I pogrom contro i musulmani attirano condanne sullo Sri Lanka
17/06/2014 di Redazione
I progrom portati a termine da folle di buddhisti inferociti contro la minoranza musulmana in Sri Lanka, s’aggiungono a una lunga serie di violazioni dei diritti umani e civili perpetrate o tollerate dal regime di Colombo.
LO SDEGNO INTERNAZIONALE – Hanno suscitato la reazione di ONG e governi stranieri, su tutti quello degli Stati Uniti, i pogrom organizzati da gruppi di monaci buddhisti contro la minoranza musulmana sull’isola. Attacchi motivati solo dalla visione settaria e intollerante di frange dell’estremismo religioso: i musulmani sull’isola infatti sono una minoranza che non è mai stata dedita ad atti di terrorismo e non ha preso parte nell’ultradecennnale conflitto con i Tamil.
LE CONDANNE – Gli Stati Uniti hanno chiesto indagini e che i responsabili siano assicurati alla giustizia, dopo che gli attacchi hanno provocato 4 morti e più di 80 feriti, oltre alla distruzione di un gran numero di proprietà. Una severa condanna è giunta anche da Navi Pillay, a capo dell’agenzia ONU per la protezione dei diritti umani, che si è unita alla richiesta d’arresto per i responsabili.
I SUPREMATISTI BUDDHISTI – I monaci che hanno arringato le folle e le hanno lanciate alla distruzione delle case e dei negozi dei musulmani non lo hanno fatto di nascosto e sono ben conosciuti da tutti, così com’è stato evidente a tutti, persino alla censuratissima stampa del paese, che la polizia abbia assistito alle violenze senza intervenire. Per ora il governo ha risposto imponendo il coprifuoco nei villaggi e schierando l’esercito nelle province interessate dalla violenza, che si scatena preferibilmente di notte, ma è chiaro che se l’esercito e le forze dell’ordine continueranno ad assecondare i violenti, la misura risulterà più simbolica che efficace.
LEGGI ANCHE – Il paese dove non si trova un boia
IL MINISTRO CRITICO – Sotto accusa è in particolare la Bodu Bala Sena (BBS), un’organizzazione suprematista buddhista, ma lo sono anche le autorità che ne autorizzano le manifestazioni. A tal proposito il ministro della giustizia Rauff Hakeem, decano e voce critica del governo, ha annunciato le sue dimissioni nel caso siano autorizzate ancora. Autorizzazioni che insieme all’indifferenza della polizia finiscono per gettare sul governo la responsabilità di quanto accade. Hakeem è musulmano e ovviamente sotto pressione da parte dei suoi correligionari, che ormai da giorni subiscono impotenti la furia dei pogrom buddhisti.