I Neet Bloc occupano l’ex deposito Atac a Roma

È stato nuovamente occupato, a Roma, l’ex deposito Atac di San Paolo ad opera del movimento Neet bloc. «Contro il Piano casa, questa è la nostra garanzia giovani», si legge su twitter mentre si rilancia l’azione. Fuori dalla struttura è stato affisso uno striscione che riporta la scritta «Paolo e Luca liberi». Il riferimento è a Paolo Di Vetta e Luca Fagiano dei Movimenti per il diritto all’abitare, entrambi di nuovo agli arresti domiciliari da ieri. Difficile che l’azione non implichi una controreazione dalla polizia, soprattutto dopo i fatti di ieri.

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L’OCCUPAZIONE – «Siamo almeno un centinaio di giovani precari, ma col passare dei minuti il numero sta aumentando- ha raccontato un occupante all’agenzia Dire – E’ la nostra risposta all’approvazione del decreto Lupi, del Jobs act e ai gravissimi arresti di ieri di Paolo e Luca». Questo immobile «era già stato occupato tre anni fa e poi sgomberato perché si diceva che c’erano dei progetti sopra, invece è rimasto sempre vuoto. Alle 18 ci sara’ un’assemblea pubblica alla quale invitiamo tutta la città per decidere cosa fare nei prossimi giorni e rispondere sia alle politiche di austerity che l’Europa ci impone sia ai gravissimi arresti di ieri». Sul posto arrivano in questi minuti le forze dell’ordine. «Ci immaginiamo una risposta di un certo tipo – ha concluso il ragazzo – ma non abbiamo paura».

dinamo

CHI SONO I NEET – «Gli invisibili fuori controllo sono tornati! Lo avevamo annunciato a gran voce: non sarebbe stato uno sgombero a fermarci. Ed è cosi’ che oggi Neet bloc riprende casa nel quartiere di San Paolo, all’interno dell’ex deposito Atac in via Alessandro Severo». Si legge in un comunicato di progetto Neet bloc e Alexis occupato. «Più di un anno fa abbiamo occupato l’ex Acea di via Ostiense dando vita al progetto di Alexis e recuperando, mattone su mattone, giorno dopo giorno, uno stabile abbandonato, come nessun costruttore mafioso potrebbe mai fare. Oggi siamo sempre di più ed apriamo un nuovo spazio abitativo che ha l’ambizione di essere un punto di riferimento per precari e neet capace di aprire uno squarcio in un dibattito pubblico sempre più sterile- continua la nota- Siamo gli invisibili, quelli che non rientrano nelle statistiche ufficiali e che non possono accedere ad alcun ammortizzatore sociale; ci chiamano neet e secondo l’informazione ufficiale siamo quelli che non studiano, non lavorano, non partecipano a percorsi formativi e sono mantenuti dai loro genitori». «La nostra storia – spiega il collettivo – cominciamo a scriverla e raccontarla noi. Invitiamo tutta la città, le realtà autorganizzate, i collettivi, le reti, i precari e le precarie a partecipare all’assemblea che si terrà alle 18 nel nuovo spazio occupato, per continuare a far vivere uno spazio pubblico capace di parlare di precarietà abitativa, di precarietà lavorativa e, soprattutto, in grado di preparare il terreno adatto per arrivare al vertice di luglio sulla disoccupazione giovanile in modo allargato e propositivo. In assemblea presenteremo inoltre il progetto Neet bloc e apriremo una lista per un nuovo progetto di occupazione. Chi è senza futuro scagli la prima pietra».

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LA TENSIONE A MONTECITORIO E GLI ARRESTI – Ieri i movimenti hanno organizzato un sit-in a Montecitorio in occasione dell’approvazione del decreto Lupi. Il piano casa, che ora è legge, prevede nell’articolo 5 il distacco delle utenze negli immobili occupati e l’impossibilità di essere iscritto per almeno 5 anni nel registro per ottenere una casa popolare se si è vissuti in un appartamento occupato. La tensione però ieri è stata alta: gli agenti della Digos hanno arrestato in piazza Paolo Di Vetta e Luca Fagiano attualmente agli arresti domiciliari. Gli esponenti furono arrestati lo scorso con domiciliari poi tramutati al solo obbligo di firma. Ora per Di Vetta, come per Luca Fagiano, leader del Coordinamento di lotta per la casa, sono scattati di nuovo i domiciliari in quanto promotori del corteo del 12 aprile scorso in cui un gruppo di attivisti – i Blu Bloc, per via degli impermeabili azzurri – scatenarono alcuni disordini seguiti da cariche della polizia tra via Veneto e via del Tritone. La restrizione delle misure cautelari è dovuta anche alla resistenza al pubblico ufficiale durante lo sgombero di un palazzo occupato alla Montagnola. Secondo la procura per gli esponenti ci sarebbe stata reiterazione del reato.

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