche di qualche “anomalia” dei rilevatori di consumo. Di fronte alle inchieste in corso, che sembrano confermare i sospetti, ecco che arriva il governo con una legge che sospende tutto. A favore delle aziende



Questa storia è iniziata qualche anno fa. E la storia del caro-bollette del gas per uso domestico, quello che si usa in casa  per il riscaldamento e l’acqua calda. Un aumento in parte dovuto alla corsa al rialzo dei prezzi dei combustibili che ha fatto lievitare le tariffe. Ma anche ad un progressivo incremento dei consumi, non del tutto comprensibile. Le associazioni dei consumatori, protestano e denunciano un cattivo funzionamento dei rilevatori del consumo di gas.

IL CONTATORE E’ VECCHIO – Esistono molti tipi di contatori. Si dividono in due principali “tipologie”: quelli volumetrici e quelli venturimetrici. I primi  misurano il gas attraverso il passaggio del gas all’ interno di una turbina. I secondi, misurano il gas in base alla differenza di pressione tra l’ entrata e l’ uscita di un passaggio di cui sono ben note le grandezze geometriche. Anche tra i contatori volumetrici, quelli utilizzati in Italia, ci sono differenze notevoli. I più vecchi sono a membrana animale, mentre i più recenti a membrana sintetica. Quelli vecchi nel tempo diventano imprecisi, perché le membrane animali perdono di elasticità e misurano male il consumo. Uno studio dell’Università di Napoli, avvalendosi per le verifiche di un laboratorio accreditato dal NMI (Nederland Meetinstituut), l’Istituto di metrologia legale olandese, ha controllato sia i contatori a membrana animale che quelli costruiti con membrana sintetica. I risultati hanno dimostrato, per i contatori a membrana animale, scostamenti rispetto alle quantità tollerate dalla normativa vigente già per i contatori con età superiore ai 20 anni. E in Italia i contatori del gas sono in gran parte vecchi: la loro media di vita è superiore addirittura a 30 anni, ma ci sono anche dei “nonnetti” ultra cinquantenni in giro per le nostre case.



QUANTO GAS CONSUMIAMO? – Le lamentele delle associazioni dei consumatori hanno portato all’apertura di un’inchiesta della Procura di Milano già nel 2007, curata dai pubblici ministeri Sandro Raimondi e Letizia Mannella. All’inizio sembra un’inchiesta “minore”. I due Pm partono dal Comune di Milano e dal suo hinterland, si mettono a verificare il funzionamento dei contatori del gas in diversi condomini. Alcuni sono così vecchi da non poter essere neppure controllati. Tutti quelli a membrana naturale mostrano un malfunzionamento. Il decreto ministeriale pubblicato sul supplemento ordinario n. 97 alla Gazzetta Ufficiale del 15 aprile 2006, che richiama una norma UNI, prevede che i contatori di gas domestici devono avere una tolleranza di lettura variabile dal 4 al 6%, a seconda dei tipi. Mentre quelli controllati dai periti della procura di Milano hanno margini di errore superiori, in media del 10% con punte del 15% di gas non erogato rispetto al pagato. Quindi, a danno degli utenti,  e questo a prescindere dal modello di bruciatore utilizzato.

L’INDAGINE SI ALLARGA – Secondo i due magistrati di Milano questo campione era rappresentativo di una realtà nazionale. E, facendo due conti, dato che i contatori in Italia con le membrane naturali sono circa cinque milioni, le reti di fornitura del gas potrebbero aver somministrato circa 500 milioni di metri cubi di gas in meno all’anno rispetto alle bollette pagate da milioni di famiglie. Forse anche di più, perché in Italia ci sono anche i “nonnetti”, i contatori vecchi anche di 50 anni. I magistrati decidono di allargare l’inchiesta iniziata con l’Aem, la municipalizzata di Milano, coinvolgendo anche alcuni nomi di spicco, come la Snam Rete Gas e Italgas, controllate dall’Eni, quindi proprietà del ministero dell’Economia. Si aprono nuovi filoni d’indagine, il lavoro aumenta. Fioccano anche i rinvii a giudizio, l’ultimo è del luglio 2009. In un decreto di sequestro che coinvolge le società Actaris, Fimigas e cinque funzionari del Ministero dello Sviluppo economico,  i Pm parlano di un sistema illecito da “ricollegare con le imprese che trasportano e misurano il gas, che hanno interesse ad avere misuratori addomesticabili”.



VOLUME O PESO? – Anche  l’Unione dei Consumatori aveva spinto a suo tempo su questo punto. Secondo loro, oltre al problema dei contatori vecchi, ci sarebbe anche dell’altro. I contatori del gas infatti misurano il volume, ma non il peso del gas. Un certo volume di gas contiene più o meno molecole (cioè pesa di più o di meno, e quindi rende di più o di  meno) a seconda delle condizioni di temperatura e di pressione. Agendo su di esse, a parità di volume, il “contenuto effettivo” di gas può diminuire. Un tema che comunque è oggetto di ulteriori approfondimenti. In generale, secondo le associazioni dei consumatori, se i processi confermeranno quanto emerge da indagini ed inchieste gli utenti dovrebbero essere risarciti per la differenza almeno a partire dai 5 anni precedenti, oltre i quali scatta la prescrizione, su un consumo di 1400 metri cubi annui la “maggiorazione” indebita sarebbe di circa 150 euro l’anno.

LA LEGGE ITALIANA E LA UE – C’è anche un problema “legislativo”. A parte qualche piccola modifica, la legge italiana in materia è del 1890. Si, del 1890, e in numerose occasioni le aziende del settore se ne sono lamentate. Così, mentre in Italia i vecchi contatori vengono ancora consentiti,  i “misuratori della stessa classe vengono rottamati in Francia dopo 20 anni“. In Germania, Olanda e Regno Unito i distributori sono obbligati a “procedere a prove periodiche a campione su migliaia di pezzi, decidendone poi la sostituzione o la proroga d’installazione sulla base dei risultati”. Da noi nulla. E poi c’è il pasticcio (oggetto di indagini) dei misuratori di tipo venturimetrico, che da noi sono “vietati”. L’Unione Europea, che dopo aver ascoltato i due magistrati e un funzionario dell’ Ufficio metrico di Milano ha aperto una procedura d’infrazione contro l’Italia che, secondo Bruxelles, “mantiene ostacoli sproporzionati e ingiustificati alla libera circolazione di contatori del gas di tipo venturimetrico a diaframma”.

ARRIVA LA SANATORIA? – Mentre la magistratura prosegue le sue inchieste, ecco che arriva il recentissimo Decreto Ronchi, la Legge comunitaria che ha il compito da dare attuazione alle direttive Ue all’interno dell’ordinamento italiano. L’Art.7, disposizioni per i sistemi di misura installati nell’ambito delle reti nazionali e regionali di trasporto del gas di cui alla Procedura d’infrazione n. 2007/4915, solleva dall’obbligo di applicazione della normativa di metrologia legale tutti i sistemi di misura ai punti di immissione in Italia, stabilendo che “la materia sarà regolata con un decreto del Ministro dello sviluppo economico sentita l’Autorità per l’energia elettrica ed il gas, da emanare entro 3 mesi”. E, a proposito della tutela dei clienti finali, prevede un altro decreto, sempre fra 3 mesi, in cui verranno stabiliti “i criteri per l’esecuzione dei controlli metrologici legali sui sistemi di misura dei punti di riconsegna del gas, mentre i sistemi di misura in servizio alla data di entrata in vigore del presente decreto devono conformarsi alle disposizioni in materia di metrologia legale entro il termine di un anno da tale data”. Ricapitolando: intanto si rimanda la questione di oltre un anno, sempre ammesso che il decreto ministeriale arrivi davvero in 3 mesi, di fatto “sospendendo” fino a nuovo ordine la normativa attualmente in vigore. Poi si vedrà. Se non è una sanatoria, certo si avvicina molto. Intanto, i consumatori continuano a pagare bollette probabilmente gonfiate. E sentitamente ringraziano.