I dieci centri della finanza mondiale

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La crisi dei debiti sovrani rende marginale l'area dell'unione monetaria

I centri della finanza mondiale rimangono le città simbolo del capitalismo occidentale, anche se le “capitali” economiche dell’eurozona sono completamente assanti dalla Top Ten. L’Italia, invece scompare nelle retrovie.



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CENTRI DELLA FINANZA – La società Z/Yen Group ha pubblicato la dodicesima edizione del “Global Financial Centres Index”, la rilevazione che mostra quali siano le capitali della finanza globale. L’analisi prende in considerazione l’importanza di 77 centri, tra i quali spiccano ai vertici Londra, New York ed Hong Kong, le tre città simbolo del capitalismo finanziario. Dopo di loro c’è Singapore, e poi Zurigo, altra città europea storicamente considerata capitale di banche, assicurazioni e società di gestione del risparmio, ma come la capitale britannica fuori dall’eurozona. Dopo la città svizzera segue Seul, in settima posizione c’è Tokyo, capitale economica in declino da molto tempo, e all’ottavo posto si trova Chicago, la seconda metropoli statunitense compresa nella graduatoria di “Global Financial Centres Index”. Chiude la top ten l’anglofona Toronto, la più grande metropoli del Canada, preceduta in nona posizione da un’altra città svizzera, Ginevra, capitale tanto della finanza quanto degli organismi internazionali, visto che molti istituzioni dell’Onu si trovano sulle rive del lago Lemano.



EUROCRISI PESA – All’interno della Top 20 c’è solo una città che appartiene all’eurozona, ovvero Francoforte. Sulle sponde del Meno ha sede la Borsa tedesca, così come la Banca centrale europea e la ormai “rivale” Bundesbank. Nella classifica compilata da Z/Yen Group l’eurocrisi è il principale fattore che spiega il declino della rilevanza delle capitali finanziarie dell’unione monetaria ed economica. Molte città del Nord America precedono i centri dell’eurozona, che rimangono in costante declino. Madrid, Lisbona, Dublino ed Atene erano già scese di posizione nella graduatoria compilata per il Global Financial Centres Index numero 10 e numero 11. Anche Francoforte e Parigi, nonostante la recente ripresa, hanno subito il peggioramento dell’eurocrisi calando ancora nell’ultima classifica compilata dallo Z/Yen Group. Una discesa ormai costante, che rimarca ancora una volta il graduale spostamento, apparentemente irreversibile, del baricentro dell’economia globale. La direzione verso Est intrapresa dal mercato globale negli ultimi anni continua a proseguire, anche se la rilevanza dei diversi centri muta con rapidità.

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CAPITALI GEMELLE – Anche se nel report del “Global Financial Centres Index” si legge del pessimismo degli attori finanziari sulla futura leadership di Londra, la metropoli sul Tamigi rimane la capitale della finanza. Uno dei motivi di questo successo è la mutua collaborazione e il legame linguistico che esiste con Hong Kong e New York. Il responsabile dello studio, Mark Yeandle, rimarca come “la collaborazione tra queste tre città sulle riforme della regolamentazione finanziaria rafforzerà la loro competitività”. Nel report è inoltre evidenziata l’ascesa costante di Singapore, che sta diventando un player globale sempre più centrale a livello economico. Una crescita della sua importanza che contrasta con il relativo declino di Hong Kong, mentre in Cina la diminuzione della rilevanza delle principali città dell’Impero di Mezzo è stata molto più marcata.

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SORPRESA AD EST – Pechino e Shangai hanno infatti subito alcune delle diminuzioni più marcate nella dodicesima graduatoria del Global Financial Centres Index . “Chi ha partecipato alla nostra rilevazione ha evidenziato come l’Asia diventerà sempre più importante per la finanza globale. Il problema è però in quali zone questo sviluppo si concentrerà, perché la Cina rischia di perdere molte posizioni a causa della sua politica valutaria”. La parte più occidentale del continente asiatico registra invece una crescita impetuosa, grazie anche al boom degli idrocarburi che continua a far prosperare il Medio Oriente. Il Qatar, così come Dubai, Abu Dhabi e Riyad, la capitale dell’Arabia Saudita, sono avanzate di numerose posizioni in questi ultimi mesi, confermando la loro tendenza alla crescita. “Mentre l’equilibrio economico globale si sposta verso le economie emergenti, è inevitabile che i centri finanziari di questi paesi crescano in termini di influenza”, rimarca Abdulaziz A Al-Ghorairi, capo economista di Commercialbank Capital. “Il Qatar, con i suoi solidi fondamentali economici e l’impegno a costruire il suo settore finanziario, è ben posizionato come gli altri paesi confinanti per beneficiare della tendenza a dislocare gli investimenti”. Nella classifica emerge inoltre la perdita di importanza dei paradisi fiscali, con l’isola di Jersey ancora a guidare la graduatoria di questi piccoli centri che hanno ricchezze in abbondanza grazie all’assenza o quasi di tasse da pagare.

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