I segreti delle indagini e dell’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti

Da una traccia di dna ritrovata sul corpo della vittima al controllo dei tabulati telefonici e degli spostamenti. Dal finto alcoltest alla vera e propria mappatura delle donne che avevano frequentato il padre del presunto assassino. La storia delle indagini che hanno condotto all’arresto di Massimo Giuseppe Bossetti, accusato di aver ucciso il 26 novembre 2010 la giovanissima Yara Gambirasio a Brembate di Sopra è anche la storia di una fitta rete di indizi, sospetti, ipotesi e di un certosino lavoro, durato quasi quattro anni, in cui ogni piccolo particolare non può essere tralasciato perché può rivelarsi inaspettatamente determimante.

 

Funerale di Yara Gambirasio

 

LA LISTA DI DONNE DA INDIVIDUARE – A spiegarlo bene è oggi Fiorenza Sarzanini, che sul Corriere della Sera ricostruisce ogni tappa dell’indagine. Al centro del lavoro degli inquirenti la lunghissima lista di 525 donne che nel corso degli anni hanno avuto almeno un contatto con Giuseppe Guerinoni, l’autista di Gorno individuato come il padre di ‘Ignoto 1’, il vero assassino di Yara. Come si è giunti ad indentificare ‘Ignoto 1’ con Massimo Giusepe Bossetti? La svolta alle indagini è arrivata venerdì scorso il testo comparativo del dna ha individuato Ester Arzufi, 67 anni, come madre dell’assassino. Arzufi negli anni ’70 era stata amante di Guerinoni ed aveva avuto dall’uomo due gemelli, uno dei quali Massimo Giuseppe.

 

Ritrovato in un campo il corpo privo di vita di Yara Gambirasio

 

LA TELEFONATA – Una conferma è poi arrivata dal controllo degli spostamenti evidenziati dai tabulati telefonici. O, meglio, dalle verifiche delle celle cui è risultato collegato il cellulare dell’assassino. Alle 17.45 del 26 novembre 2010, il giorno della scomparsa di Yara, il telefono di Bossetti risultava essere proprio nella zona della palestra nella quale la giovanissima è stata vista per l’ultima volta. L’uomo faceva una telefonata ed un’ora dopo si perdevano le tracce della ragazzina. Il cellulare rimaneva poi muto fino alle 7 del giorno seguente, quando riceveva una nuova telefonata.

 

 

IL PADRE NATURALE DELL’ASSASSINO – Ma resta comunque il lavoro sull tracce di dna a ricoprire un ruolo da protagonista delle indagini. Tutto parte – racconta Sarzanini sul Corriere – da una traccia di sangue ritrovata sugli slip di Yara che solo l’assassino o un complice avrebbero potuto lasciare. La traccia viene attribuita ad un uomo misterioso da nome ‘Ignoto 1’. Cominciano le verifiche su persone che avrebbero potuto frequentare la palestra o il cantiere edile dove i cani molecolari indicano una traccia. Il 21 ottobre 2011 arriva una svolta. La scientifica scopre che Damiano Guerinoni ha un legame con l’assassino. Si indaga tra i parenti fino ad arrivare a due cugini che hanno una percentuale più alta di compatibilità. Si decide poi di esumare il corpo del padre scoprendo che è quell’uomo, Giuseppe Guerinoni, il padre di ‘Ignoto 1’. Si escludono dalla lista i possibili sospetti i suoi figli e parte la caccia ad un discendente illegittimo. Per trovarlo si cerca, dunque, la donna che potrebbe aver avuto con lui una storia nascosta ai più.

 

Luogo ritrovamento Yara  Gambirasio

 

LA MADRE – Dunque, si mette a punto e s’indaga sulla lista delle oltre 500 donne che hanno avuto almeno un contatto con Guerinoni nel corso degli anni. Nell’elenco finiscono perfino le passeggere del pullman che l’uomo guidava in giro per la Val Brembana e tra le ragazze madri, senza escludere che la donna potesse essere spostata. Si preleva la saliva, si continua con le comparazioni. Fino a venerdì scorso, quando si scopre che il codice genetico di Ester Arzufi è perfettamente identico a quello della madre di ‘Ignoto 1’. Si scava allora nel passato della donna scoprendo che nel ’66 aveva sposato Giovanni Bossetti e con lui viveva a Parre. Quando rimane incinta poi decide di andare via trasferendosi a Terno d’Isola. Suo marito riconosce i piccoli e li tratta come fossero suoi. Alla fine arriva un terzo figlio e la famiglia decide di trasferirsi a Brembate, la città dei Gambirasio.

IL FINTO ALCOLTEST E LA COMPARAZIONE DEL DNA – L’attenzione degli investigatori finisce dunque – ricostruisce ancora Sarzanini sul Corriere della Sera – inevitabilmente sui figli, dunque. In particolare dul figlio maggiore, Massimo Giuseppe. Il suo identikit combacia con quello dell’assassino. Lui è un muratore e l’autopsia sul corpo di Yara aveva accertato che nei polmoni della ragazzina c’era polvere di calce proveniente da un cantiere. E, inoltre, nelle scarpe della giovanissima sono stati scoperti tondini come quelli usati nell’edilizia. Non resta, dunque, che controllartlo. I carabinieri lo tengono sotto controllo, lo intercettano e lo pedinano.  Lo fermano al volante per sottoporlo ad un alcoltest. Prelevano la saliva. L’ultima comparazione del dna è clamorosa. Massimo Giuseppe Bossetti è ‘Ingoto 1’. Per gli investigatori, insomma, il caso può definirsi chiuso.

(Fonte foto: archivio LaPresse)

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